10 aprile 2019

Unicorn Store

Andiamo al Cinema su Netflix

Kit è una fallita.
O un'eterna Peter Pan.
O un'artista incompresa.
O una figlia incompresa.
Lei che è stata cacciata dalla scuola d'arte, lei che torna a vivere dai genitori motivatori per adolescenti in difficoltà, lei che resta una bambina, senza amici, con solo i suoi peluche ad ascoltarla.
La depressione è in agguato, sotto le vesti di un lavoro che la trasformerà nell'ennesimo numero di grigio vestito abbandonando gli abiti arcobaleno che la caratterizzano.
Ma dal cielo piove la sua salvezza.O forse solo dal quel suo lato fanciullesco che non vuole cedere all'età adulta: un unicorno, tutto per lei, che l'aspetta nel negozio di unicorni.
Un negozio di unicorni?
Un unicorno?
Sì, proprio come quello che Kit e migliaia di bambine nel mondo hanno sempre desiderato.



Come averlo?
Dimostrando di potersene prendere cura economicamente, domesticamente, amorevolmente.
E allora, Kit dovrà rimboccarsi le maniche, per guadagnare abbastanza, per costruire una stalla come si deve, per fare pace con quella famiglia invasiva.
Il tema non è nuovo: quello dell'eterno Peter Pan che non ci sta a crescere, non crede agli scotti che la vita gli mette davanti.
Un pizzico di magia in cui avere fede.
Un percorso che aiuterà, con e senza magia, a stare bene.
Di diverso in questo caso ci sono toni assurdi, un umorismo esagerato che parla tramite spot televisivi, fogli da fotocopiare, commessi isterici e soprattutto presentazioni glitterate di aspirapolvere.


Di meno, c'è però da sottolineare che manca una caratterizzazione a definire Kit per quello che è. Un background che giustifichi l'impossibilità a comunicare con quei genitori e a essere adulti.
Adult Life Skills, per dire, si muoveva sugli stessi piani strambi e artistoidi, ma lì l'avversione di Anna a crescere era determinata da un fratello che non c'era più.
Qui, nonostante i nuovi amici, quei colori, quelle musiche, quel qualcosa manca e un po' si sente.
Ma la magia Brie Larson ce la mette lo stesso.
Al suo esordio alla regia, mette a frutto i guadagni di un Oscar e il passaggio ai blockbuster (King Kong, Captain Marvel -anche se questo girato dopo la realizzazione del film) tornando a quel mondo indie in cui si era fatta le ossa.
Si contorna poi dell'amico Samuel L. Jackson divertito e divertente e di un Mamoudou Athie che dopo Sorry for your loss, The Front Runner e Patty Cake$ continuo ad incrociare e amare.
Ne esce un film strano, fanciullesco e che rischia sempre di andare oltre: oltre il possibile, oltre l'arcobaleno. Ma per fortuna la luce e i colori sono di quelli magici.

Voto: ☕☕/5


10 commenti:

  1. Trovo sempre interessante vedere come si comportano gli attori dall’altro lato alla macchina da presa, mi hai messo la curiosità. Appena finisco di vedere “Highwaymen” (sempre su Netflix) magari ci provo, una delle parti migliori della “Capitana” della Marvel era proprio la coppia Brie Larson/Sam Jackson, quindi perché no ;-) Cheers

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    1. Pensa che ero indecisa se vedere Highwaymen l'altra sera, ma visto il tema e la lunghezza sapevo che mi sarei addormentata ai titoli di testa. Il negozio di unicorni mi ha invece tenuta ben sveglia, con i suoi colori e la sua magia.

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  2. Grande Brie, l'Oscar e la Marvel non l'hanno cambiata!
    Lei resta sempre una indie, una weirdo, un'unicornara. :)
    Film di debutto piccolo e imperfetto, ma quanta passione.

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    1. Se fare filmoni le permette di portare avanti e far conoscere piccoli film così, ben venga anche in versione capitana! Ma tra gli unicorni sta molto meglio ;)

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  3. Brie Larson anche regista? Wow! Comunque l'idea è fantastica, spero lo sia anche il film ;)

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    1. Qualche difetto c'è, è innegabile, ma l'idea, i colori, la Brie sono fantastici davvero!

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  4. Dopo qualche giorno d'assenza, recupero qualche post e, soprattutto, mi tocca recuperare qualche film. Soprattutto della Larson, che mi è venuta inspiegabilmente a noia dopo l'Oscar: troppo in mezzo, troppi film scelti per gli incassi o poco più!

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    1. Per fortuna quegli incassi li investe bene, dando il via a film come questo che rischiavano di stare fermi in un angolo. Come dice il Cannibale, non è perfetto, è fin troppo leggero, ma ha quel brio (ah ah) e quella magia che fanno bene.

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  5. Questo, come Highwaymen, è in lista. Spero mi conquisti e non mi faccia incazzare troppo. ;)

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    1. Sulla carta è molto, molto più fordiano l'altro che guarda caso manca a me, qui il rischio bottigliate c'è ma spero ti possano conquistare unicorni e colori.

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