22 novembre 2021

Il Lunedì Leggo - Resoconto di R. Cusk

Uno dei migliori libri dell'anno per il New York Times, il Guardian, il New Yorker. 
Acclamato da scrittori del calibro di Ishiguro e Eugenides.
Un romanzo uscito nel 2015 che poi diventa il primo capitolo di una trilogia altrettanto acclamata, che per alcuni "Ha cambiato le regole del romanzo contemporaneo".
E tu, ti fai piccola.
Che mai lo avevi sentito, il romanzo, tantomeno la trilogia, figurarsi l'autrice che giusto mentre la leggi, ritrovi acclamata anche in Un anno con Salinger.
Ti chiedi, poi, se riuscirai ad entrare nella storia di questa donna che ha appena divorziato, che elabora il suo divorzio attraverso queste pagine.
Te lo chiedi, mentre vai avanti e capisci che quelle nuove regole sono effettivamente nuove, diverse, piene di fascino.


Il New York Times lo aveva detto: "Non accade nulla, eppure accade di tutto".
Ed è proprio così.
Perché banalmente quello a cui assistiamo è il viaggio verso Atene e la permanenza nella capitale greca di una scrittrice, lì per tenere un corso di scrittura creativa.
Tutto qui.
Ma non è di lei che si parla.
O forse sì.
Si parla di chi incontra, di chi conosce, sull'aereo, a quel corso, nella casa che la ospita e nei ristoranti che frequenta.
Lei ascolta, riporta le storie delle vite degli altri, che solo all'ultimo accennano a una domanda nei suoi confronti.
Sono storie che raccontano di altri divorzi, di altre scelte e percorsi, di amori e di solitudine. 
In cui io, io e io, è al centro.
Certo, c'è spazio per gite in barca e per ascoltare anche le riflessioni di quegli studenti, così diversi e complementari fra loro, nel riportare quello che hanno notato, gli animali che hanno accudito o cacciato, insomma, gli esercizi che la scrittrice fa loro fare.
Ma per tutto il tempo, la sensazione è che a parlare sia proprio lei, Rachel Cusk, fino a un ultimo capitolo, a un'ultima storia che ridefinisce tutto.

È un'altra scrittrice a parlare, arrivata sola e accaldata ad Atene.
Anche lei ad ascoltare le storie di chi lì l'ha accompagnata e a rivelare che quelle storie non la definiscono: come un Michelangelo con il suo pezzo di pietra, quelle storie sono i pezzi da togliere per svelare la statua, la verità, che c'era nascosta dentro.
E quindi, pur affascinata, questo romanzo composto di racconti, lunghi e brevi, mi chiedo quale sia la verità, quella a cui ho creduto per tutta la lettura o quella che con una frecciatina finale rimescola le mie convinzioni?
Sono troppo piccola io, per capire?
O parte del fascino sta proprio qui?
Non lo so se poteva essere anche il mio libro dell'anno, nel 2015, non lo so se lo stile e la storia sono quelle adatte a me, soprattutto se si tratta di una trilogia anomala rispetto alle mie letture.
Ma, l'intensità, la gravità, la bellezza, quelle ci sono tutte.
E mi portano a proseguire fra quei Transiti altrettanto celebrati per orientarmi.

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. "Ha cambiato le regole del romanzo contemporaneo". Giusto per non essere esagerati. XD
    Mi sa che me lo risparmio, perché il rischio che non mantenga tanta acclamazione è alto.

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    1. Diciamo che il resto dei romanzi moderni usciti negli ultimi 5-6 anni queste regole se l'è già dimenticate.
      E io, prima di vederla in qualche lista di trilogie moderne, la Cusk non la conoscevo.
      Insomma, commenti che mirano alto e storia che non appassiona a dovere, purtroppo.

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