Mondo Serial
Siamo nel 2023 ed esce una serie TV sugli zombie.
Davvero?
Ancora?
Con The walking dead che come un morto ha camminato fino a 11 stagioni, i suoi ascolti calati a picco, gli spin-off che non decollano e non sono attesi, HBO ha deciso di puntare su una serie con gli zombie dove le dinamiche sembrano sempre quelle: un eroe silenzioso e burbero, una ragazzina speciale da salvare, gli zombie che fanno paura ma ancor di più lo fa l'umanità che è sopravvissuta e vuole sopravvivere ad ogni costo, mostrando le varie sfaccettature in cui si può sopravvivere, in comunità o da soli?
Sì.
Ed ha fatto benissimo.
Primo fra tutti perché non di zombie si parla.
Sono morti che camminano e attaccano e contagiano, a causa di un fungo che nel giro di pochi giorni ha cambiato il mondo. Ma la parola non viene mai pronunciata.
Secondo, perché non è tratto da un fumetto che potrebbe a sua volta dilungarsi, ma da un videogioco, per molti IL videogioco.
Terzo, e più importnate, perché il tutto è in mano a Craig Mazin.
Colui che ha reso Chernobyl un incubo di estrema bellezza.
Il regista e sceneggiatore non si smentisce, rimanendo così fedele alle sequenze del gioco da trovare il plauso anche dei critici più difficili: i giocatori.
Ma chi non ha mai giocato, chi Ellie e Joel non li ha mai conosciuti e degli zombie pensava di essere stanco, ha di che ricredersi.
Perché The Last of Us è diversa dalle solite serie di genere.
Sperimenta.
Racconta, soprattutto.
Si prende i suoi tempi e i suoi spazi, fa di ogni episodi un capitolo a sé di una storia che va avanti e indietro, che approfondisce personaggi e ne sfiora altri che arricchiscono il racconto.
Il terzo episodio, Long, long time, è già di diritto fra i più delle ultime stagioni sul piccolo schermo e fa da parallelo a Left Behind (1x07). Due storie d'amore, due mondi a sé dentro quel caos che è il mondo là fuori, che raccontano anni o una semplice notte capaci di cambiare i personaggi, di influenzarli e di mostrarci le loro ferite.
Con Nick Hofferman, Murray Bartlett, Ann Torv e Storm Reid a rubare la scena.
E poi ci sono i veri protagonisti.
Che non sono padre e figlia anche se la dinamica è quella, che sono Pedro Pascal che ancora una volta si ritrova a fare da corriere/babysitter inizialmente poco predisposto, e Bella Ramsay che tra battutacce, ironia tagliente e una forza di volontà invidiabile, sopravvive e continua a sopravvivere anche alle critiche di chi non la riteneva all'altezza di Ellie.
E gli zombie?
Si vedono poco, sono funghi, funghi contagiosi e collegati fra loro, funghi che come spiegano le due introduzioni da brividi dei primi due episodi, non si possono fermare.
Ma c'è l'umanità con cui fare i conti, quella che con la scusa di proteggere, schiavizza, quella che con la scusa della religione, uccide, quella che con il comunismo, sopravvive.
E ci sono Joel e Ellie, che viaggiano e che si avvicinano, che smussano gli angoli e si leccano le ferite, ci sono Pedro e Bella che si fondono con i loro personaggi, e c'è la musica -dai Depeche Mode agli A-ah- che regala brividi di bellezza in più.
Il successo, giustamente, è stato clamoroso.
La conferma di una seconda stagione quasi immediata, permettendo a Craig Mazin di continuare ad approfondire, creare storie, portarci in nuovi ambienti o in passati ormai remoti.
Con la cura per i dettagli, la fotografia che spesso toglie il fiato, a dare ancor più valore a quella che non si può etichettare come serie di genere, che va oltre il genere.
Il finale che si è scontrato l'altra notte con gli Oscar ha registrato un record di ascolti, e ha visto i personaggi crescere, fare scelte difficili e discutibili, lasciandoci in sospeso e con una bugia a reggere l'attesa fino alla prossima stagione.
Sarà dura resistere, con la tentazione di comprare una consolle solo per rivivere in originale questa grande storia.
Voto: ☕☕☕☕/5
Esatto, niente di nuovo quando si tratta di mondi apocalittici (da The Road in poi, poi, un genere a sé quando si riduce all'osso la violenza) ma quanto bene lo sa raccontare!
RispondiEliminaMi ha fatto venir voglia di assistere qualcuno al gioco, non sono mai stata una cima con i joystick, ma ho passato venerdì sera a fare da "mente" al migliore amico su come affrontare nemici e livelli. Potrei tentarlo, ma ho paura di rovinarmi la seconda stagione.
A parte un paio di episodi validi, per il resto m'è sembrata un po' la solita roba survival apocalittica, nonostante di zombie non se ne vedano molti.
RispondiEliminaPer me tanti sbadigli e zero entusiasmo, ma visto che a te e a praticamente tutto il mondo è piaciuta mi sa che è colpa mia...
Potrebbe essere la solita storia postapocalittica, ma c'ho trovato dentro un'attenzione per le storie e quindi per la scrittura davvero notevole.
EliminaPoco di nuovo dice, ma lo dice e mostra benissimo, passa dal lato oscuro che la bastian contraria di solito sono io :)