23 aprile 2024

In My Skin

Mondo Serial

Beth ha la vita perfetta: una madre che la porta all'opera, che le fa vedere i film impegnati, che la mantiene senza viziarla, ha due amici con cui fare festa, ha un cervello che funziona e un'inevitabile cotta per la più popolare della scuola.
Peccato che non tutto questo sia vero, nella vita di Beth.
Non gli amici, quelli ci sono e se da una parte c'è il comprensivo Travis, dall'altra c'è la piuttosto invadente e dedita ad alcool e droghe Lydia, che però in un trio affiatato sanno trovare un equilibrio.
Non la cotta per la più popolare, che in una scuola in cui essere lesbiche significa avere un mirino sulla schiena, aiuta poco. Ma Beth ha le spalle larghe e nessuna paura.
Ma quella madre amorevole, ecco, quella non c'è. 
Non sempre, almeno.


Beth è abituata a mentire da sempre, tanto da confondersi, da trovarsi a inventare sempre scuse, impegni, serate e visioni.
Nessuno è mai stato a casa di Beth, a scuola i suoi genitori non si sono mai presentati.
Perché Katrina, la madre, è bipolare ed entra e esce dagli istituti.
Perché il padre è alcolizzato e violento.
E Beth è abituata a occuparsi di loro, a subire le loro urla, i loro sfoghi, ad odiarli e a cercare di proteggersi tra i libri, a scuola, nelle sue bugie.
Fa quel che può una nonna con i sensi di colpa ma anche con la sua vita, che si ritrova a difendere il figlio, aiutare la nuora e offrire un respiro momentaneo a Beth.


La prima stagione di questa piccola serie inglese datata 2020, è un doloroso viaggio nelle bugie di Beth, nel suo cercare un equilibrio tra pubblico e privato cercando di far sentire la sua voce ma allo stesso tempo di non sembrare la secchiona di turno.
Ci si sente quasi claustrofobici nel suo mentire, nel suo coprire impegni che sono visite mai piacevoli dentro un istituto dove trovare urla e sguardi torvi.
La seconda stagione, arriva dopo più di un anno e molto è cambiato. 
Non solo la fisicità di Gabrielle Creevy, ma anche il respiro che prende la serie, con Beth ad aprirsi finalmente, con la madre ad avere un equilibrio apparentemente stabile, una speranza di uscita pure.
C'è del sole, in quell'angolo di Galles, c'è spazio per l'amore, le gite scolastiche, gli esami di fine anno.
E pure per un lieto fine che sembrava quasi impossibile, impossibile uscire da quel buco di città, da una routine scoraggiante, da un destino che sembrava segnato.
Kayleigh Llewellyn che parla di sé, riesce invece a rendere il lieto fine né melenso né sdolcinato, ma giusto.
Rendendo omaggio a professori che sanno essere qualcosa di più, più di macchiette che strappano risate, più di testimoni silenziosi.
Ad amici che non accusano, ma capiscono.
A una madre che riesce a farcela, a fare la madre finalmente.


Le lacrime non possono che scendere copiose per tutti gli ultimi episodi di questo breve racconto e anche se il tono è diverso, se la voce di Beth che racconta, che guarda in macchina, si perde un po' e quello che sembrava un cliffhanger di fine stagione viene dimenticato, In My Skin trova una sua conclusione.
Ed è bellissima.
Scoprirla con qualche anno di ritardo non fa perdere forza a una serie che meritava il recupero.
E probabilmente un passaparola più forte.

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Serie bellissima!
    La consolazione è che per me non è ancora finita. I sottotitoli italiani si sono fermati al secondo episodio della seconda stagione, e quindi mi mancano gli ultimi tre, lacrime comprese.
    Chissà se qualche anima pia terminerà i sub, o se qualcuno la trasmetterà finalmente in Italia...

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    1. Può essere che questa serie era in lista da tempo immemore grazie a te? E sono riuscita pure a batterti? Passa al alto oscuro dei sub inglesi, ormai sei allenato, anche se qui l'accento marcato aiuta poco.
      In ogni caso, prepara i fazzoletti.

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