Due misteri misteriosi hanno brillato nel catalogo Netflix delle ultime settimane.
Un po' meno, invece, sul mio divano:
Glass Onion - A Knives Out Mistery
Chi ha ucciso il buon cinema?
Ok, ok, frase troppo forte, ma dopo la visione di Glass Onion viene da chiedersi: davvero ci basta così poco?
Un giallo noioso e facile, che gioca molte carte sbagliate, per gridare con entusiasmo al miglior film dell'anno? Per fare record di streaming?
Davvero basta così poco al popolo di Netflix?
Sembra di sì.
E forse il vero colpevole è proprio Netflix, che ciba il suo pubblico settimana dopo settimana di titoli eventi, di grandi ritorni o grandi immersioni, per dimenticarle o cancellarle poco dopo, facendo leva su sceneggiature pensate per essere meme o gif, più che film.
Prendere Knives Out.
Un film che intratteneva, che faceva il suo dovere e che riusciva così a prendere un pubblico trasversale che si ritrovava entusiasta di… un giallo di quelli classici.
Di quelli che una volta si facevano meglio, che ancora si fanno meglio di Knives Out.
Da qui il fiuto di Netflix, che acquista i diritti, che lega alla catena Rian Johnson e Daniel Craig per quella che sarà una serie di film probabilmente in caduta libera.
Prendi Glass Onion come esempio.
Prendi uno scenario che più classico e stereotipato non si può, un gruppo di amici-nemici, una villa da sogno, un mistero da risolvere.
Buttaci dentro più riferimenti pop possibili, più strizzatine d'occhio che puoi, con la sceneggiatura composta da momenti da screenshottare e condividere (Kate Hudson, parlo del tuo personaggio).
Ed è così che uccidi il buon cinema, che diventi pure pesante che per quello che poteva esser un giocoso film salvaserata in leggerezza, impieghi 139 minuti in cui giochi la carta peggiore di tutte: il gemello nascosto.
Dico, davvero?
Davvero dopo le soap opera prese in giro siamo arrivati a considerare questa ipotesi, che anche se vuole essere l'ennesima presa in giro di certi cliché sul genere, risulta di troppo?
Sembra di sì.
E allora va bene, godiamo della bravura di Janelle Monàe in qualunque accento possibile, il ritorno di un odioso Edward Norton che chissà dove ha perso la sua carriera, cerchiamo easter eggs, references e cammei neanche fossimo noi Benoit Blanc a rendere il film più di quello che in realtà è, giudichiamo abiti e arredamento, perdiamoci nella bellezza di un'isola e di una villa, esaltiamoci almeno per il cammeo di Angela Lansbury… ma della trama?
Del film, cosa ne pensiamo?
Per quanto mi riguarda, il peggio possibile.
E lo so che non sarà certo la mia voce annoiata e sbuffante a fermare un gallina dalle uova d'oro, ma se scrivi un film per le gif, uso la tua arma:
Enola Holmes 2
Mi ricompongo, perché Netflix ha saputo stupirmi.
Mi aspettavo poco, se non niente, da questo sequel.
Mi aspettavo un'altra operazione marketing che puntava forte sull'ex bambina prodigio Millie Bobby Brown da sfruttare fino a fine contratto.
E invece, come già il primo capitolo, divertente pop e veloce, questo Enola Holmes 2 ha qualcosa da dire.
Si fa politico, si fa impegnato, senza per forze di cose risultare forzato o innaturale.
Si parla di sfruttamento femminile, di condizioni di lavoro che devono cambiare, di rivolte -vere- che hanno fatto la storia.
In mezzo c'è lei, Enola Holmes, sorellina di Sherlock, educata per farsi valere.
Anche se i suoi affari non ingranano, mette tutta se stessa nel caso che vede una giovane fiammiferaia scomparsa nel nulla.
Dietro, ci sono malvagi piani che puntano al guadagno facile a scapito della salute degli operai, macchinazioni politiche da mettere a tacere, intrighi da svelare.
Ovvio che entra in scena anche il fratello maggiore, un Henry Cavill che Netflix spreme ugualmente e una storiella d'amore evitabile.
Ma per fortuna, il risultato sa essere godibile e leggero nonostante i 131 minuti di durata, sa far riflettere e a suo modo divertire anche se certe scene d'azione per chi potrebbe farne a meno -la sottoscritta- risultano di troppo.
Lo sfondamento della quarta parete è ormai abusato ma qui un marchio di fabbrica, e nel suo salvare una serata o una domenica di pioggia, almeno Enola sa intrattenere senza infastidire.
Cosa, di questi tempi sulla N rossa, non è poco.
Voto: ☕☕½/5
Mi trovo di parere opposto poiché Glass Onion, nonostante la bambinata della gemella, l'ho trovato divertente, mentre Enola 2 mi ha sorpreso per evidenti difetti tecnici come nelle scene di lotta che erano senza "forza" (per fare un esempio pratico prendi un film a caso di Jason Statham e vedi come si menano lì) e forse per quel motivo riprese leggermente frammentate per camuffare le mancanze, e in alcuni effetti speciali che stavolta non facevano il loro dovere. Inoltre se nel primo episodio il rivolgersi al pubblico era una trovata divertente, qui ormai non fa più alcun effetto sorpresa e, anzi, se ne abusa parecchio. Tutto sommato però l'ho guardato con piacere e lo considero ancora un ottimo prodotto da consigliare.
RispondiEliminaIo invece con Glass Onion a sorpresa mi sono divertito alla grande. Un'ironica parodia di imprenditori e influencer camuffata da giallo. Avercene di film così...
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