18 gennaio 2019

Eighth Grade

Andiamo al Cinema (Quasi)

Arrivata a 30 anni mi credevo troppo vecchia per film con protagonisti degli adolescenti.
Troppo matura io, troppo immaturi i loro problemi o chi li scrive.
Baby e la sua sceneggiatura tratta da una smemoranda me lo avevano confermato.
The Kissing Booth con tutti i cliché triti e ritriti pure.
Però, in mezzo alla confusione, al giocar facile, al ripresentare sempre gli stessi problemi e le stesse storie d'amore contrastate, si può incappare in piccoli miracoli.
Prendere Tuo, Simon come esempio, e la sua piccola ma significativa rivoluzione nel creare una commedia romantica e adolescenziale fra due ragazzi dello stesso sesso.
O prendere Sex Education -su Netflix dallo scorso venerdì- capace di parlare di giovani e di sesso in modo finalmente diretto.
O prendere infine Eighth Grade che sposta la lancetta dell'età ancora più indietro, con il liceo alle porte, in quella che per noi è la terza media.



Kayla è una ragazzina come tante. Incollata al suo smartphone, perennemente connessa, esperta di filtri, dispensatrice di cuori su Instagram e di consigli in tutorial su Youtube così semplici e genuini da collezionare solo un paio di visualizzazioni.
Ma quei video diretti ad altri, servono a lei per cercare coraggio, per cercare di uscire dal guscio ed essere autentica, se stessa. Nonostante un corpo sgraziato, la pelle macchiata, Kayla ci crede. Ci crede anche se è letteralmente la più tranquilla della scuola, anche se non ha amici, non esce, non viene invitata alle feste. Lei ci prova, però, diventa la prima follower dei suoi stessi consigli, affrontando la più popolare della scuola, il più bello della scuola, le prime uscite. La osserva un padre, che non sa come comportarsi, non sa quanto spingersi dentro la sua bolla, la sua zona privata. Così, da sola, Kayla cerca di crescere, incontrando lupi e ostacoli, qualche anima amica lungo il cammino.


E pensi che la sua storia non è un granché, che non è chissà quanto originale in un cinema indipendente che di ragazze e ragazzi non così popolari ha parlato e del loro cercare di farcela pure. Ma Kayla è diversa.
Perché mostra prima di tutto lo specchio nero in cui i giovani (e non solo) si specchiano continuamente, mostra una gioventù di oggi che sa essere meno comunicativa ma allo stesso tempo più connessa rispetto a qualunque altra generazione e mostra in fondo pure te stessa, con quei chili di troppo, con quella pelle macchiata, con quella timidezza che a fatica si aggira.
E scopri una genuinità autentica in Kayla, in Elsie Fisher che la rappresenta così bene, in Bo Burnham che la descrive e ce la racconta attraverso dialoghi commoventi al chiaror delle fiamme o semplici sguardi mancati, sorrisi nascosti in auto che attraversano ogni generazione.
Ci sono le canzoni di oggi, gli incontri al centro commerciale, le feste in piscina e il giorno del diploma.
Ma c'è soprattutto una maturità che non ti aspetti in Kayla come in altri ragazzi che sottovalutiamo, che capiscono da soli che le attese, le aspettative imposte dall'alto, anche da semplici film, ci condizionano.
Così, una scatola dei ricordi sa far male, la si vuole bruciare.
Un'altra, che tiene conto davvero di chi si è, di chi si è capito di essere, è la soluzione mettendo sempre le mani avanti, accentandosi nonostante i sogni ancora da realizzare.
E allora torni adolescente, su questo tuo diario segni anche tu una frase piena di ispirazione, che il tuo diploma è un fallimento, ma hai sempre una laurea per reagire.
Gucci 👌


4 commenti:

  1. Davvero un gioiello, e non pensavo dopo aver amato a metà Lady Bird e affatto The Diseducation of Cameron Post. Una macchina del tempo che fa ridere, commuovere, in attesa che il peggio passi.

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    1. Se Lady Bird parlava alla me liceale, qui si parla alla me delle medie e non solo, quanti preziosi insegnamenti fra tutorial e falò.

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  2. Forse ti è piaciuto perché, più che un film sull'adolescenza, è un film sulla pre-adolescenza. Come un Big Mouth live-action e senza troppe parolacce... quindi con Big Mouth alla fine non è che abbia molto a che vedere. :)

    Comunque Kayla for President!


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    1. Quindi sono più pre-adolescente che post-adolescente... non so se esserne felice o preoccuparmi. Facciamo che vincono i giovanissimi ben scritti e speciali ;)

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