Dopo i Miglior cortometraggi d'animazione e Live Action, ci sono ancora i documentari in formato ridotto da scoprire.
Anche questa volta, li ho messi in ordine di preferenza:
How Do You Measure a Year?
Com'è che un filmino di famiglia arriva agli Oscar?
Non me lo spiego, perché per quanto la commozione riesca a fare capolino, siamo di fronte a un padre che per 18 anni, al suo compleanno, intervista la figlia.
Domande specifiche che inquadrano i cambiamenti rispetto a sogni e aspirazioni,
e al rapporto con la famiglia.
L'occhio cinematografico sta da un'altra parte (il vero colpo di scena è il cambio del divano dopo anni di tenuta), la profondità del messaggio pure, una volta che esce dalle mura domestiche.
The Elephant Whisperers
Storia di una coppia che riesce ad allevare due elefanti rimasti orfani,
e così facendo si innamora e si sposa, superando lutti e solitudine.
Storia di tradizioni indiane, di elefanti che diventano veri e propri animali da compagnia,
da portare a passeggio, lavare e nutrire.
La regia è di quelle speciali, che fa fare sussulti a ogni scena naturalistica,
che sa come fotografarle queste scene, tra composizioni e colori.
La storia stride un po' quando si vedono catene e corde,
ma pur sempre di elefanti enormi e imprevedibili si tratta, cerco di ricordarmi.
(Lo si può vedere comodamente su Netflix)
The Martha Mitchell Effect
Martha Mitchell, ovvero colei che fece partire lo scandalo del Watergate.
Per noi -o per me- volto poco noto, in America donna che non si faceva mettere i piedi in testa né dal marito, capo della campagna elettorale di Nixon, né da Nixon stesso.
Le sue telefonate al vetriolo, le sue interviste sui quotidiani,
facevano paura alla Casa Bianca, ma a quanto pare, aveva ragione.
Da qui "l'effetto" del titolo.
Documentario classico, didascalico e composto da materiali d'archivio per raccontare
un pezzo della storia americana a 50 anni dal fattaccio.
(Lo si può vedere comodamente su Netflix)
Stranger at the Gate
Una storia che poteva prendere una piega molto diversa.
Una storia che fin dall'inizio sembra prendere quella piega.
Se metti insieme un ex soldato xenofobo e razzista e una comunità islamica ben radicata nel paesino nel quale si è trasferito dopo le sue missioni in Afghanistan, cosa potrà mai succedere?
Composto di sole interviste che sanno mantenere bene il mistero,
sa come mantenere la tensione e come liberarla al momento giusto.
Haulout
Poche parole, tanto freddo e soprattutto tantissimi trichechi.
95.000 almeno, che si spiaggiano in un lembo di terra ghiacciata nel Mar Artico
in cui un biologo marino li osserva per una stagione.
Immagini che sanno essere sorprendenti, che lasciano a bocca aperta
e che non possono che commuovere.
Perché l'effetto del riscaldamento climatico colpisce anche lì,
questa comunità di trichechi che per Maxim Chakilev sono quasi una famiglia.
(Lo si può vedere comodamente QUI)
Pure i corti documentari hai visto?
RispondiEliminaComplimenti per l'invidiabile preparazione agli Oscar di quest'anno!
Io invece ho fatto fatica persino ad arrivare sveglio alla fine dell'inspiegabilmente nominatissimo Niente di nuovo sul fronte occidentale... :D
Quando mi ci metto, faccio le cose per bene. E poi essendo le categorie minori ci puoi trovare dentro tante piccole sorprese, sui corti di animazione in particolare.
EliminaRischio dormite quasi impossibili, insomma :)