10 gennaio 2023

Made in Italy: The Bad Guy - Tutto Richiede Salvezza - Prisma

Mondo Serial

Un martedì sovranista che va a scavare in quanto perduto nel 2022.
In cui la serialità italiana dà il meglio di sé:

The Bad Guy

The Bad Guy perché Breaking Bad lo avevano già preso.
Affrontiamolo subito, di petto, il paragone scomodo che molti hanno scomodato.
Un bravo cittadino, un magistrato serio e ligio, che passa nelle fila della mafia scoprendosi incredibilmente bravo nel ruolo.
Non un professore di chimica che diventa spacciatore, però capisco perché Nino Scotellaro abbia fatto pensare a Walter White.
Per fortuna, altri paragoni non sono possibili, perché The Bad Guy che gioca con la regia ad effetto, gioca con le scene madri e con una recitazione di comprimari spesso esagerata, splende di luce propria, riuscendo a dire qualcosa di nuova e a farlo in modo nuovo, sulle storie di mafia che allontanano lo spettatore medio, come me.


Ringrazio la presenza dell'amato Luigi Lo Cascio per avermi convinto alla visione, lui che trasforma fisico e voce, lui che accusato ingiustamente diventa quello di cui è stato accusato, anche se prendendo a prestito l'identità di un altro e cambiandosi i connotati.
La storia, è questa.
Quella di chi vuole catturare prima e uccidere poi, un boss mafioso latitante e misterioso, per vendetta personale e amorosa, con la moglie ora vedova che deve tornare in gioco dopo aver perso il caso più importante e di conseguenza il marito.
Poi ci sono le sparatorie, gli attentati, c'è la bella di turno e ci sono luoghi che diventano altro rispetto al puro divertimento che promettono. E ci sono le canzoni, ovviamente, che dicono più di mille parole anche quando intonate da Colapesce e DiMartino sbeffeggiano divertendo.

La mira è quella internazionale, lo si capisce dalla regia attenta e dai personaggi che inseguono -ma non troppo- il momento meme, e su questo quello di una bellissima Claudia Pandolfi ha le sue debolezze.
Solido ma non pesante, riuscito e accattivante, ha una brevità che non ti aspetti e un finale tronco a cui si richiede un seguito.
Arriverà, vero?

Voto: ☕☕/5

Tutto Richiede Salvezza

Da un romanzo biografico, la storia di un ricovero forzato in un reparto di psichiatria che cambia e salva una vita.
Le diffidenze iniziali, la rabbia che esplode, l'accettazione poi e infine il venire a patti con se stessi e capire quanto una settimana sola, possa aiutare. Una settimana in cui si fa spazio l'amicizia, quella vera, la paternità, il maestro e pure l'amore.
Già, l'amore.


Questa l'unica nota dolente che trovo nel racconto di Daniele Mencarelli, una relazione che nasce sotto una cattiva stella e nel posto peggiore, che rende fin troppo romantico un TSO in cui se gli aiuti esterni sono ammessi, è con il proprio cuore che si deve imparare a camminare, almeno per un po'.
Ma soprassiedo su un finale che di lieto ha poco, su un equilibrio che manca e che se non si trova in due figuriamoci in tre, e resto in quella stanza, con 6 personaggi in cerca di salvezza.
In modo esuberante e colorato nascondendo ferite, in modo maldestro nel pieno del lutto, attraverso la religione o il silenzio, e infine, attraverso la poesia di un uccellino.

Il pensiero, anche per la parentesi musicale in travesti, corre a It's kind of a funny story, piccolo film a mostrare come tutto il mondo è paese e il TSO al cinema come a episodi, si assomiglia nel racconto.
Chiusi in quella stanza la scrittura che va indietro e torna al presente funziona, come funziona un protagonista tanto bello quanto bravo come Federico Cesari, anche se la scena gliela ruba spesso Andrea Pennacchi.
Se anche la serie TV richiede salvezza, perdono certi inciampi e certe romanticherie, che il pubblico di Netflix va accontentato.

Voto: ☕☕½/5

Prisma

Skam ha cambiato la serialità italiano, ormai è un dato di fatto.
E l'ho capito anch'io che ancorata alla versione norvegese non mi sono ancora decisa a vedere quella italiana.
Ci arriverò, lo so.
Lo so ora dopo aver visto il lavoro che Ludovico Bessegato sa fare alla regia come alla scrittura, prendendo la generazione Z di oggi, costruendo storie che potrebbero sembrare banali tra triangoli d'amore, timidezze da affrontare e divisioni di classe, ma raccontandole un gran bene.


A livello visivo, con una regia che integra l'uso del telefono e che dà il meglio di sé in inquadrature e luoghi.
A livello narrativo, impreziosendo il racconto, rendendolo inclusivo senza doverlo rimarcare, rendendolo complicato e romantico a modo suo.
Protagonisti due gemelli, diversi.
Tra chi si nasconde dietro una timidezza ferita e chi dietro una facciata di sicurezza in cui sta un'accettazione di sé che non c'è.

Rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola, i colori che compongono quell'arcobaleno di luci che è il prisma.
Perché oltre a Marco e Andrea ci sono Daniele e Carola, c'è Nina, ci sono compagni di banco e di musica e c'è Latina. Mentre i genitori annaspano, restano indietro in quella piscina grande, colorata e caotica che è l'adolescenza.
Il paragone, in questo caso, è con Euphoria.
Un paragone non sacrilego, anche se non c'è Zendaya, non c'è Sam Levinson.
Ma qui abbiamo un doppio Mattia Carrano, abbiamo  Ludovico Bessegato.
E il piccolo mondo che raccontano senza eccessi di sorta, sa incantare.

Voto: ☕☕½/5

2 commenti:

  1. Ad eccezione di Prisma, che proprio non mi attira, voglio dare uno spazio anche io a Bad Guy e Tutto richiede salvezza visto che le ho lasciate indietro, e penso lo farò proprio in questo ordine

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  2. The Bad Guy valida, ma non mi ha entusiasmato del tutto...
    Soprattutto: com'è possibile che nessuno riconosca Nino Scotellaro?

    Ho preferito decisamente Tutto chiede salvezza e ancora di più Prisma, che come via di mezzo ideale tra Skam ed Euphoria d'altra parte non poteva non piacermi XD

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