Andiamo al Cinema a Noleggio
Fortuna che di Riz Ahmed mi fido.
Di Lily James meno, lo ammetto, di Sam Worthington non ne parliamo, ma Ahmed ha messo nei miei radar un film del 2024 arrivato direttamente a noleggio.
Trama: Ash è un misterioso e cauto mediatore tra aziende che hanno le mani sporche e chi era pronto a smascherarle ma vuoi per le minacce subite, vuoi per paura, ha cambiato idea.
Un lavoro non certo facile e non certo tra i più richiesti, ma qualcuno lo deve pur fare e Ash lo fa un gran bene, gestendo tutto nell'anonimato fornito da un relay service (il servizio telefonico che aiuta i non udenti a comunicare segretando tutte le telefonate), con caselle postali sparse per l'America e un covo segreto in cui tenerli tutti, i segreti che ha aiutato a tenere nascosti.
Se il timido e impacciato Hoffman è il caso che apre il film, quello che riguarda la bella e spaventata Sarah è diverso.
Non solo perché riguarda l'etica di semi geneticamente modificati che provocano il cancro che l'hanno portata a dimettersi e a portarsi via parte delle ricerche da voler rendere pubbliche, ma soprattutto perché è bella e spaventata.
Ash avrà un occhio di riguardo nei suoi confronti, chiudendoli più volte gli occhi di fronte a dimenticanze e scorciatoie, mentre cerca di tenere a distanza una banda di spie provette che prendono il gioco molto sul serio.
Insomma, abbiamo i buoni e i cattivi e la bella di mezzo da proteggere a ogni costo? Ma è davvero buono chi aiuta a tenere segreti dei segreti pericolosi? Il bello, per una volta, sta nel non farci domande del genere ma capire se Ash ce la farà ancora una volta, riuscendo a stare due, tre, quattro passi avanti agli altri in una tensione palpabile e crescente.
Con lo stesso rapporto con Sarah che cresce con pochissime parole mai dirette, con la giusta musica, con lo sguardo sfalsato da binocoli e finestre e missioni da soddisfare che portano al crescendo finale e al colpo di scena riuscitissimo fino a un inseguimento al cardiopalma, a riprova che se scritte e gestite bene, certe scene conquistano anche un'allergica come me.
David Mackenzie era un nome promettente che sembrava sul punto di esplodere grazie a quel neo-western di Hell or High Water.
Ad esplodere è stato invece il nome dello sceneggiatore, Taylor Sheridan, che al western è rimasto affezionato, lasciando Mackenzie cercare la sua strada.
La ritrova con questo thriller che ha il sapore dei thriller ad alta tensione degli anni '90, ma fatti bene e recitati anche meglio.
Convince Lily James, spaesata e sorniona, convince ancor di più Riz Ahmed, la cui voce la sentiamo solo dopo 30 minuti, a riprova di quanto sa essere bravo con occhi sgranati e tastiera TDD al seguito. Sam Worthington e Willa Fitzgerald sono un contorno che male non fa, pur rimanendo dalle parti dei cattivoni da macchietta, ma se tutto funziona è merito della sceneggiatura.
Solida, efficace, in cui tutto si incastra a puntino come i piani perfetti di quel perfezionista di Ash.
Ora, vorrei uno spin-off sugli operatori del relay service che si domandano che giri stanno gestendo parlando di cifre da capogiro, evidenti codici concordati e fototessere da passaporto, ma meglio credere alla loro buona fede in un servizio ancora attivo e che con ogni probabilità Ahmed si porta dietro da Sound of Metal.
Il suo continua a essere un nome a cui dare fiducia, e cresce la voglia di scoprire cosa racconterà nella serie scritta e diretta Quarter Life, guarda caso su un attore in crisi d'identità.
Quanto a Relay, pur sacrificando gli sforzi di regia di Mackenzie che si muove in una New York claustrofobica e polverosa, da thriller puro qual è trova nella dimensione streaming quella capace di renderlo ancora più solido e attrattivo.
Voto: ☕☕☕/5



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