Andiamo al Cinema
All'uscita del primo capitolo ho aspettato a parlarne.
Più le domande che le risposte sul progetto, più i dubbi che le certezze su una saga che voleva raccontare tanto e non mi sembrava molto centrata.
L'uscita del secondo capitolo, in fondo, era prevista da lì a un mese, magari il giudizio poco positivo che mi tenevo dentro sarebbe cambiato. Insomma, se un film è a capitoli meglio giudicarlo nella sua interezza, mi sono detta. O almeno a metà dell'opera.
Poi, però, quell'uscita prevista per il 15 agosto è slittata a data da destinarsi.
Horizon era già un flop commerciale, semplicemente.
Il fatto di essere in sala con soli altri 2 spettatori non era effettivamente un buon segno, che è estate, che 181 minuti non tutti ce li hanno a disposizione e non tutti li sanno reggere in sala. Ma, hei, Kevin si è indebitato, ci ha messo i suoi soldi, e gli studios devono pur ritornarci. Ricalibrato il progetto con l'uscita in VOD del primo capitolo, si sperava di trovare nuovi fan, nuovi spettatori a fremere per la continuazione della saga.
È bastato?
Non proprio, perché un destino questa saga ancora non ce l'ha.
La terza parte è in produzione, Kevin dice che non sa come, ma la finirà e una luce in fondo al tunnel in cui Horizon stava per infilarsi si è accesa: Alberto Barbera ha accettato di inserire il Capitolo Due alla Mostra del Cinema di Venezia.
Gioia! Speranza!
La possibilità di vederlo su grande schermo e in anteprima!
Altri 190 minuti da passare nel vecchio west, ma l'amaro era già dietro l'angolo: non è il film di chiusura che mi aspettavo, non viene proiettato nella stupenda Sala Darsena né nella Grande.
Relegato nella miserissima Sala Volpi che è più piccola di quelle più piccole del mio multisala di paese e poi nella tensostruttura della Sala Giardino.
Beffa delle beffe?
Due sole proiezioni (quando in media, un film ne ha 3 o 4), una dedicata alla stampa alle 9 del mattino, -in concomitanza con gli ultimi film in concorso- una sabato pomeriggio a ridosso della Cerimonia di Chiusura.
Ma come si fa?
Ma che presa in giro è?
Per amore di Kevin e di un'opportunità che chissà se sarebbe tornata, ho aggiunto una notte al mio alloggio al Lido, ho spostato le due proiezioni dei film in concorso al sabato mattina e me lo sono vista in una saletta nemmeno troppo affollata con il resto della stampa minacciata da un foglio che sottolineava l'embargo.
Tutta questa fatica e... e i dubbi sono rimasti, le domande pure.
Che è il motivo di questa lunghissima premessa.
Prendo tempo, anch'io.
Perché ora ho passato più di 6 ore in compagnia di Kevin e dei tanti personaggi della sua saga e un punto ancora non riesco a fissarlo.
Si parte da Horizon, che sembra una El Dorado.
Una città mitica con tante promesse a cui carovane di viandanti aspirano senza sapere che sorge su territorio Apache e che già è stata distrutta con i suoi primi coloni ma anche quelli venuti poi, uccisi barbaramente in un guerra intestina agli stessi nativi. Ma non basta questo sangue a fermare i volantini del misterioso signor Pickering, gli acri a portata di tutti mettono sul cammino grandi e piccole speranze, mentre c'è chi quella speranza l'ha già vista infrangersi e deve ricostruirsi una vita, una casa, una famiglia.
Insomma, il materiale sembra interessante anche per chi non ama il genere western, ma questo centro sembra la meta finale di molti viaggi e chi a Horizon già c'è, deve solo aspettare.
Come noi spettatori.
Lungi dal me criticare corse a cavallo, incendi e razzie.
Le scene d'azione del primo capitolo, con la notte, gli spari, le asce e i coltelli e il fuoco, sono il cuore pulsante di un film che però cambia spesso tono e soprattutto dimentica la sua unitarietà. Tanto che di scene simili, nel secondo capitolo, non ce ne sono e si sente la loro mancanza, perché nemmeno un duello con Kevin in persona dal grilletto facile rende giustizia alle attese.
Se il primo mi è sembrata quindi una lunga premessa in cui i personaggi venivano presentati, abbandonati, ritrovati e messi in moto, il secondo li vede ancora in moto ma non avanzare più di tanto. Anzi.
Come racconto corale dimentica spesso i suoi personaggi, ne introduce di nuovi a cammino più avanzato passando dal drammatico al melenso al comico quasi a dimostrazione del lungo processo di preparazione e realizzazione di un film così strutturato da mancare di struttura.
Forse il piano si realizzerà appieno con i prossimi due capitoli, ma chissà se e quando li vedremo.
Che sia la maledizione che aleggia su Sam Worthington, quella di partecipare a lunghe saghe che impiegano anni per uscire? Una maledizione che colpisce Giovanni Ribisi, personaggio chiave che si vede pochi minuti appena, per ora?
Per fortuna, Kevin punta più sulle donne, e fa bene perché il trio diverso che rappresentano la materna Sienna Miller, la battagliera Abbey Lee e la viziata capace di evolvere Ella Hunt, catturano l'attenzione e non solo per gli splendidi abiti che indossano, frutto di una cura certosina per i dettagli di questa ricostruzione.
Per storie che funzionano (quelle di una carovana composta da brava gente, da gente viziata e da brutti ceffi pronti ad approfittarne) e altre che ancora non hanno un equilibrio (la vedova Kittredge, il suo amore impossibile per il luogotenente Gephardt, ma anche il solitario Hayes Ellison con la donna dai facili costumi Marigold) ce ne sono altre che vengono dimenticate (i fratelli vendicativi Sykes ma anche gli stessi Apache) in un aggrovigliarsi e in un senso di piattezza che dopo 370 minuti ancora non evolve, non esplode davvero.
La sensazione di essere davanti al grande cinema, purtroppo, non l'ho sentita.
Davanti a un cinema vecchio, quello sì.
Non polveroso, quello no, ma quello curato, che chiede pazienza, con la colonna sonora che incalza, con tanto di trailer finali ad anticipare forse troppo di quel che vedremo, per me che odio i Trailer.
Ma non posso fare a meno di continuare a farmi domande e avere dubbi su questa epopea americana e a capire com'è che non è facile portarla a termine e tenerla in piedi.
In attesa di capire il suo destino, almeno fisso questo punto.
Voto: ☕☕½/5
Nonostante tutto, resto curioso. A Kevin si vuol bene.
RispondiEliminaCi sarò anche per i prossimi capitoli, sperando di trovare risposte e abbandonare i miei dubbi.
EliminaTi ho letta con un occhio solo perché la seconda parte mi interessa molto anche se siamo in un cantiere aperte, che mi auguro il KEV riuscirà a completare con i capitoli tre e quattro, grazie per l'avanscoperta gustosissima ;-) Cheers
RispondiEliminaCi sarò anche per tutte le prossime ore, ma al momento mi sembra che manchi una direziona o una struttura a reggere davvero il peso del racconto. Si continua a passare di personaggio in personaggio perdendone e aggiungendone. Non so, mi aspettavo che qualche nodo si sciogliesse anche se almeno qualche destino si è incrociato. Non dico di più, nella speranza esca su grande schermo, magari più grande di quello che gli ha riservato Venezia.
EliminaPiù di 6 ore all'insegna del western in compagnia di Kevin Costner, di cui non ho sopportato manco Balla coi lupi, e c'è pure Sam "Avatar" Worthington? °___°
RispondiEliminaMmm... mi sa tanto che passo XD
Al western sono allergica anch'io, ma quando c'è di mezzo un progetto di grande cinema ci provo. Vediamo se acquista peso con i prossimi capitoli, se Kevin ce la farà a farli.
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