Tutti prima o poi si cimentano con i what if della storia.
Lo ha fatto anche Philip Roth immaginando un'America che non scende in campo contro i nazisti, ma anzi ci si allea.
Immaginando la scalata al potere del pilota di aviazione Charles Lindbergh, capace grazie alla sua fama e al non-interventismo (Vota Lindbergh o Vota la guerra!) di sconfiggere Roosevelt alle elezioni, di far valere le sue simpatie tedesche ma soprattutto il suo odio contro gli ebrei.
HBO ha deciso di fare di The Plot Against America una miniserie: 6 episodi per raccontare questa storia alternativa ma tragicamente attuale.
Tutta raccontata dal punto di vista della famiglia Levin, il grande alter ergo della famiglia Roth.
I Levin che vivono in un ghetto sì, ma di loro spontanea volontà, un ghetto che è in realtà un quartiere residenziale di Newark, dove i bambini giocano in strada, dove dopo cena ci si trova fuori casa a discutere delle ultime notizie dei radio e cine-giornali.
Ed è lì che senti la rabbia che cresce, la paura che prende piede, per le ignobili accuse di Lindbergh, per il suo creare consenso.
Lo senti e lo vedi, con gli insulti, le minacce e le svastiche che spuntano e non vengono fermate.
Si urla, allora, in casa Levin, contro quella radio, contro quei nipoti che non capiscono, quei figli che continuano ad idolatrare un Presidente e un rabbino e una zia che hanno voltato le spalle alla famiglia.
Si urla, e in disparte, in un angolo, si trema e si piange.
O che sia Bess (Zoe Kazan, splendida e fragile roccia di una famiglia), una madre amorevole anche per chi non è suo figlio, che ha paura di rivivere la segregazione, le umiliazioni e cerca di proteggere come può i suoi figli, anche a costo di dare un ceffone come si deve.
O che la protagonista sia Evelyn (una Winona Ryder senza tempo), zitella che trova l'amore e il successo verso chi (un John Turturro da prendere altrettanto a ceffoni) si prostra al successo, al Presidente in persona, senza badare a quello che questo significa.
O che sia quel nipote e cugino (il bel Anthony Boyle), orfano pieno di rabbia, dalle amicizie inaffidabili, dagli intenti eroici che scappa in Canada per uccidere i nazisti con il loro esercito.
Ma in realtà, il protagonista è Philip: bambino indifeso che si trova a tenere segreti più grandi di lui, ad assistere a un momento così complesso, così spaventoso, ad essere responsabile per il destino del suo vicino di casa, a vivere notti peggiori dei suoi giorni, in cui gli incubi lo tormentano.
Lo vedi, questo piccolo protagonista, questo piccolo Roth mascherato, e non puoi che soffrire con lui e per lui.
Sentire il peso della Storia, di quello che è stato fatto, di quello che poteva essere e di quello che in un mondo in cui le ingiustizie e le discriminazioni ancora ci sono, non sembrano fermare gli estremisti più pericolosi.
E allora, questa miniserie ha un significato in più.
Quel finale lieto solo in parte, in cui si piange e si soffre, è un monito.
Gli anni '40 saranno anche perfettamente ricostruiti, tra abiti e scenografie che fan perdere la testa, con una cura dei dettagli e una fotografia da applausi ad ogni scena, ma in realtà si parla di e si parla per l'oggi.
Di elezioni truccate e manipolate, di violenze giustificate e stampa raggirata, di oppositori messi a tacere.
E queste immagini sono appunti di quello che non deve essere.
Voto: ☕☕☕☕/5
Non so se vederlo subito o aspettare di leggere il romanzo, al solito. Dato il tema impegnativo, potrei preferito sul piccolo schermo che su carta. :)
RispondiEliminaGrazie all'HBO ho capito di aver bisogno di un po' di Roth, appena potrò spostarmi dal mio comune sprovvisto di libreria, rimedierò. In questo caso non ho avuto troppi dubbi, più per il cast e la bellezza delle immagini.
EliminaTemi attuali con un plot molto interessante. Probabilmente andrà su Sky.
RispondiEliminaLo immagino anch'io, tempo di poter doppiarlo in sicurezza e immagino arriverà.
EliminaLo spunto iniziale mi ricorda The Man in the High Castle, che aveva un grande potenziale purtroppo sprecato, almeno da quel che avevo visto...
RispondiEliminaQuesta potrebbe essere meglio, poi c'è Zoe Kazan. Al momento cerco visioni più leggere, ma continuano a tirare fuori queste cose pesanti che però intrigano. :)
Questo è decisamente meglio, e non solo per il cast, anche perché The Man in the high castle l'ho abbandonato al secondo episodio e al millesimo sonnellino...
EliminaQui la tensione tiene desti, e il racconto è così reale e ben rappresentato che gli episodi si macinano.
Leggero non è, e si soffre parecchio.
Magari nella fase 3?
Un attore muore come tutti gli altri - molto semplicemente,
RispondiElimina♪ even though he was a genius, even though he was huge ♪
Non lascia nessuna macchina o macchina dietro di sé,
Ma lascia un pezzo della sua anima. E che bella cosa è vedere attori di https://www.altadefinizione4k.tv/family film felici.