Si diceva ieri a proposito di West of Sunshine che di film con protagonisti disperati ne abbiamo quasi abbastanza.
Oggi, dico, che se ne ha abbastanza dei film ambientati nelle scuole, con professori che diventano nuovi Robin Williams, con classi disagiate che si riscattano.
La storia è sempre quella, questa volta declinata nella periferia di Parigi e con il violino a portare quel riscatto, ma la sostanza, e soprattutto la struttura, non cambiano.
I cliché del genere ci sono tutti: c'è il protagonista più sfortunato di tutti con la sua famiglia disagiata, ma che è anche quello con più talento, c'è la resistenza di un professore (che ha la seriosità di Kad Merad) che si crede superiore rispetto al ruolo assegnatogli, c'è il ripensarci, conoscendo meglio questi studenti, le loro situazioni, ci sono le cadute lungo il percorso, il riscatto, le prove su prove, e infine, l'inevitabile lieto fine.
Che dire di più, che dire di nuovo su una struttura ormai vista e rivista, e che nulla ha più da offrire?
Si sperava che lo zampino francese potesse cambiare le cose, metterci dell'originalità inaspettata, del cuore in più. E invece, tutto procede secondo copione e pure la regia di Rachid Hami si muove artigianalmente, senza strafare, senza immergerci nella musica come magari un Chazelle.
De La Mélodie resta poco allora, e si confonderà presto nella memoria collettiva con tutte le altre scuole, tutti gli altri studenti desiderosi di riscatto, tutti gli altri professor Keating.
Nonostante la sua francesità, sembra proprio uno di quei film che perdersi è un piacere. :)
RispondiEliminaSi, anche perché ormai lo si é già visto in tutte le salse.
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