2 settembre 2018

Venezia 75 - Il ragazzo più felice del mondo

È la ventata di freschezza che ci voleva in questa Venezia. 
Sono quelle risate che ci vogliono, e non solo dopo una serata e una mattinata passata sotto la pioggia. 
È che è quella genialità che ancora mancava, che non si prende sul serio, anzi, si prende proprio in giro.
Gipi -sì, non lo conoscevo, no, non l'ho mai letto- porta in scena una sua storia e forse anche parte della sua vita, in un finto documentario che racconta... la realizzazione del suo film. 
Si parte alla grande, con un Domenico Procacci -produttore del tutto- che è anche in scena, recalcitrante all'idea di finanziare la folle idea di Gipi: La vita di Adelo, remake al maschile del film di Kechiche nonostante l'entuasiamo e la descrizione scena per scena dello stesso Gipi.



Chissà perché, ma l'incontro non va a buon fine, finchè un'altra idea non arriva al fumettista, scoprendo un mistero: un fan, che da almeno 15 anni si finge un giovane aspirante fumettista che chiede ai grandi del mestiere un disegno. Chi si nasconde dietro questo mitomane? Una truffa? Un pazzo stile er Canaro?
Si decide di indagare, si mette su una squadra di tecnici alle prime armi e amici da sempre, contattando altri fumettisti, cercando location ed esperti grafologi. 
Ovviamente, come presto si scopre, conta più il viaggio che la ricerca, conta più il percorso della meta finale. E se il percorso fa letteralmente ribaltare dalle risate ancora meglio. Si ride, tanto e di gusto, si fa sberleffo del mondo della produzione, con Procacci stesso e la sua compagna, Kasia Smutniak a prestarsi al gioco assieme a tante comparse d'eccezione.
E si finisce per voler bene ad un amico sboccato, a un tecnico del suono pasticcione, a un creatore di t-shirt discutibile e pure a un operatore che rimane nascosto. Si finisce per perdersi all'interno di un finto documentario che spesso va fuori fuoco, ma che sa comunque raccontare l'oggi attraverso tante piccole verità.

2 commenti:

  1. Conosco Gipi, postatissiml su IG, solo di nome. Felice che faccia centro e, soprattutto, che faccia ridere. Al solito, mi preoccupo un po' per voi a Venezia: fortunati sì, ma spesso alle prese con film lunghi e pesanti per cui mi ci vorrebbe il polmone di acciaio.

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    1. Questo è stata una vera boccata di ossigeno, visto al posto di un film argentino sugli anni oscuri della dittatura è valso la lunga fila! Commedia intelligente e geniale davvero.

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