1 settembre 2017

Venezia 74 - Our Souls at Night

Avvertimento per tutti coloro che -come me- hanno amato il romanzo di Kent Haruf: il regista Ritesh Batra si è preso parecchie libertà.
Ha condensato, ha tagliato, ha cambiato soprattutto.
In meglio? In peggio?
Non è facile rispondere.
Perchè la magia, la poesia e il malinconico romanticismo di Holt, sono rimasti nonostante tutto, intatti.



Addie e Louis prendono vita, e sono perfettamente incarnati dall'appesantito e silenzioso Robert Redford e dalla noncurante e sempre bellissima Jane Fonda, Holt, la sua Ceddar Street, sono lì, davanti ai nostri occhi, con la campagna a circondarli, con i tempi lenti, dilungati, tipici della periferia.
E c'è il piccolo Jamie, sì, in visita, c'è Bonnie che viene adottata, c'è il contrariato figlio Gene, ma più problematico, c'è il campeggio, c'è la notte a Denver, ma mancano piccoli dettagli, piccole storie a cui da lettori ci si era affezionati.
E' la dura legge dell'adattamento, non tutto ci sta, altro può essere modificato, a piacere.
E onestamente, senza sembrare sacrilega nei confronti di un romanzo tanto amato, il finale pensato da Batra è forse meglio, più profondo, così come ben sono stati gestiti quei figli a cui dare più spazio, più profondità.
Non è la stessa storia, ma è la stessa magia, quella delle parole e del raccontarsi, del conoscersi e cercarsi, vincendo timidezze e pregiudizi di città.
Redford e la Fonda sono un tutt'uno con i loro personaggi, si muovono in quella campagna dalla colonna sonora country ispirando da subito tenerezza e romanticismo, dando speranza, pure, per quell'amore che non ha età, per la solitudine che può essere vinta.

7 commenti:

  1. E daje con 'sti film sui vecchini.
    Ormai sono più trendy di supereroi e vampiri. :)

    Se ci aggiungiamo pure la colonna sonora country, mi sa che non ce la posso proprio fare...

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    1. Il tuo cuore di pietra invece potrebbe sciogliersi visto che un po' é un boy meets girl versione terza età. Dagli una chance :)

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  2. Io ho già gli occhi a cuoricino.
    Cannibale, sciò!

    PS. Ma tu, se non l'hai visto, devi vedere proprio Una canzone per Marion: non ricordo. La Redgrave che canta True Colors a Terence Stamp mi ammazza, nonostante il film sia piccolino e modesto.

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    1. Nonostante i vecchini, Una canzone per Marion mi avevo colpito al cuore decisamente. Tutto merito di Gemma Arterton, suppongo...

      http://www.pensiericannibali.com/2013/09/una-canzone-per-marion-il-glee-della.html

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    2. Ai vecchino non resisto, si sa, segno e recupero una volta tornata!

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