10 aprile 2020

Rio, Eu Te Amo

Dopo Parigi, dopo New York: Rio de Janeiro.
Scelta piuttosto bizzarra e che non porterà fortuna al progetto ormai denominato Cities of Love.
Il problema sta nel raccontare una città complicata come Rio, i suoi amori, la sua facciata, cercando di andare a fondo.
Il problema sta nell'occhio da turisti che i registi continuano a tenere e nel cercare di affrontare temi spinosi con un ottimismo che sembra eccessivo.
Tenendo un'estetica che non regge al tempo, che sembra pacchiana e ingrigita a distanza di soli 6 anni.


Se i nomi noti sono soprattutto dietro la macchina da presa (Sorrentino, Arriaga, Meirelles e Turturro) mancano attori di grido e a ben guardare anche storie davvero belle.
Pure per il Brasile si sceglie di mixare i vari cortometraggi, di raccontarli e mostrarli legati tra loro creando però una confusione a tratti eccessiva.
Poco si salva, va detto, e la classifica di questi 10 episodi, se confrontata con le altre città, sarebbe tutta da bocciare:


10. Eu Te Amo - Stephan Elliott


Una star internazionale arriva capricciosa a Rio.
Il suo autista non lo rispetta.
Ma ha una chiamata: deve scalare il Pão de Açúcar, partono, senza alcuna preparazione, senza il vestiario adatto.
Una scalata pericolosa e pure assurda.

9. A Musa - Fernando Meirelles


Vincent Cassel è un'artista della sabbia.
Quelli che nei luoghi di vacanza creano sculture impensabili.
Lo fa, ma non guadagna chissà che, di certo non l'attenzione dei passanti, che scruta, credendo anche di trovarci l'amore.
Sarà la gioia dei feticisti, con una colonna sonora che si sostituisce ai dialoghi e alle emozioni. Eccedendo.

8. Dona Fulana - Andrucha Waddington


Gli invisibili questa volta hanno genere femminile.
Una donna che vive per strada per scelta, che si arrangia, che fa di fontane la sua doccia, di spiazzi vuoti il suo letto.
Un nipote la raggiunge e cerca di capirla.
Non il cortometraggio che sceglierei per parlare di chi non ha casa.

7. Texas - Guillermo Arriaga


Arriaga si sa, non parla di temi leggeri.
Qui c'è un boxeur con un braccio solo, la cui amata necessita di cure costose e che riceve una proposta indecente da un gringo che se n'è innamorato.
Troppo? Sì.
Anche nei suoi toni grigi.

6. Gruman - Paolo Sorrentino


Il Sorrentino che non ti aspetti, che mette da parte riprese maestose e fotografia da urlo alla ricerca di divertimento.
Quella della vendetta di un marito anziano verso la giovane moglie senza cuore,
interpretata da Emily Mortimer.

5. Pas des deux - Carlos Saldanka


Danza che come sempre è amore e conflitto,
uno spettacolo che deve andare avanti nonostante una separazione imminente.
La performance ci guadagna in passione e sentimento grazie a quello che succede dietro le quinte.

4. Milagre - Nadine Labaki


Un bambino solo e che subisce violenza aspetta la chiamata di Gesù in stazione.
Due attori decidono di renderlo felice.
Buonista quasi troppo, ancora una volta, per parlare di chi non ha casa, di chi non vive nella ricchezza, non sceglierei un cortometraggio simile.

3. Vidigal - Im Sang-soo


Esistono i vampiri a Rio?
Tra colori, musical e follia, questa breve commedia sembra dire di sì.

2. Quando nao hà mais amor - John Turturro


Che succede quando ci si lascia?
Che immagini restano?
Ispirato da un canzone di Vanessa Paradis, Turturro ce lo mostra.

1. Inutil Paisagem - José Padilha


Inizialmente censurato, per paura che potesse offendere i credenti.
Ma alla fine, reinserito, questo è l'unico spezzone che ha delle verità, che se la prende con quel Cristo che tutto sembra vegliare e che in realtà niente fa.
Con un giovane Wagner Moura.

2 commenti:

  1. Diciamo che in Brasile c'è colore, e leggendo questi corti parecchio direi, questi manco su Youtube? Peccato..

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    1. Essendo più "nuovi" non sono riuscita a trovarli. E nonostante l'anno di uscita e il colore che ci si aspetta dal Brasile, la patina della fotografia è anche troppo grigia, purtroppo...

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