Mondo Serial
Sei stagioni in sei anni.
E il tempo di salutare per sempre i Pearson è arrivato.
Loro, la famiglia che è entrata nel piccolo schermo in un momento in cui le famiglie non sembravano più essere al centro della scena, loro che hanno fatto versare lacrime su lacrime quasi ad ogni episodio, tornano.
E ci lasciano.
In una valle di lacrime.
Tra alti e bassi, tra stagioni riuscite e altre riempitive, tra episodi che rischiavano di essere troppo melensi, personaggi troppo esagerati e un percorso che sembrava troppo lungo.
Se ne vanno.
E lo fanno nel migliore dei modi.
Non era scontato, ma lo speravo.
Lo fanno tra le lacrime, ovviamente.
Che in questa stagione arrivano nuovamente puntuali ad ogni singolo episodio, ripeto: OGNI-SINGOLO-EPISODIO, proprio come un tempo.
A segnare la chiara intenzione di concludere, di farlo al meglio, di farlo con un percorso studiato e preparato.
Un'ultima stagione perfetta che ha puntato i suoi riflettori su Rebecca, sulla maternità, sull'affrontare una malattia, i ricordi, insieme.
Ne sono usciti episodi che sono splendidi, a partire da Don't Let Me Keep You (6x04) in cui è la madre di Jack al centro, tra un passato remoto e uno più prossimo in cui Milo Ventimiglia rasenta la perfezione con in braccio un gatto.
E poi c'è l'immancabile trittico che parte e finisce in una piscina in cui i caratteri dei tre Pearson sono già lì, in bella mostra.
Per poi dedicarci ad un matrimonio che offre spunti per ridere, in mezzo alle lacrime, per indagini romantiche che rendono ancora più irresistibile la figura di Beth, e infine, inevitabilmente, la fine.
Che colpisce prima Miguel, che ha il suo episodio a renderlo finalmente amato, e poi Rebecca.
Certo, molto spazio viene qui dedicato a Kate, in una fine di relazione non gestita al meglio e con il suo personaggio sempre difficile da capire. Tanto da farmi rivalutare Toby.
Certo, nel finale, molto spazio lo prende Randall e ci sono già rumors che parlano di uno spin-off a lui e a Deja dedicato, così da dare spazio a quella nuova generazione che visti i flashfoward sembrava dover dire di più.
Ma alla fine, è Kevin ad emergere e lasciare il segno, sempre.
A costruire quella casa e la sua allargata famiglia, a migliorare e migliorarsi con la giusta persona sempre nel cuore.
Che percorso è stato, a partire da quell'inizio!
Veloci, fra le lacrime, si arriva così al doppio finale.
E che dire?
Che l'episodio 18 di questa sesta stagione aiuta a lenire le ferite che il numero 17 ha aperto, in un Aldilà in cui si è così belli, di nuovo insieme, e in cui non si smette per un secondo di piangere a bordo di quel treno. Che si aspetta, si teme, si ringrazia per la perfezione che sono, Milo e Mandy, Jack e Rebecca.
Tra un Vesper e delle lucciole, nell'abito migliore.
Ma il finale definitivo e lenitivo, non ugualmente intenso, ha il sapore bellissimo dei sabato pomeriggio che non sembrano niente di speciale, e proprio per questo, per i piccoli ricordi che creano, per la semplicità che hanno, lo saranno.
Non servono più i grandi elogi, le grandi eulogie.
Bastano tre semplici parole, una mano da stingere, che tutto chiudono.
A una settimana di distanza porto ancora il naso screpolato, ho ancora gli occhi rossi, ma ho soprattutto il cuore pieno di gratitudine per quello che un cast magnifico e soprattutto una sceneggiatura perfetta, mi hanno regalato.
Perché parte dei Pearson, del loro destino, l'ho sentito vicino.
Simile al mio, in un lutto che si fatica a superare, a gestire. Con un passato ingombrante e felice che si fatica a condividere, con un padre simile a Jack in gusti e in difetti, una mamma bella come Rebecca e come lei innamorata di Joni Mitchell.
I Pearson, in questi sei anni, mi hanno aiutato. Ad affrontare la tristezza, a cercare nei ricordi, a ricordare, e in quel periodo dell'anno che non è il Superbowl ma è ugualmente difficile, come terapia d'urto li ho sempre voluti vicini, lì per farmi versare più lacrime possibili, per farmi sentire vicino un padre che rivedo in Jack, ormai.
Un piccolo rito, che chissà come porterò avanti ora.
Che mi ha aiutato a convivere con il lutto, che mi ha dato di che riflettere, in quei lunghi confronti, quei monologhi ad effetto.
A prendere i limoni della vita, e farne qualcosa che assomigli a una limonata.
Magari un Gin Lemon, che neanche fossimo in una sceneggiatura di Fogelman, mi ha portato alla nuova famiglia a due con il giovine.
Insomma, grazie Pearson.
Voto Emotivo: ☕☕☕☕☕/5
Ti ho letta con curiosità perché ho abbandonato la serie non ricordo più a che stagione, e se dovessi riprenderla non sarà a giro breve. Il fatto che abbiano dato un finale e che sia stato soddisfacente, mi fa comunque piacere perché è indubbio sia una serie meritevole. Il focus su Randall o peggio una serie incentrata su di lui mi crea prurito, ma questa è una cosa fra me e lui.
RispondiEliminaCon Randall ho saputo fare pace nelle ultime due stagioni, e qui nonostante il bisogno di salvare tutti, si fa voler bene.
EliminaSarà che mi identifico anche troppo in lui, pur preferendogli Kevin.
Il finale, e soprattutto questa ultima stagione, torna davvero ai fasti dell'inizio.
Episodi densi di emozioni, non credo di aver mai pianto così tanto. Mi mancheranno i Pearson, e non so come lo prenderei uno spin-off.
Bel post.
RispondiEliminaMi hai commosso quanto i Pearson. E non è da tutti. ;)
Grazie, è un bellissimo e commovente complimento.
EliminaLa Kleenex come sponsor, questa ultima stagione.
Ciao, approdo qui e trovo tanti bei post. Sto seguendo questa serie da un po' e sono arrivata alla quinta stagione. Mi dedicherò questa estate alla sesta. Ho letto dunque molto vagamente questo post per non togliermi le tante sorprese. In particolare aspetto di capire come sia nata la relazione fra Rebecca e Miguel. :)
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