17 novembre 2021

Un Anno con Salinger

Andiamo al Cinema

Com'era facile la vita negli anni '90!
Potevi trasferirti a New York semplicemente occupando il salotto della tua migliore, lasciando in sospeso l'università a Berkley e un fidanzato ignaro della decisione.
Potevi trovare un altro ragazzo, aspirante scrittore pure lui e commesso in una libreria, e con lui un nuovo circolo di amici.
Potevi soprattutto trovare lavoro con un unico colloquio, diventando l'assistente di una manager di scrittori d'alto rango, tra cui niente meno che Salinger!
Sì, Salinger, lo scrittore simbolo di una generazione e di più generazioni, lo scrittore recluso, a cui arrivano centinaia di lettere e che ogni tanto telefona pure alla sua manager.
Compito della sua assistente: leggere quelle lettere sperando non si nasconda un nuovo Mark David Chapman e rispondere con un messaggio standard, nel mentre conversare amabilmente con Jerry (sì, lo si chiama Jerry).
Era davvero così facile la vita per gli aspiranti scrittori negli anni '90?


Non proprio, ovviamente.
Dietro c'è un curriculum di studi e pubblicazioni e c'è un'omissione importante: il sogno di diventare scrittrice, che alla capa gli aspiranti scrittori non interessano.
Ma, per una scrittrice in erba, oltre alla frustrazione di un lavoro a tratti degradante come quello della segretaria portacaffé, cosa c'è di meglio di essere a contatto con Jerry, pardon, Salinger, per trovare l'ispirazione perduta?
È quello che infatti fa Joanna Rakoff, trasformando il suo anno newyorchese in un romanzo che diventa un bestseller e che ora è diventato un film.


Ad interpretarla, la splendida Margaret Qualley, nel suo anno d'oro dopo la prova in Maid, che qui naturale e buffa conquista con facilità.
La stampa italiana ha soprannominato il film Il diavolo veste Prada del mondo della letteratura per venderlo meglio, ma Un anno con Salinger non ha bisogno di questo specchietto per le allodole, anche perché Sigourney Weaver non è la bisbetica Meryl Streep, il suo personaggio sfida Joanna, ma la osserva, la ascolta, ha un cuore e ha i suoi sussulti privati, perché i personaggi che ruotano attorno a Joanna hanno un loro spessore, per quanto non sempre troppo approfondito.


Il mio, mio davvero, anno con Salinger iniziato con la scoperta di Dash & Lily e continuato con la lettura dei suoi racconti mancanti, si conclude qui, in un film in cui la sua presenza è costante ma in cui mai si mostra, sola voce, sole spalle. 
Si conclude qui, dicevo, scoprendo un film di quelli genuini e positivi, di quelli che fanno venir voglia di leggere e leggere ancora, di scrivere e scrivere ancora, e infondono una speranza che si spera non si sia esaurita negli anni '90.

Voto: ☕☕/5

4 commenti:

  1. Risposte
    1. È decisamente pane per i tuoi (e per i miei) denti.
      Quanto amore per Margaret quest'anno!

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  2. Tra anni '90, scrittura, Salinger e Margaret Qualley, gli ingredienti per farne un mio cult personale ci sono tutti. Speriamo che le aspettative esagerate non mi portino a una delusione...

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    1. Uno di quei film piccoli che diventano un piccolo gioiello a cui volere bene.
      E la cotta adolescenziale del 2021 è servita ;)

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