7 settembre 2018

Venezia 75 - Zan (Killing)

[si spoilera a volontà]

Nell'ordine:
- Mokunoshin Tsuzuki vuole diventare samurai, si allena con il fratello della ragazza che ama -e su cui si masturba- presso la famiglia di contadini che aiuta
- Mokunoshin Tsuzuki viene notato in allenamento da un samurai senza padrone, gli viene chiesto di partire insieme per la città, con la compagnia di quel fratello, che tanto pronto non è, tanto maturo nemmeno
- quel fratello si inimica infatti una banda di ronin che però avevano assicurato Tsuzuki di non attaccare
- il maestro samurai vedendo quel fratello mal ridotto e colpito nell'onore, decide di vendicarlo, facendo fuori tutta quella banda, meno uno
- quell'uno torna, e si fa vendetta, uccidendo tutta la famiglia di quella ragazza che ovviamente ora pretende vendetta



- Tsuzuki non ci sta, non è onorevole, la girandola di sangue potrebbe non finire mai, ma lei urla, implora, e in un sanguinolento combattimento quella banda viene fatta fuori una volta per tutte, il maestro e Tsuzuki restano gravemente feriti e fra loro partono scintille
- ultimo combattimento, fra loro, per risolvere questa cosa dell'onore
Come da tradizione, abbiamo litri di sangue che esplodono, mutilazioni varie, ferite purulente, masturbazioni e doppi sensi erotici, urla e una macchina da presa che oscilla troppo, che poi si muove più sapiente nel mezzo della foresta.
Insomma, abbiamo tutto quello che fa felici i fan di Tsukamoto e li fa scrosciare dagli applausi non appena il suo nome appare su schermo.
Io?
No, io certo cinema fatico a digerirlo, ad apprezzarlo, come sempre.

2 commenti:

  1. Mmm, non di certo l'ideale per congedarsi da Venezia...

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    1. Decisamente no, almeno la durata (solo 80 minuti) era una delle più sostenibili, finalmente.

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