16 novembre 2022

Amsterdam

Andiamo al Cinema

Hai Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, Chris Rock, Anya Taylor-Joy, Zoe Saldana, Mike Myers, Michael Shannon, Timothy Olyphant, Andrea Riseborough, Taylor Swift, Matthias Schoenaerts, Alessandro Nivola, Rami Malek e Robert De Niro…
Insomma, hai un cast simile, e cosa puoi sbagliare?


Sei David O. Russell, considerato un Re Mida, amato per Il Lato Positivo, per aver lanciato la carriera di Jennifer Lawrence, ma almeno da me, guardato sempre con sospetto visto che né American HustleJoy mi hanno particolarmente entusiasmato, e cosa può andare storto?


Hai una storia che parla di complotti da sgominare e da creare, che hanno le loro origini in un'amicizia profonda nata ad Amsterdam in tempo di guerra e che arriva fino a sgominare i nazisti in America, e cosa può andare storto?

Brevemente: tutto.


Ma argomentiamo, prendiamoci tempo come se lo prende Russell, sforando come è ormai abitudine consolidata le due ore.

A non andare è prima di tutto il ritmo del film.
Che vuole essere brillante, vuole essere gigione, nell'andare avanti e indietro nel tempo, in un montaggio -soprattutto nel finale- molto confuso, e nel farsi raccontare dalla voce fuori campo del protagonista, così strano, così pazzo nel suo essere medico ferito e dal cuore spezzato, a cui il prezzemolino Christian Bale dona quella stranezza che da lui solitamente serioso non ci si aspetta.


A non andare, poi, è proprio il cast.
Non Bale che si accetta anche in queste vesti insolite, non Margot Robbie sempre così ammaliante, ma John David Washington sì, che sembra imbalsamato nella maggior parte delle scena, senza alcuna chimica con la sua controparte.
E poi ci sono le continue entrate di grandi star anticipati dai movimenti di macchina come a sottolineare "hey, guarda che cast sono riuscito a mettere insieme! È proprio lei/lui!" che vista l'abbondanza di nomi, stanca e irrita.


A non andare, infine, è la storia.
Che di per sé è interessante, nel mostrare i tentativi di nazisti americani di infiltrarsi al governo e nei governi altrui, basata com'è su una storia vera.
Ma che raccontata così, per tappe e incontri a tratti molto forzati, fa perdere il filo della sceneggiatura e soprattutto l'interesse, in situazioni e digressioni confuse, dove alla chiarezza sono preferite scene di ballo e installazioni artistiche.
All'inevitabile risoluzione dei conti finale, con tutto il gran cast riunito nel più classico dei grandi eventi, viene da chiedersi: e quindi? 


E quindi, dopo aver cercato di raccontare la nascita del mocio, Russell ha cercato di alzare il tiro e sgominare i fascisti della storia proponendo un pasticciaccio così patinato, così attento all'estetica, ai suoi attori, che alla sceneggiatura di per sé, da risultare un flop sotto ogni punto di vista.
Si stimano 97 milioni di dollari persi al fronte dell'ingente costo di realizzazione.
Di errori ne sono stati fatti parecchi, e purtroppo si vedono e si sentono tutti.

Voto: ☕☕/5

8 commenti:

  1. Bale e la Robbie sono meravigliosi, la confezione è splendida, ma alla fine sono rimasta perplessa perché pare che il film sia molto indeciso sul tono da prendere e, arrivato in fondo, sembra voler chiudere tutto in fretta e furia. Mah.

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    1. Stessa sensazione, purtroppo. Non capivo dove volevano andare a parare e a metà mi sono anche detta: "sai che poco mi importa della loro missione/indagine?".
      Non è così che si sprecano grandi attori.

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  2. Bene, posso continuare ad ignorarlo come ho fatto senza problemi, mi sapeva tanto di orgia di nomi famosi, quelle che di solito vengono premiate dal pubblico ma considerato la perdita, non è andata così. Cheers

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    1. Pure il pubblico ha fiutato la sòla, sarà che me lo sono vista in italiano per mancanza di alternative ma davvero poca roba considerando chi è stato coinvolto.

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  3. John David Washington era imbalsamato già in Tenet, ma lì avevo dato la colpa al fatto che il suo personaggio dovesse sembrare sorpreso di quello che gli stava accadendo intorno. Invece, a quanto pare, non era così...

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    1. Come Malcom, aveva saputo tenere testa alla Marie di Zendaya, ma qui sembra davvero fuori fuoco. Estraneo alla scena o al partner di scena.

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  4. Non è certamente il miglior Russell, ma nemmeno una ciofeca immonda come molte critiche preconcette, soprattutto d'oltreoceano, hanno sentenziato. Ha dei limiti evidenti di scrittura, su questo non ci piove, però io personalmente mi sono divertito e ho apprezzato molto il lavoro sugli attori. Le ragioni del flop commerciale credo stiano più che altro nella brutta fama (giusta o sbagliata che sia) che Russell si è fatto a Hollywood... che non aspettava altro che un mezzo passo falso per fargliela pagare.

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    1. Lui non brilla di modestia o di simpatia, ma i suoi ultimi film non riescono a convincermi: grandi nomi, grandi storie, raccontate in modo confuso o patinato.
      Insomma, non fa per me. Anche se The Fighter è una mia grande lacuna.

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