29 novembre 2021

Il Lunedì Leggo - Transiti di R. Cusk

Al resoconto di un divorzio, seguono i transiti di una nuova vita. 
Che sta tutta in una casa, comprata e ora da ristrutturare, in vicini impegnativi e conflittuali, in operai che sventrano quella casa che si fa cantiere di solitudine, con i figli dal padre che comunicano attraverso telefonate sempre più preoccupati e preoccupanti. 
Lei, Rachel Cusk, resta ancora una volta sullo sfondo.
Ancora una volta a parlare sono le vite degli altri, di altri scrittori con lei in conferenze dove è difficile prendere la parola, amiche che al pari della sua casa sono sempre con i lavori e relazioni in corso, studentesse che dopo anni di lavoro cercano la forma per essere pubblicate e pure quegli operai, con le loro storie di immigrazione e integrazione a trovare spazio.


Ma in questi Transiti, la voce della protagonista è più forte, forse perché proprio di un transito si parla. 
Si espone, espone le sue idee e le sue riflessioni, si mette in gioco con possibili nuove storie, con commenti a quel parrucchiere o all'ex fidanzato dei tempi di gioventù.
Fino ad arrivare alla scena finale, palcoscenico un cugino divorziato a sua volta, ora impegnato in una nuova vita, con una nuova famiglia, che non sembra felice. Non sembra stabile. 
Assistere all'isteria di una cena dove le maschere non si contano, gli artifici neppure, fa di nuovo traballare le mie convinzioni su chi è Rachel Cusk, a quali voci appartiene anche la sua, con quali scelte identificarla. 
Forse, inevitabilmente, l'ultima. 
In cui esce di scena, lasciando dubbi e domande aperte. 

Uscito due anni dopo il successo di Resoconto, ne continua lo stile anche se in modo più personale e aperto. 
Ma proprio quello stile, fatto di racconti a volte accattivanti, altri di semplice passaggio, non riescono a conquistare me, che una forma precisa la vorrei.
Come vorrei una conclusione per quella casa in trasformazione, per quel delirio che ne fanno i vicini ingombranti. 
Invece, tutto resta sospeso. 
La bravura, quella è innegabile, ma quelle che vengono definite le nuove regole del romanzo contemporaneo sono forse troppo (poco o diverse, non so) per me. 
Restano gli Onori, ora, con cui chiudere e con cui inevitabilmente fare i conti. 

2 commenti:

  1. Autrice che ispira e non ispira. Anche io con questi stili, con queste voci, fatico.

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    1. Sto faticando più del previsto, infatti, un po' per o stile, un po' per la storia che non mi appassiona, un po' per la divisione in capitoli o non capitoli lunghi.

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