16 aprile 2019

La verità sul caso Harry Quebert

Mondo Serial

Vostro onore, siamo qui per l'arringa finale riguardante la verità sul Caso Quebert.
È davvero inguardabile come l'accusa sostenuta da Lisa Costa sostiene?
Le prove a carico:

La storia
Che non è niente di originale: la classica storia di un mistero irrisolto, di una ragazza -Nola- che scompare, una ragazza angelica, diventata la musa di uno scrittore in crisi che grazie a lei ha partorito il capolavoro della letteratura americana (che un capolavoro possa intitolarsi Le origini del male varrebbe un'altra arringa, ma atteniamoci ai fatti).
Il suo corpo viene ritrovato 33 anni dopo, i sospetti si concentrano su quello scrittore, sulla sua infatuazione, e il suo protetto che non lo crede colpevole -un altro scrittore in crisi- decide di invischiarsi nelle indagini. Così, come sempre succede, tutti i segreti di un paesino all'apparenza per bene vengono a galla.
L'avete già sentita questa storia?
Ovviamente sì, da Twin Peaks a The Killing passando per BroadchurchTrue Detective.
Ma qui la si racconta proprio male.

[Obiezione, mancano argomenti]

Allora argomento:



Qui la caratterizzazione dei vari personaggi è davvero blanda, fatta di cliché, che tra madri arriviste, figlie di facili costumi, il ricco e potente e i suoi protégée poco si salva.
Anzi, non si capisce come tutti fossero ammaliati dall'avere uno scrittore fra loro, uno scrittore che già allora era un impostore.
Non vanno i protagonisti, poi:
- l'odioso scrittore di successo Marcus Goldman, interpretato da un Ben Schnetzer che volevo schiaffeggiare appena apriva bocca

[obiezione]

Mi scusi vostro onore, ma guardi la sua faccia, e mi capisca:


[accolta]

- un Patrick Dempsey che ci prova a fare il triste e melanconico scrittore, ma che si finga di dargli 35 o 70 anni il risultato è ugualmente ridicolo
- il detective Damon Wayans Jr. malamente inquadrato con tic e cravatte che finisce per risultare antipatico pure lui, e del tutto non professionale facendosi scortare da uno scrittore nelle sue indagini, condividendo risultati e teorie.
Non tornano poi gli anni, passati in un batter d'occhio e quei segreti di cui sopra.
Che sono un avvocato, né uno scrittore né un poliziotto e mi ci è voluto un nanosecondo per scoprire cosa succedesse a casa di Nola! Che razza di fette di prosciutto negli occhi e nelle orecchie poteva avere Marcus per non indagare su quel particolare, soprattutto dopo che il suo mentore gli ha urlato dal carcere di aver fatto un scoperta sensazionale in tal proposito?!?

[🔨🔨🔨 un po' di contegno, signor avvocato]

Mi scusi vostro onore, mi sono scaldata al ricordarlo, ma guardateli questi due nella prova etichettata 1A come fingono di sapere quello che fanno:

prova 1A
Tutto è costruito per i colpi di scena, per aggiungere nomi nella lista dei sospettati fino ad arrivare a un colpevole senza alcun senso.

[obiezione: rischio spoiler!]

Ha ragione, mi fermo qui che è meglio e non voglio approfondire troppo il fatto che quell'amore tanto celebrato, struggente e malinconico, fosse tra un 35enne e una 15enne. Ripeto: QUINDICI ANNI. C'avrai anche tutti i problemi di questo mondo, ma perché giustificare Quebert solo per non aver fatto nulla, come costruirci un romanzo prima e poi una serie di successo?
Ancor meno se quella ragazzina la rendi alla portata di tutti, nonostante Kristine Froseth sia l'unica attrice a salvarsi in mezzo a un manipolo di pesci fuor d'acqua.

Conclusione
Arriviamo al punto.
Harry Quebert voleva essere l'ennesimo Twin Peaks, voleva giocare la carte della letteratura, dello scrittore maledetto contro quello devoto, buttandoci in mezzo gli squali dell'editoria e del giornalismo. Ma ne esce una pacchianata difficile da spiegare, mal fatta anche a livello tecnico con trucchi d'invecchiamento che fanno ridere e imparagonabili rispetto a quelli di True Detective, e una regia degna di una fiction italiana. O forse anche no, visto il livello che certe fiction hanno ormai raggiunto.
E soprattutto, per una serie che parla di scrittura, di capolavori della letteratura americana, non torna proprio la scrittura con una sceneggiatura fatta a flashback sempre più pesanti, continui dialoghi senza peso, frasi a giustificare azioni, anche le più banali, lettere che sembrano uscite dal Cioè. Questo sarebbe un capolavoro? Questo un best seller?
Mi rimetto a voi, vostro onore, signori della giuria.

[La giuria ha raggiunto un verdetto?]

Sì, vostro onore. 
Il giudizio è unanime: la verità sul caso Quebert è che La verità sul caso Quebert è qualcosa di inguardabile.


Voto: ☕/5


8 commenti:

  1. Ahahahah, post spassosissimo. E io che ho il romanzo in lista da anni!

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    1. Grazie! Mi sono divertita da matti a scriverlo, meno a guardarlo. Spero che il romanzo sia meglio di questo scempio o non mi spiego il suo successo.

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  2. La serie non mi attira minimamente, mi basta la presenza di Patrick Dempsey a mettere in chiaro che non è roba per me, ma il post è un vero spasso, processo senza appello e caso archiviato ;-) Cheers

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    1. Grazie! E che Patrick è anche tra i meno peggio, quello che almeno cerca di impegnarsi anche se la sua scelta -chiamato ad interpretare un 35enne prima e un 70enne- me la devono spiegare!

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  3. Il romanxo non mi è piaciuto per nulla, la serie l'ho mollata dopo i primi due episodi (invecchiano in maniera ridicola tutti quanti tranne Markus) e a quanto pare ho fatto bene...

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    1. Hai fatto benissimo, io ho resistito solo per veder quanto ridicolo poteva diventare il tutto e quale poteva essere la soluzione finale. Colpevoli ancora più assurdi del resto. Tempo sprecato.

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  4. Inguardabile? Caspita, e io che dovrei cominciare a vederlo da domani...

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    1. Sei avvertito, su twitter comunque in tanti lo elogiano, non capisco come e perché.

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