9 aprile 2024

Il Problema dei 3 Corpi

Mondo Serial

PROBLEMA
Dato un romanzo di successo, ridurne la trama complicata all'altezza dell'abbonato medio di Netflix.

DATI A DISPOSIZIONE
una manciata di attori occidentali molto affascianti
1 ambientazione molto cool come Londra, Oxford e le coste inglesi
q.b. di flashback che tornano nella Cina della Rivoluzione
1 episodio sanguinolento

SVOLGIMENTO

Prendere gli attori occidentali e affascinanti e cercare di renderli credibili come scienziati che pur non avendo ancora raggiunto chissà quale grado di fama, si trovano al centro di tutto e hanno tutte le risposte.
Prendere i flashback e distillarli episodio dopo episodio in modo da creare l'alone di mistero, buttando in mezzo un episodio speciale dove il sangue abbonda, dove lo sbalordimento dev'essere tale da generare meme automatici che già sono stati preparati in cartelle per essere dati in pasto alla rete.
Se la trama si fa complicata, andare di spiegoni, di esempi continui. Le lavagnette possono tornare utili, nel caso anche i candelabri.
Per assicurare l'engagement dell'abbonato medio, una bella sfida a livelli in stile videogioco aiuta di sicuro, ancor più indagini su omicidi o suicidi misteriosi.


APPROFONDIMENTO

Eccola qui la nuova serie fenomeno di Netflix.
Quella di queste settimane almeno, perché si sa che a breve verrà sostituita, dimenticata, rischiando di non essere finanziata per una seconda stagione visto il costo elevatissimo degli episodi che sono ovviamente un nuovo record per la piattaforma (20 milioni l'uno, se vogliamo essere precisi).
Il temibile duo David Benioff/D. B. Weiss è tornato, e dopo aver affrontato Il Trono di Spade con l'esito che ben sappiamo, han deciso di mettere le mani sulla saga di fantascienza più venduta in Cina, bestseller mondiale e al centro pure di un caso giudiziario con un omicidio fra soci detentori dei diritti.
Il Problema dei 3 Corpi, di Liu Cixin.
E di cosa parla questa saga?
Di scienza, che mai come in questo periodo è diventato un soggetto cool, di rivoluzioni, di misteri e di suicidi.
Partendo con ordine, c'è una scienziata che negli anni della Rivoluzione culturale cinese cerca di mettersi in contatto con l'Universo lì fuori, e c'è un oggi in cui sempre più scienziati si suicidano a causa di un conto alla rovescia che continuano a vedere impresso nella loro mente.
Cosa sta succedendo nel mondo?
Quello che sembra un mistero interessante in cui indaga un poliziotto stropicciato e che coinvolge cinque scienziati belli bellissimi, amici amicissimi, dalle personalità complementari all'algoritmo, viene mostrato, approfondito e in parte risolto rimanendo fedeli a una trama che privilegia i misterini, i personaggi strani, alle risposte più profonde.


L'inizio capisco com'è che prende così.
Indagini su quei suicidi, detective privati mossi da un uomo altrettanto misterioso, telecamere che non vedono, universi che fanno l'occhiolino e ovviamente il videogioco con quell'andare avanti per livelli che è un modo molto poco creativo ma avvince lo spettatore con facilità.
Ma poi, che succede?
Com'è che tutto cambia, che alcuni personaggi spariscono, che una scienziata devota che tutta la vita ha dato per questo, se ne va lavandosene le mani?
Cosa mi sono persa?
Giuro che nonostante questa demolizione, non ho mai ceduto al sonno.
Troppo impegnata ad arrabbiarmi per come la sceneggiatura era costruita, per come la serie era recitata, per come quei soldi sono stati spesi (non solo quelli di una stella, anche quelli di Netflix).


Quello che è da sottolineare è come al centro di tutto, in 7 miliardi di persone, ci sono "i 5 di Oxford".
E se due posso giustificarle, intelligenti, pronte a entrare in azione, perspicaci... gli altri?
Quello ricco e bonaccione?
Quello che preferisce bere e cambiare donna ogni sera?
Quello malato terminale che sembra più in forma di me con l'influenza ma che trova luce infine perché "hey, è mio amico, è un professore di fisica, di sicuro in 7 miliardi di persone non ci sarà un altro volontario per questa missione suicida fin da subito che siamo riusciti a progettare in tutta fretta. Chiedo a lui!"
Lo so, lo so, è una serie TV.
E sto cercando di non rivelare troppo facendomi però prendere dalla foga e dalla rabbia per averci perso così tanto tempo.
Si deve condensare, si devono chiudere gli occhi, si deve capire che così è più semplice e avvincente da raccontare.
... Ma quella stella?
Davvero vi basta una Lana del Rey in sottofondo per rendere giustificabile l'acquisto di una stella per 19 milioni mentre il mondo brucia e non si è fatto altro che parlarne?
Davvero è il gesto più romantico possibile?
Non sarà che è la colonna sonora a fregare ogni volta, a renderci dentro un videoclip, a noi, generazione di MTV, e quindi pure Karma Police (dal testo almeno più aderente ai maths talking) viene usata per un momento drammatico.
Ok, mi calmo.


I buchi notevoli di sceneggiatura continuano però per il resto degli episodi.
Che nonostante gli spiegoni non mostrano com'è che una società aliena così avanti tecnologicamente nonostante il problema dei tre corpi che li affligge, deve fermare noi e la nostra tecnologia molto più indietro.
O forse lo fanno, ma senza essere convincenti.
Che poi, a essere pragmatici e un filo pessimisti: perché temere la fine del mondo fra 400 anni se il mondo -o almeno l'umanità- sta già finendo? Siamo solo insetti e sappiamo dircelo da soli.
Tutta una grande metafora per parlare di cambiamento climatico?
Non so.
So che almeno fino al quinto episodio c'è una certa coerenza e una certa unicità, scavalcato quello, il tempo passa, non passa, personaggi spariscono, ricompaiono, si sacrificano e muoiono e piangono e vengono portati qua e là per il mondo.
Con che senso?
Non lo so.
L'ho cercato, che lo so che mi piace fare la Bastian contraria e essere contro le serie fenomeno Netflix, ma qui, davvero, non capisco dove sta il complicato, dove sta l'appeal.


I lettori invitano a dimenticare questo bignami occidentale e scoprire una saga ben più complessa e di più ampio respiro sui libri, i fanatici invitano a recuperare l'adattamento cinese più aderente anche solo per la durata degli episodi, Netflix nel mentre gongola. Il record di streaming è assicurato, ma non abbastanza da dare già il semaforo verde a una seconda stagione costosissima che nemmeno la ben più intrigante 1899 ha avuto.
E per rimanere in tema di misteri, di scienza cervellotica, di personaggi strani, se ne trovano di meglio in Dark, siamo onesti.
O il tedesco non è abbastanza occidentale?

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Se hai massacrato così tanto questa serie per me molto intrigante e di facile fruizione, secondo me un suo grande merito visto il tema trattato, non oso immaginare cosa potresti fare guardando Fabbricante di lacrime XD

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    1. Non oso nemmeno io. Con i fenomeni Netflix ho dato per questo mese, cerco di farci pace andando a spulciare titoli più affini e meno da richiamo :)

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