30 marzo 2021

Mrs. America

Mondo Serial

Femministe unitevi!
E voi, stanchi del femminismo di oggi, non scappate.
Mettiamoci seduti tutti assieme su un divano virtuale e impariamo un po' di cose.
Non stiamo qui a parlare di linguaggio, battaglie social, ammiccamenti che poi diventano marketing.
Parliamo delle basi.
Di chi il femminismo l'ha creato, combattuto, sostenuto negli anni bui in cui la donna non doveva lavorare, doveva starsene a casa e prendersi cura di prole e marito, figuriamoci se poteva candidarsi in politica o stare con una donna!
Queste donne, oltre agli uomini e al loro mondo che in tutto le esclude, si ritrovano a combattere altre donne, quelle che al mito del focolare domestico credono ciecamente, e lo vedono minacciato da un emendamento come l'Equal Right Amendment (ERA) che sostanzialmente propone di garantire pari diritti ai cittadini, senza distinzione di sesso. Includendo così le preferenze sessuali e il diritto all'aborto.
Apriti cielo!


Siamo nel anni '70, anche se -tristemente- sembra di stare ai giorni nostri.
Giorni che ci fanno capire che una battaglia giusta, giocata bene e con le pedine al loro posto, non sempre porta a una vittoria.
O almeno, non ad una immediata.
Le pedine sulla scacchiera sono un'icona con la testa e lo stile giusto come Gloria Steinem, un'esperta di politichese come Bella Abzug, una femminista ante litteram come Betty Friedan, una politica, donna e nera come Shirley Chisholm, che apre molte porte (pure a segretarie molestate, perché il #metoo mica è nato ieri), una politica repubblicana come Jill Rockelshaus ma non per questo conservatrice, una coppia aperta e genuina di avvocati.


Pedine giuste, che si trovano a muovere battaglia per vedere ratificato questo emendamento in almeno 38 stati, combattendo su giornali, TV e strada, tra manifestazioni, colloqui con il Presidente, raduni.
Contro di loro, i conservatori più duri, che hanno il volto fintamente angelico di Phyllis Schlafly, una donna che potrebbe essere l'emblema del femminismo, che studia, che lavora, che si interessa di politica estera e di difesa, ma che difende invece il ruolo della donna come madre e moglie (lei che affida i suoi sei alla nuora e alla domestica), aizzando folle di casalinghe a suon di fake news ed esagerazioni. Il tutto per risplendere, per riuscire a mettere piede in politica dopo due sconfitte consecutive, per il suo ego così grande da schiacciare chi le sta attorno.
Una Trump qualunque, verrebbe da dire oggi, che Trump l'ha pure difeso prima di morire e che non disdegna di collaborare con religioni e associazioni antisemite e razziste.


Duole dirlo, ma se Mrs. America si può dire riuscito, è perché noi pubblico ci troviamo a dar ragione ai politici maschi: uno scontro al femminile tira sempre. 
Una catfight come si deve, incolla allo schermo.
E così la battaglia tra le femministe pro-ERA e la Schlafly acchiappa, tifando spudoratamente contro di lei, gongolando per i suoi scivoloni, la si vorrebbe esposta e denunciata per la sua ipocrisia.
La battaglia è pure di bravura, tra la solita odiosa, perfettina Cate Blanchett (ai miei occhi sempre più una nuova Meryl Streep), la sorprendente Elizabeth Banks, la certezza Sarah Paulson, la caratterista Margo Martindale e soprattutto la riscoperta della troppo defilata Rose Byrne. E poi ci sono Uzo Aduba, John Slattery, Adam Brody, James Marsden, Bobby Cannavale…
Un cast che fa scintille, per una serie politica e storica senza essere pesante, vuoi anche per la ricostruzione perfetta di una moda, di uno stile, stiloso com'era quello degli anni '70, colonna sonora compresa.

Se a guardarsi intorno la battaglia di queste pioniere è ancora lungi dal finire, guardiamo comunque indietro, per conoscere le basi, per imparare da questo passato che tenta di capire e far capire, di accogliere e di coinvolgere, riuscendo ad aprire un futuro anche alle donne che non sapevano di averne bisogno.

Voto: ☕☕/5

6 commenti:

  1. Il tema mi annoia un po', ma quel cast potrebbe invogliarmi prima o poi!

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    1. Io l'ho tenuto lì in sospeso fino adesso, periodo di magra.
      C'ho messo un po' ad entrarci e orientarmi visti i tanti personaggi, ma alla fine sa appassionare. Loro tutte strepitose!

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  2. Mi trovi d'accordo, è una buona serie in cui alla fine si gioca la carta che funziona sempre: lo scontro fra donne forti. Quello che mi è piaciuto è che nonostante una certa faziosità, comunque il racconto è generalmente impari, non c'è una divisioni fra buoni e cattivi così netta, ma sono tutti molto invischiati nello schema politico

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    1. Mi è stato difficile provare simpatia/pena per Cate Blanchett qui, ma alla fine pure lei non era 100% una strega cattiva. Anzi, era anche più femminista delle femministe nelle sue scelte.
      La serie funziona e riesce a coinvolgere, cosa che non mi aspettavo all'inizio.

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  3. Anche per me Cate Blanchett sta diventando la nuova Meryl Streep. Purtroppo per lei. :)
    Rose Byrne spacca decisamente di più!

    Serie piuttosto discontinua, tra momenti e personaggi molto interessanti e altri meno, ma nel complesso da vedere.

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    1. È rimasta buona buona per tutti questi mesi ad aspettare il suo momento. Non sarà indimenticabile, ma qualcosa mi ha lasciato e soprattutto insegnato.
      Quanto alla Blanchett, spero esca dalla zona personaggi-tutti-uguali della Streep.

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