28 marzo 2023

Little America - Stagione 2

Mondo Serial

Sono sempre più convinta di poter abbandonare il mio abbonamento Netflix per passare definitivamente a Apple TV+.
La qualità e la ricerca dei suoi prodotti è ormai una sicurezza, quanto alla N rossa mi dimostra di titolo in titolo di non essere il suo target di riferimento.
L'unico problema di Apple? Non farsi pubblicità in modo adeguato.
Nonostante un profilo Instagram ben curato, le sue produzioni non riescono ad entrare nei social, ad avere il giusto passaparola per spopolare.
Resta di nicchia, e forse anche per questo mi piace di più.

È così tornata nel silenzio questa serie antologica che racconta le storie vere di chi americano non lo è dalla nascita o per origine, ma che in America vive e sgomita.
Prime o seconde generazioni, che cercano la loro strada, la loro comunità, il loro posto nel mondo.
Riuscendoci, perché il lieto fine con tanto di fazzoletti alla mano, è assicurato.
Piccole storie raccontate con un gran cuore che riescono ad arrivare, al cuore, e a spezzarlo pure.
Questa seconda stagione ne racchiude altre 8 che meritavano di essere raccontate e che non posso evitare di presentare in classifica:

8. The 9th Caller
scritto da Emily V. Gordon & Kumail Nanjiani
(2x03)


Spiace mettere come fanalino di coda l'episodio scritto dai creatori della serie, ma l'ho trovato il più debole e quello costruito in modo non del tutto originale.
Tutto parte da una chiamata, che si crede vincente.
Invece, Sachini si trova a competere con altri "fortunati" che potrebbero portarsi a casa un'automobile, come riuscirci?
Baciandola il più a lungo possibile. 
Che significa arrivare a 48 ore non-stop (piccole pause bagno/cibo sono ammesse).
Sachini ha toccato il fondo? 
Come spiegarlo a quel padre che la giudica per aver mollato gli studi?
Tra allucinazioni e supporto insperato, cercherà di resistere e rimettersi nella giusta carreggiata.


7. Space Door
scritto da Darya Zhuk & Erika Sheffer
(2x05)


Un matrimonio di convenienza, una doppia vita e un sogno che resta tale per pagarsi le bollette.
Ma quando il marito di Yana riesce finalmente a raggiungerla a New York dalla Bielorussia, dovrà affrontare il suo passato di fidanzata innamorata, di DJ in erba, e attraverso una porta temporale che si apre dallo specchio del bagno, fare pace 
con il presente grigio-ufficio e i suoi sentimenti spenti.
L'idea è ben interpretata a livello di regia, anche se la storia ha meno peso del previsto.
I colori giallo e blu sono onnipresenti a ricordare un sostegno non banale, fuori patria.


6. Paper Piano
scritto da Brian Savelson
(2x07)


La musica è bandita dai talebani.
E ora che i talebani sono tornati al potere, Mohammad si trova nella difficile posizione di essere in America, dove suonare si può, ma aver lasciato i genitori lì, dove il pericolo cresce.
Bugie a fin di bene nascondono la realtà di un minuscolo appartamento e di un lavoro al fast-food, con il pianoforte accantonato che sa risvegliare i giusti ricordi.
Una storia che vista l'attualità fa più male, un coinquilino perfetta spalla comica, per una storia di cui si aspetta ancora il lieto fine.


5. Columbus Starlings LLC
scritto da Naomi Brodkin & Ali Liebegott
(2x06)


Yoshiko giocava a baseball.
Lo giocava a livello professionista tanto da essersi guadagnata un borsa di studio per l'America, dove ha trovato l'amore, messo su famiglia, e messo da parte il gioco.
Ora però è stanca e vuole tornare in campo, cercando disperatamente compagne di gioco, 
cosa non facile nei sobborghi borghesi.
La forza di volontà, il sostegno di un marito che solo poco a poco capisce le rinunce fatte rendono speciale il progetto di una donna che porta una ventata di rinascita anche in altre donne.
Semplice ma diretto, con un finale aperto tutto da scrivere.


4. Camel on a Stick
scritto da Lee Eisenberg & Idil Ibrahim
(2x04)


Prendi The Bear e da Chicago portalo al Minnesota.
Dai panini all'hamburger passa agli hot-dog di cammello, e hai un giovane che spera di risollevare il suo ristorante, di far conoscere un piatto tipico della sua terra che tra passi falsi, ansia da prestazione e zero riposo porta una comunità ad unirsi.
Il confronto è vincente per entrambi, adrenalina ce n'è, 
ma il piatto non me la sento di assaggiarlo.


3. The Bra Whisperer
scritto da Mfoniso Udofia
(2x02)


Vorrei conoscerla Ines, e vorrei avere una sua consulenza, lei che nello sgabuzzino di un negozio di abiti da sposa, riesce a trovare il modello giusto di reggiseno, venendo incontro ad ogni problema, anche emotivo delle sue clienti.
Deve tutto a Hannah, donna e madre ebrea ortodossa, che l'ha assunta come babysitter e formata nel mestiere, ma come staccarsi da un'amicizia che è quasi servile?
Da una dipendenza che blocca le ali e che una figlia continua giustamente a sottolineare?
C'è molto su cui riflettere in questo rapporto di forze diverse, in questa pace da fare con se stessa.


2. The Indoor Arm
scritto da Joe Hortua
(2x08)


Sorelle diverse, e non solo per una menomazione che le rende tali.
Soprattutto per il loro approccio nel vivere in America.
Una, pulisce e assiste da anni una ricca signora per permettere all'altra di arrivare a Los Angeles, dove poter studiare e pure "sistemare" quel braccio mancante.
Ma è davvero libertà, quella che respirano in una villa enorme?
Non è un'altra forma di schiavitù a cui sottostare,
 accettando regali non voluti da chi sostiene il loro oppressore?
Anche qui le riflessioni sono di quelle serie e importanti, e quando ci si mette il giardinaggio come grande metafora e come grande amicizia, il mio cuore è conquistato.


1. Mr. Song
scritto da Sian Heder & Alan Yang
(2x01)


Un problema sempre molto sentito dai figli di seconda generazione: le aspettative dei genitori.
Che hanno lasciato tutto, abbandonato tutti, 
per dare loro un futuro migliore dal quale non possono scostarsi.
Ma se Luke non vuole fare il medico?
Se si sente artista e artista vorrebbe diventare nonostante tutto?
Capire qual è il suo destino non sarà un percorso facile, di mezzo poi c'è una speaker radiofonica che come un'influencer d'altri tempi cambia il destino del negozio della madre, per primo.
In una bellissima storia di comunità che si uniscono, 
generazioni che si guardano e talento che emerge.

4 commenti:

  1. Lisa, mi permetto un OT.
    Ieri sera ho cominciato a vedere:
    *Bones and All, il film di Luca Guadagnino*
    tanto reclamizzato. Io, dopo 10 minuti ho cambiato canale.
    Quello che ho visto in pochi minuti mi ha bloccato la digestione.
    Tu, che ne pensi?
    Grazie.
    Ciao.

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  2. Scusami. Avevi già parlato di quel film nel mese di settembre.
    Non ancora l'avevo visto e avevo dimenticato le tue impressioni.

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  3. https://incentralperk.blogspot.com/2022/09/venezia-79-bones-and-all.html

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    1. Hai fatto tutto da solo :)
      Come hai letto, il film mi stava anche piacendo ma si è perso nella parte finale. Volutamente eccessivo, molto metaforico, ma non carne per i miei denti.

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