2 settembre 2022

Venezia 79 - Blue Jean | Princess | Un Couple

Blue Jean

Sono gli anni '80 della Thatcher, ed essere gay non è semplice. 
Non lo è per Jean, insegnante di educazione fisica, che tiene la sua vita privata chiusa in un cassetto. 
Come non farlo, mentre viene promulgata una legge che invita le scuole a non parlare di omosessualità come una normalità? 
Come gestire, allora, una vita amorosa che chiede più libertà, una nuova alunna che si trova proprio nel club dove Jean poteva uscire allo scoperto? 



Non è facile, e la tensione spezza più volte la fragile Jean, che fatica ad accettarsi, ad accettare la sicurezza delle altre che taccia come ostentazione.
Allontanandosi, non difendendo, quella che è la sua comunità, che la accetta più di una famiglia che tiene le distanze, anche se non apertamente. 
Questo Regno Unito, che ha molto da insegnare ai giorni nostri, è uno sguardo non nuovo ma comunque intimo sul lungo e doloroso percorso che spesso richiede l'accettazione della propria sessualità. 
Aiuta la bravura di una protagonista forte e fragile, aiuta una colonna sono molto 80's che dà le giuste vibrazioni. 
Facendo di questo film, uno di quelli necessari. 
Oggi più che mai. 

Princess

C'era una volta una principessa nel bosco. 
In quel bosco, chiedeva soldi in cambio di una prestazione sessuale. 
Questa principessa, arrivava dalla Nigeria, lì ha lasciato la sua famiglia, trovando amiche e colleghe con cui scherzare, proteggersi, ma anche scontrarsi. 
Perché questa principessa che cambia spesso nome e umore, pensava solo ai soldi. 
Disposta a tutto, anche di rischiare. 
Il suo tempo è denaro, spazio per l'amore non c'è. Neanche quando si presenta nei panni affascinanti di un cercatore di funghi che si crede un principe azzurro. 
E qui, sta uno dei tanti problemi di Princess.


 
Che non fa che mostrare una dopo l'altra le prestazioni e le contrattazioni di una prostituta giovane e già segnata dalla vita, facendo di un suo cliente l'uomo che potrebbe salvarla. 
L'altro problema è che nonostante la bravura dell'esordiente Glory Kevin, la sua Princess è un personaggio per cui a fatica si fa il tifo. 
Urlante e spesso urticante, il suo personaggio non è facile e anche se ci si sente in colpa a pensarlo, a provarlo, non si prova troppa pena per lei. 
Che torna ad essere una principessa nel bosco in un finale inconcludente. 
Doveva essere una denuncia? 
Doveva essere uno spaccato di realtà tragico? 
Resta una favola senza morale, che fa solo addormentare. 

Un Couple

A 92 anni, Frederick Wiseman, una carriera rinomata da documentarista, passa alla finzione. 
Lo fa, però, a modo suo. 
Limando la durata a cui ci aveva abituato, una sola attrice protagonista immersa in una natura bucolica che con il suo occhio allenato all'osservazione, inquadra nelle sue meraviglie. 



Trama non c'è, i 64 minuti di durata sono coperti da un monologo in cui Nathalie Boutefeau declama le lettere che Sophia Tolstoj scriveva al marito. 
Suppliche e lamentele, dichiarazioni d'amore e struggimento, a mostrare una vita di coppia complicata, con gelosie e insicurezze a minare il calore famigliare. 
Inutile dire che questo primo passo nella finzione è più teatrale e statico della rivoluzione che ci si aspettava, anche nella recitazione. 
E l'innamoramento non si sente. 
Ricordo ancora come le tre ore all'interno delle biblioteche di New York mi avessero ammaliato e commosso qualche anno fa qui al Lido. 
Questa volta il colpo di fulmine non è scattato. 

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