1 settembre 2022

Venezia 79 - Living

Ci sono poche cose che mi mettono più angoscia, più tristezza, di una vita non vissuta. 
Di una vita grigia e spenta, che ha perso colore e scopo. 
Quella di un addetto comunale nella Londra degli anni '50, è così. 
Fatta di pratiche da smaltire o da lasciar a prendere polvere, fatta da un figlio che lo teme e una nuora che non lo sopporta. Incute rispetto ai suoi sottoposti, il martedì va al cinema. 
Tutto qui? 
Tutto qui, ma non era così. 
Ed è la sentenza di una malattia terminale a risvegliarlo dal suo torpore, a portarlo a vivere, finalmente. A cambiare abiti, abitudini, a non presentarsi a lavoro e cercare di rubare attimi di vita a chi, più giovane, la sta ancora mangiando. 


È un personaggio tragico e commovente quello che Bill Nighy interpretata alla perfezione. 
Un anziano stanco, che vuole dare il suo ultimo morso. 
La delicatezza di Kazuo Ishiguro rende questo remake inglese del grande classico Vivere! di Akira Kurosawa, un adattamento inglese riuscito. 
Che cammina indipendente e che si costruisce tra salti avanti e indietro, a cercare di capirlo davvero un protagonista che tiene per sé la malattia dando se stesso ad un unico progetto che lo riconcilia con la sua vita.

Le lacrime, non possono che scorrere sul finale, cercando di tenere viva la lezione che questo film, questo adattamento, porta.

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