#LaPromessa2022
Dopo la delusione di maghi altisonanti e dei loro animali fantastici, era il caso di rifarsi con una strega, e che strega!
Una strega bella come Veronica Lake, spumeggiante come sapevano essere le commedie hollywoodiane un tempo.
Me lo chiedo spesso perché non mi guardo più classici, più titoli datati, invece di rincorrere gli ultimi film di grido che non sempre meritano il mio tempo.
Fortuna che c'è una Promessa che aiuta a porre rimedio, fortuna che c'è Alessandra che conosce le commedie vintage meglio di chiunque, e che sa consigliare bene, così bene che Ho sposato una strega finisce senza troppi dubbi assieme a Brief Encounter, tra le sorprese più gradite delle proposte di quest'anno.
Sembra di non essere in guerra, sembra di non essere a 80 anni fa (OTTANTA!) nella freschezza di come questo film inizia, andando a ritroso nel tempo, mostrando il processo e il rogo di una strega e di suo padre e della conseguente maledizione scagliata contro la famiglia Woodley, condannata nei secoli a venire a matrimoni infelici.
Tutto cambia con Wallace Woodley, candidato a governatore, in procinto di sposarsi, che salva Jennifer da un incendio.
Jennifer che altri non è che quella strega, liberatasi grazie a un fulmine dall'albero in cui, assieme al padre, era stata prigioniera per 250 anni.
Ne nasce una lunga serie di equivoci, di infatuazioni naturali e magicamente indotte, di tentativi di liberarsi dell'uno e dell'altra con la complicità di un medico preoccupato e di un padre beone.
Ne nasce soprattutto un film breve, di quelli che si guardano con il sorriso sulle labbra dal primo minuto godendo della bellezza di Veronica Lake ma anche della sua bravura smaliziata, dei modi d'altri tempi e degli espedienti della regia che senza bisogno di effetti speciali, mostrano la magia in corso, regalando intuizioni comiche ancora valide e che hanno chiaramente ispirato Vita da Strega.
Nelle pompose dichiarazione d'amore, in un matrimonio che si prova a fare per tre, quattro volte, in una cantante che ricomincia ancora e ancora da capo la sua marcia nuziale e in fumi alcolici e stregati, ho trovato quella spensieratezza, quella modernità (sì, modernità) e quella bellezza che mettono ancora più in mostra i limiti di quei film che nemmeno con un budget da capogiro, con un minutaggio esagerato e con effetti speciali altisonanti, sono in grado di regalarle.
La Hillywood della golden age resta imbattibile, creava miti e leggende con grande qualità. E poi io adoro le bionde come la Lake.
RispondiEliminaÈ una Hollywood che devo approfondire, ogni volta che mi ci imbatto mi innamoro!
EliminaDopo le 3 infinite ore di The Batman, quasi quasi ne avrei bisogno... :)
RispondiEliminaQuando i film duravano meno di 90 minuti: un periodo splendido che creava splendide commedie leggere. Provaci!
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