30 settembre 2018

La Domenica Scrivo - Toro Scatenato

Lo scorso lunedì io e il giovine abbiamo mangiato presto, siamo usciti, e siamo andati al cinema vedere Toro Scatenato.
Non l'avevo mai visto, non lo avevo mai preso in considerazione come recupero, nemmeno come #Promessa, ma una sua versione restaurata e in lingua originale su grande schermo, come potevo perderla?
Ancora non ho capito come e perché il multisala della zona avesse deciso di programmarlo, ma so che a dispetto di 2001: Odissea nello Spazio il pubblico ha risposto in modo minore, la sala era più piccola e pure più vuota.
Ma era decisamente variegata.



C'erano pugili -dilettanti o professionisti, chi lo sa, li si riconosceva per la tenuta sportiva e per quel naso un po' così-, c'erano appassionati di cinema che commentavano inquadrature e scene, c'erano coppie, madri con figlio probabilmente per il v.o. che fa scuola, c'era pure la cassiera del cinema entrata all'ultimo per godersi lo spettacolo, e c'eravamo io e il giovine, che alla boxe si è allenato per un paio di anni prima di capire che dare e ricevere pugni non faceva per lui.
Lo avevo convinto ad andare al cinema in una settimana parecchio densa di impegni proprio così, parlando di pugilato, parlando di Scorsese, di un De Niro immenso.
Però, abbiamo faticato.
Io: per un ritmo che non prendeva piede, per un ritmo diverso rispetto allo Scorsese che preferisco -quello dirompente di The Wolf of Wall Street- con dialoghi più improvvisati e biascicati, per una storia che avanza velocemente ma si incaglia lentamente in scene ripetitive.
Lui: per un protagonista con cui si fatica davvero ad entrare in sintonia, lo si odia quel violento, misogino, alcolizzato e ignorante di Jake LaMotta, non lo si sopporta proprio, e più si va avanti, più lo si vorrebbe veder fallire, nonostante la sua purezza sul ring, il suo non voler cadere nelle mani della mafia e degli incontri truccati.
Il giovine è arrivato al limite nel momento in cui Jake si è scagliato contro la moglie (la bellissima e intrigante Cathy Moriarty, che volto, che voce!) e il fratello (un sorprendente Joe Pesci) per l'ennesima e più violenta volta, arrivando a sussurrarmi: "Dimmi che alla fine qualcuno lo ammazza!".
Purtroppo no.

Purtroppo uno come Jake è riuscito ad arrivare sano e salvo fino al 2017, vivendo di memoria.
Per fortuna, De Niro dando pugni al muro, rompendosi quasi la testa contro quel muro, un po' di simpatia/pena verso Jake ce la fa provare, facendoci soprattutto sussultare e applaudire per la trasformazione fisica, per l'intensità che dà alla sua interpretazione che è e resta indimenticabile.
Per fortuna Scorsese pur con un altro ritmo, su quel ring ci porta davvero, facendoci sentire ogni colpo, ogni pugno, ogni schizzo di sangue (e sì, non sempre sono riuscita a tenere gli occhi aperti), sperimentando angolazioni, punti di vista, movimenti di macchina.
Usciti dalla sala, tra chi era entusiasta, chi era soddisfatto di aver visto la sua pellicola preferita finalmente su grande schermo e chi come noi si aspettava altro, non del tutto era stato colpito o impressionato, quel fastidio ma pure quel dolore ce lo siamo portati appresso un altro po'.
E anche se questa Domenica in cui scrivo assomiglia ad un giorno qualunque in cui in questo blog si parla di film o serie TV, è la solita Domenica, con un post diverso, un film diverso.
Perché ti fa pensare a come certi film continuino a vivere, a quali vite finiscono per dover essere raccontate al cinema, per farsi poi leggenda, vivendo meglio dentro quello schermo che fuori, riproponendosi, facendosi cult.
E in anni in cui si sfruttano personaggi, filoni e generi fino all'osso, in cui in sala ci si va per i blockbuster e poco altro, anche se in pochi, anche se per un film che in TV sarà passato un centinaio di volte dal 1980 ad oggi, è stato bello partecipare a un evento simile, è stato bello scriverne.


14 commenti:

  1. Lisa, questo post è solo in parte una recensione ma è solo la descrizione deliziosa di un tuo stato d'animo, di una serata passata con il "giovine".
    Io non ho visto questo film perché sono contrario al pugilato che assolutamente non è uno sport. E' assurdo che due persone si menano brutalmente gonfiandosi la testa fino a diventare larve umane.
    Se ti scoccia questo mio scrivere sgangherato puoi dirmelo e smetto subito.

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    1. Perdonami l'intromissione, però pacatamente ti dico che quello che scrivi è solo un tuo personalissimo (e sbagliato) modo di approcciarsi al pugilato: che, assolutamente, potrà pure non piacerti e ne hai tutto il diritto di dirlo, ma non si può dire che non sia uno sport... anzi, è uno degli sport più antichi e nobili del mondo, su cui il cinema stesso ha scritto pagine epiche. Se non consideri uno sport la boxe, significa che non hai capito cosa sia la boxe.

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    2. Ammetto che fatico anch'io a trovare bello uno sport come la boxe, ma ovviamente sono gusti. La violenza e il sangue fatico a digerirli, ma il giovine mi ha parlato della filosofia che ci sta dietro, degli allenamenti perfetti, dell'educazione che lo rende adatto anche ai più piccoli (nel suo corso c'erano infatti un paio di ragazzini).
      Quanto al cinema, l'ha raccontato un gran bene in molti film, onore almeno a questo!

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    3. Lisa, puoi sfogliare tutte le riviste sportive ma non troverai sicuramente qualche articolo sul pugilato. Nemmeno su Sky che offre il tutto non dà spazio al pugilato.
      Vivete in questo mondo e dovreste sapere che ormai il pugilato è morto.
      Come si fa ad affermare che due persone, Monzon e Benvenuti, all'interno di un ring, stanno praticando uno sport?

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    4. Scusami, ma continui a non capire che cosa sia questo sport: che cosa c'entra l'articolo sulle morti dei pugili? E allora l'automobilismo? Il motociclismo? Il ciclismo? L'alpinismo? Perfino nell'equitazione, nello scherma, nello sci ci sono stati atleti che hanno perso la vita... ci sono sport più pericolosi di altri, ma questo non vuol dire che siano discipline che non meritino dignità. Ti sei mai fatto la domanda inversa? Ovvero quante vite ha salvato il pugilato? Il pugilato è uno sport povero, che veniva praticato (anche adesso) nei bassifondi e nei quartieri malfamati, che ha tolto migliaia di giovani dalla strada e ha dato loro educazione, disciplina e speranza, ma di che stiamo parlando? Hai mai visto "Million dollar baby"? O banalmente anche "Rocky"? Sei mai entrato in una palestra? Per parlare di certe cose bisognerebbe esserne a conoscenza... su un punto hai ragione: oggi il pugilato (purtroppo) è in crisi, ma non per motivi etici bensì, banalmente, per motivi commerciali: ci sono decine di sigle e federazioni ognuna delle quali cerca di spremere come limoni gli atleti a disposizione, cercando di strappare la borsa più alta. E' tutto uno sporco giro di soldi, ma che non c'entra niente con la dignità di questo sport.

      p.s. non è mia abitudine imbrattare le bacheche degli altri, quindi chiedo perdono a Lisa. Quello che dovevo dire l'ho detto e non replicherò. Però è un argomento che mi sta a cuore e sul quale mi sentivo in dovere di precisare certi aspetti. passo e chiudo.

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    5. Esprimere le proprie opinioni non significa imbrattare un blog.
      Non mischiare gli incidenti che possono accadere in altri sport, con il pugilato dove due persone si picchiano anche sulla testa, tanto da diventare " il pugile suonato".

      Fai bene a passare e chiudere.
      Ho fatto l'esempio dello scempio che è apparso ai nostri occhi. In un ring una persona con una forza brutale (Monzon) dava pugni tremendi a un'altra in sua balia (Benvenuti). Dove sta lo sport? Quando la Juve vince 10-0 un incontro di calcio, gli sconfitti sono dispiaciuti ma non hanno le ossa e la faccia nera per i lividi lasciati dai pugni.

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  2. Anch'io in tutta onestà non ho mai seriamente considerato il recupero di questo film che, da molti, è considerato un cult firmato Scorsese. I motivi di questa mia indifferenza trovano riscontro nelle tue parole: il personaggio non mi ha mai particolarmente ispirato e, nonostante la stima per De Niro, la prospettiva di affrontare un biopic con una figura di questo tipo non mi attira per nessun motivo. Comprendo comunque la suggestione di rivedere una vecchia pellicola nuovamente al cinema: la visione ha un sapore completamente diverso, un gusto che sembrava andato perso :)

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    1. Si fatica davvero tanto con LaMotta, personaggio odioso come pochi che solo alla fine riesce a suscitare un po' di pena/amore. Quanto al film in sé, poi, mi aspettavo lo Scorsese frizzante, invece qui è decisamente più classico e rallentato, lasciando spazio alla fisicità di De Niro. Anche se non lo rivedrò, come unica volta sono felice di averlo visto al cinema.

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  3. Lo proiettavano anche al mio paese, ma purtroppo non sono riuscito a vederlo. Condivido però le tue conclusioni: fa sempre bene vedere al cinema (lo ripeto: AL CINEMA) capolavori come questi che, a dir la verità, non passano centinaia di volte in tv... è ovvio che, dato che il cinema non è gratis, magari il pubblico (io compreso) preferisce spendere i soldi per i film nuovi, però ogni tanto operazioni come queste meritano di essere valorizzate. Perchè il grande cinema non stanca mai.

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    1. Non c'è stata la stessa pubblicità e di certo non lo stesso richiamo di 2001, ma sì, operazioni simili anche il multisala fa bene a proporle, e secondo me, per appassionati e non solo, è un gran bell'evento che fa "condivisione".
      Sono curiosa, tra l'altro, di vedere come andranno le proiezioni de L'amica geniale al cinema, con la messa in onda a breve in TV... varrà la pena? 12 euro saranno un freno importante?

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    2. 12 euro di biglietto???? cavolo! direi che vale la pena... aspettarlo in tv! poi ci si lamenta perchè le sale si svuotano :(

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  4. In verità in tv passa abbastanza raramente, tanto che non credo io abbia mai avuto modo di vederlo interamente, ma la prossima volta non me lo perdo, e se sarà questa versione tanto meglio ;)

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    1. Strano, ammetto di aver scritto quel centinaio senza controllare e basandomi solo sulla sua data di uscita... ma visto il restauro, dopo il passaggio al cinema spero lo riproporranno anche in Tv.

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