6 giugno 2025

La Trama Fenicia

Andiamo al Cinema

Wes Anderson ha fatto un nuovo film.
E purtroppo non è più un evento.
Non fanno nemmeno più notizia i cast stellari che riesce a mettere insieme, come fosse la norma, ormai, come fosse un piacere per nuovi e vecchi collaboratori partecipare a un suo film.
Un buon segno, certo.
Ma anche un segno di stanchezza se si pensa agli ultimi affollati progetti non certo esaltanti, che sembravano ripetere una formula che permette al buon Wes di spaziare (in modo geometrico) in episodi, più che in romanzi corposi.
Me ne sono resa conto visitando la Mostra personale allestita alla Cinémathèque di Parigi, dove si ripercorre una carriera che negli ultimi sette anni sembra essersi arenata.
Grandi star, grandi location, buone idee ma piccole storie, che bastano appena per racconti che vanno a intrecciarsi in un deserto, attorno ad un giornale o partendo dalle favole di Roald Dahl.


La cosa sembra ripetersi anche qui, ma un briciolo di speranza si riaccende.
Pur diviso in capitoli che sono quasi episodi a sé, La Trama Fenicia ha una storia orizzontale di fondo, che consiste nel riuscire a completare un grande progetto ferroviario di cui mancano pochi centimetri appena, da parte del ricco e stravagante Zsa-zsa Korda, con l'obiettivo di coinvolgere investitori non sempre raccomandabili, ma soprattutto riuscire a non sborsare un quattrino. 
Anzi, più ne sborsa quel fratello che non ha mai amato, meglio è.
Lo si segue quindi in giro per il mondo, mentre attentano in continuazione alla sua vita e mentre cerca di riallacciare i rapporti con la figlia designata come unica erede, in procinto di diventare suora e nuova bussola morale da rispettare ma tentare di corrompere.
Insomma, una famiglia atipica per un viaggio costellato di incontri con personaggi eccentrici.
Tipico di Wes.


Benicio del Toro si diverte a fare l'uomo duro che non deve chiedere mai, che sa come raggirare gli altri e arrivare al suo obiettivo, e lo seguiamo seguito dalla nepobaby Mia Threapleton (figlia di Kate Winslet) e assistito dall'accento buffo di Michael Cera, mentre gioca a tiri liberi con Brian Cranston, Tom Hanks e Riz Ahmed, mentre chiede in sposa la cugina Scarlett Johansson, mentre Jeffrey Wright gli dona il sangue e mentre scappa dal fratello Benedict Cumberbatch.
Ma anche mentre ripensa alla sua vita in visioni divine dove viene giudicato vuoi da Charlotte Gainsbourg, vuoi da Willem Dafoe o dal Dio in persona Bill Murray.
Ci si diverte?
Sì.
E tanto dovrebbe bastare a differenza dei progetti precedenti che sembravano meri esercizi di stile per sfruttare al massimo carrelli orizzontali, scenografie dipinte e una geometria degli spazi che avrà rovinato anche gli occhi di una generazione, ma i miei li fa sempre luccicare.
Anche qui, fin dai titoli di testa in un bagno in cui riprendersi dall'ennesimo attentato, fino a una scena d'azione in un hotel in stile egizio che rende buffa anche una storia d'azione e spionaggio se diretta da Wes Anderson.


Se si cerca qualcosa di più, che sia una morale meno banale e scontata o un vero interesse dietro un progetto di cui presto ci si stanca (ci pensano le grafiche in sovraimpressione a tenere in ordine i conti), si resta delusi.
Difficile però stancarsi di uno stile che sarà anche diventato ripetitivo e facilmente riproducibile anche dall'AI, ma se trova la storia giusta, riesce ancora a entusiasmare.
Aspetto quella che riesca a coinvolgere e emozionare come un tempo, tanto già so che l'appuntamento su grande schermo con Wes non lo mancherò.

Voto: ☕☕/5

3 commenti:

  1. A me è piaciuto molto, e l'ho trovato anche più profondo del solito. Ma, d'altronde, sono una bimba di Wes!

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  2. A me purtroppo non piacciono neanche quelli riusciti tra i suoi. La FOMO non mi spingerà mai al recupero degli ultimi.

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  3. Ormai i film di Wes Anderson mi spaventano più degli horror XD
    Speriamo che pure per me questo sia almeno un minimo divertente...

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