Andiamo al cinema
Il mio regno per un Dior!
Perché no?
Perché giudicare la scelta di una donna che rimasta vedova di guerra, lavora occupandosi delle case degli altri, trovando pochi svaghi a ravvivare la sua vita finché non si innamora di un abito e di uno stilista e decide di mettere insieme abbastanza soldi per riuscire ad averlo, un Dior?
Non la giudico, e anzi, ho seguito con piacere le vicissitudini di Mrs. Harris, che da Battersea, con molta fatica ma anche con un pizzico di fortuna, riesce a volare fino a Parigi e a entrare in una sfilata privata di Dior, quelle con cui le sue nuove collezioni venivano mostrate a ricchi futuri compratori che poi ricevevano il loro capo esclusivo e su misura.
Nasce da qui una settimana da sogno con la signora Harris che, come una Emily d'altri tempi, si muove per cliché e riesce a cambiare con la grazia che la contraddistingue il destino di chi incontra, maison di moda compresa.
Tra coppie da formare, modelle con una testa pensante da spronare, acide segretarie e spasimanti che non la sanno apprezzare, Mrs Harris vive la Parigi dei sogni che deve fare i conti con la realtà della sua estrazione sociale e la sua semplicità.
Che non sono dei difetti.
Il ritorno a casa prevede una fiaba che va a infrangersi fino a trovare il più classico dei lieti fine, distante però da quello del romanzo da cui è tratto e anche dalle precendenti versioni del film compresa la più famosa del 1992 con Angela Lansbury e Omar Sharif.
Il film se ne sta nei toni leggeri e tranquilli dei film adatti alle signore, che impazziranno per gli abiti di Dior ridisegnati e vintage, e ovviamente candidati agli Oscar, e per la bellezza che non svanisce di Leslie Manville a cui si affidano parecchie stoccate al suo futuro ruolo da principessa Margaret.
Altro non c'è da aggiungere su un film lieve e molto rosa, che gioca con i colori pastello tipici delle favole, per una serata senza impegni.
Voto: ☕☕½/5
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