Andiamo al Cinema
Lui, David, ha sempre voluto una famiglia.
Una famiglia ce l'ha, ha genitori fin troppo amorevoli che lo chiamano e lo supportano anche quando se ne deve andare, da solo, a un matrimonio. Non sarà l'unico dei suoi problemi, con l'auto bloccata, la pioggia che lo coglie e una strana ditta di autonoleggio a consegnargli una vecchia Saturn-S del 1994 e un vecchio navigatore che sembra guidarlo non solo verso quel matrimonio, ma anche verso un qualcosa che potrebbe cambiargli la vita. O qualcuno, come Sarah, che scorge a quel matrimonio, da cui è attratto per la vitalità che emana, ma è davvero pronto a fare un altro grande passo che potrebbe essere falso?
Lei, Sarah, una relazione stabile non l'ha mai voluta.
Spaventata dagli impegni, scappa appena può. C'è del trauma dietro, va da sé, e così quando incontra l'affascinante David con il suo affascinante accento irlandese, solo anche lui a un matrimonio d'amici, ne è attratta ma anche spaventata: non è uno da una semplice avventura, David.
Ma anche lei ha una Saturn-S del 1994 a noleggio, anche lei ha un navigatore che la guida in modo personalizzato e la spinge prima a un fast food poi proprio nella Saturn-S di David, iniziando un altro viaggio, insieme, dentro e fuori la vita di entrambi.
È un film strano A Big Bold Beautiful Journey, e non solo per questo titolo decisamente impegnativo.
È un film con molto potenziale, dato non solo dagli attori coinvolti (Margot Robbie e Colin Farrell che dopo l'exploit degli Oscar cercano una giusta via) o per il regista a dirigere (Kogonada, che ci ha abituati a lavori più piccoli e più belli come Columbus e After Yang), o per la presenza di una rediviva Phoebe Waller-Bridge da cui ci si aspetta ancora qualcosa di grande a 10 (DIECI!) anni da Fleabag, e Kevin Kline, Hamish Linklater, Sarah Gadon, Lily Rabe e Billy Magnussen a completare un cast di nomi indie ma attenti che sembravano il segnale di una qualità che invece non c'è.
È un film diverso, A Big Bold Beautiful Journey, in cui si sente che le carte sono quelle giuste ma vengono giocate male.
Diciamolo subito: tanto sono affascinanti Margot Robbie e Colin Farrell quanto poca chimica hanno assieme. Se la prima sprizza genuinità all'interno di una commedia romantica, il secondo sembra spaesato e fuori luogo, incapace di lasciarsi andare come il suo David. Ce ne facciamo poco degli aneddoti dietro le quinte con lui a preparare gli spuntini per lei, incinta, se poi sullo schermo questa complicità manca del tutto.
Ma è la sceneggiatura la vera colpevole, che perde di mordente.
Fantastica nel suo portarci a tappe dentro e fuori il passato di Sarah e David, nell'immergerci vuoi a scuola vuoi all'ospedale, nei momenti cardine delle loro vite, cosa fanno, invece, in quelle lunghe ore in auto? Faccette e poco altro, perdendo l'opportunità di dialoghi più profondi, di una sintonia maggiore.
Tutto si fa ancora più confuso con quel noleggio auto a poter essere il palcoscenico di altro, di una prova generale, di una sintesi di compatibilità neanche fossimo dentro un episodio di Black Mirror più colorato, ma se messo in scena in modo improvviso, artistoide, teatrale, crea più confusione che meraviglia.
Gioca con la fantasia, Kogonada, gioca con le epoche e le tecnologie, rendendole retrò a partire dall'automobile scelta, dal navigatore scelto, dall'uso di vere e proprie porte che si aprono sulla vita di Sarah e David, ma non sembra giocare a suo agio con un budget più grande e con una sceneggiatura non sua (ma di Seth Reiss) con tanto di product placement criticato in patria che lo porta a spasso per l'America e per le sue epoche che sanno molto di cliché. Dalla madre morente al musical del liceo, passando per due proposte di matrimonio in frantumi, l'eccezionalità che sembravano promettere Sarah e David si perde con facilità.
Citando Il castello errante di Howl e Se mi lasci ti cancelli come influenze, Kogonada riesce solo a sottolineare tutti i difetti di una produzione e di una storia che sembrava promettere quella magia ma non la trova mai.
Lasciando posto a una delusione ancora più grande, più bold.
Voto: ☕☕/5



Io purtroppo l'ho trovato inguardabile. Tra i più brutti dell'anno, in assoluto.
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