23 gennaio 2019

Unbreakable - Il Predestinato

E' già Ieri -2000-

C'è stato un tempo in cui M. Night Shyamalan è stato il mio regista preferito.
E c'è stato un tempo in cui Armageddon era il mio film preferito.
Probabilmente Bruce Willis mi stava particolarmente simpatico, o forse amavo i generi misti con finali a sorpresa.
Poi sono rinsavita, ma diciamo che tra il bambino de Il sesto senso e i "mostri" di SignsThe Village me la sono goduta.
Di mezzo c'era stato questo Unbreakable, di cui poco ricordavo, se non la pioggia e il classico finale à la Shyamalan, spiazzante.
Rivisto oggi, in occasione dell'uscita di Glass, quel finale si fa intuibile distante un chilometro, quella pioggia c'è per poco, ma c'è dell'altro.



Messa da parte una certa lentezza -scotto da pagare probabilmente per quei 19 anni passati- c'è un amore e una dedizione ai fumetti che ha dell'incredibile.
Chi le aveva notate, ai tempi, quelle inquadrature che sembrano vignette? Quella macchina da presa posizionata come fosse un lettore, un disegnatore, quei colori acidi, quelle ombre che si stagliano come fossero i chiaro-scuri dell'inchiostro?
Poi c'è la storia, che un fumetto sembra, con l'uomo semplice che forse è un eroe, di certo è un sopravvissuto -l'unico- di un disastro ferroviario, che scava nel suo passato, nella sua natura, dove nessuna malattia l'ha colpito. E si esercita, prova, capisce i suoi poteri, la sua forza, il suo istinto.
A risvegliarlo è un uomo di vetro, dalle ossa fragili e che sembra la sua nemesi.
A dargli sostegno è un figlio che soffre per la distanza che c'è fra i suoi genitori, per la tristezza che sembra ammantare quell'uomo che potrebbe essere un supereroe.


Se la storia parte da un soggetto intenso pur sviluppandosi lentamente, la genialità sta tutta nelle parole di Mister Glass, nel suo spiegare i tratti dei personaggi, l'evoluzione di una leggenda e del suo eroe, e mentre solleviamo pesi con David Dunn, sfidiamo cattivi e risolviamo matrimoni.
Si procede per gradi, quindi, si lasciano cadere indizi che si risolveranno tutti nel finale.
Nel mentre, c'è bravura da vendere in una regia curatissima, che incanta, che fa gridare pure al miracolo per come riesce senza eccedere come in Sin City, a creare atmosfere e punti di vista propri di un'altra arte.

Voto: ☕☕/5

9 commenti:

  1. Vorrei vederlo, ne ho ricordi confusissimi!

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    1. Li avevo anch'io, chi si ricordavo così tanto fumetto, altro rispetto al colpo di scena finale a conti fatti piuttosto intuibile?!

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  2. io invece, al contrario di mr. ink, NON VORREI rivederlo, perché, pur ricordandomelo pochissimo so per certo che all'epoca in cui uscì non mi piacque affatto.

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    1. Qualche lentezza e pesantezza di troppo c'è -il giovine ha abbandonato a un quarto d'ora dalla fine- ma io l'ho apprezzato comunque, merito della regia più della storia.

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  3. Devo rivederlo assolutamente, e lo farò ;)

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    1. Inevitabile per arrivare preparati a Glass, 19 anni si fanno sentire ;)

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  4. Dovrei rivedere The Village, per fare un confronto come si deve, anche se Il sesto senso resta nel mio cuore e nei miei sussulti per quel finale. Meno Armageddon, decisamente lo sopravvalutavo.
    Altro Shamalala in arrivo nei prossimo giorni ;)

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  5. Armageddon addirittura film preferito? Pesante! ahahah
    Shyamalan regista preferito già ci stava di più...

    Non so visto oggi, ma ai tempi Unbreakable mi è sembrato un filmone.
    Tra i miei cinecomics preferiti (non che ci vada molto, considerando quanto poco ami il genere).

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    1. Fatico a pensarlo come un cinecomics, per fortuna non ne ha la natura e riesco ad apprezzarlo anch'io.
      Quanto ad Armageddon, giocava facile su un'adolescente dalla lacrima facile, mettici poi la canzone degli Aerosmith ed è fatta...

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