1 novembre 2022

The Midnight Club

Mondo Serial

La storia di oggi è la storia di un amore infranto.
L'orrore c'è, state tranquilli.
Questa storia parte con un'amante di cinema e serie TV che si trova sempre più tentata dal mondo dei brividi.
Perché oltre la paura, c'è sempre di più, ha imparato.
Ci sono dolori, lutti, ci sono traumi e segreti, non solo jumpscares che fanno passare notti insonni.
Ogni storia d'amore è una storia di fantasmi, giusto?
E così, sempre più tentata da questo mondo, si è ritrovata a vedere Hill House, una serie da urlo (ma da urlo davvero, l'unico titolo che l'ha fatto urlare sul divano dalla paura), una serie bellissima, di una casa meravigliosa, di una famiglia spezzata, di un passato che tormenta.
Ecco com'è nato l'amore per Mike Flanagan.


Un amore che ha portato questa ragazza a vedersi pure Il Gioco di Gerald, trovandolo interessante in molti punti, per non parlare del temutissimo seguito di Shining, Doctor Sleep che non ha infranto le attese, finendo pure in classifica a fine anno, e non solo per la presenza di Ewan McGregor, altra sua cotta storica.
Poi, però, qualcosa ha iniziato a vacillare.
Forse le aspettative, forse la sicurezza che ormai Flanagan e Netflix sembravano dare, ma con Bly Manor il ritorno ad un'altra tenuta -inglese, questa volta, negli anni '80 patinati, poi- ha fatto aprire una crepa. Che è diventata più profonda come il sonno che sapevano dare certi episodi di Midnight Mass, così prolissi in una sceneggiatura densa e profonda, ma che non sapeva acchiappare e tenere desta l'attenzione.
Ora, questo amore si trova a dover superare un'altra prova.


Quella di un racconto di scatole cinesi, di racconti nei racconti, che compongono The Midnight Club.
Ambientato in un'altra tenuta da sogno che ospita però chi vede realizzato il suo peggior incubo: una malattia mortale, e terminale, in giovanissima età.
Vengono qui accolti, accuditi e lasciati liberi di seguire le proprie volontà senza alcuna battaglia da vincere o da perdere, otto giovani il cui destino è segnato.
Passeranno lì i loro ultimi mesi, stringendo un'inevitabile amicizia e formando il club di mezzanotte del titolo: allo scoccare del nuovo giorno, si ritrovano infatti in biblioteca, al lume di un caminetto, raccontandosi a turno una storia d'orrore che inevitabilmente parla di loro.
Dei loro sogni, del loro passato, andando a scoprire cicatrici e desideri.
A portarci in questo mondo, è purtroppo Ilonka, un cancro alla gola, la voglia di vivere e di riuscire a salvarsi. Esperta della storia di quella tenuta che comprende sette religiose e acque miracolose, diventerà presto così ossessionante e ossessiva da risultare un personaggio insopportabile, e poco importa se è il desiderio di sopravvivere, di guarire, di vivere, a muoverla.


Un cuore troppo di pietra, quello di una ragazza solitamente affascinata da come si racconta la morte?
Forse sì, perché se troppo spazio si prende Ilonka, restano indietro gli altri (Amesh e Anya in particolare) che hanno storie e modo di affrontare la loro scadenza che meritavano più approfondimento.
Il problema, poi, sono le storie che questi ragazzi si raccontano, derivative e già sentite, banali e prevedibili al limite del ridicolo in alcuni casi, pur apprezzando gli sforzi di rimaneggiare i racconti di Christophe Pike per mostrare lati di questi personaggi che solo così fanno emergere.
Patinato anche nella fotografia, prevedibile anche nella fase presente che quella clever girl mica era tanto clever, spiazza poi per un finale che più sospeso non si può, e una seconda stagione guarda caso non ancora confermata.


Il cuore di questa ragazza è combattuto: perché sa che il tema importante, che certi dialoghi o monologhi sono stati importanti, che certe presenze spaventose l'hanno spaventata, ma la confezione del tutto risulta davvero traballante.
Al terzo appuntamento buco l'amore tra questa ragazza -che scrive- e Mike Falanagan è ufficialmente in crisi?
Purtroppo sì, bisogna ammetterlo.
Rivendendo le aspettative, però, le cose potrebbero cambiare.
Anche perché c'è un'altra tenuta, quella di Usher, in arrivo.

Voto: ☕☕½/5

3 commenti:

  1. Inizia alla grande, poi tornano i muri di parole di Flanagan, anche se l'omaggio alle storie e al processo creativo resta ottimo, sono d'accordo con la tua analisi. Cheers!

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    1. Solitamente apprezzo i film o le serie tutteparole, ma Flanagan non sempre sa mantenere il ritmo.
      Non soporifero come Midnight Mass, non splendido come Hill House.
      Ma so che sono anche le aspettative che a fregarmi.

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  2. Il mio amore nei confronti di Mike Flanagan invece è più forte che mai. Questa serie l'ho adorata, e mi ha anche commosso parecchio.

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