25 gennaio 2019

Split

È già Ieri -2016-

Alla sua uscita, tre anni fa, ho aspettato invano un versione in lingua originale.
Doverosa se volevo apprezzare l'impegno di James McAvoy nel calarsi non in una, non in due, ma in 23 parti.
La versione originale al cinema non è mai arrivata, il tempo è passato, mi ero pure spoilerata da sola il collegamento con Unbreakable ma, con Glass finalmente disponibile nella giusta versione al multisala, il recupero si è fatto d'obbligo.
Precisiamo che sì, qui McAvoy si mantiene a sole 8 personalità diverse, e che quello spoiler finale arriva davvero nel finale (nei titoli di coda insomma) e che ormai poco conta.



Sapevo tutto questo, ma non sapevo nulla della storia.
Non sapevo che sì, Kevin Wendell Crumb bene non stava, che era in cura da una psicologa che credeva nelle sue personalità, nel saperle controllare.
Non sapevo che in realtà Kevin era fuori controllo, capace in qualità di Dennis di rapire tre ragazze innocenti, chiuderle in un bunker e prepararle per La Bestia.
Non sapevo che quelle tre ragazze ce la mettevano tutta per riuscire a salvarsi, con l'asociale Casey più capace, più intelligente delle altre, con un passato che si rivela a poco a poco, come gli strati che nascondono la sua pelle.
Non sapevo che il tutto diventava quindi un survival movie, con punte di horror, con un'ansia piuttosto palpabile, sperando che quella psicologa capisse e intervenisse, che Casey arrivasse alla libertà, che La Bestia fosse davvero solo una fantasia de L'Orda.
A spezzare la tensione, Hedwig e la sua voce infantile, il suo amore per Kanye West.


Insomma, non sapevo un bel niente di quello che Split in realtà era: molto più di una prova incredibile per un camaleontico McAvoy, capace di cambiare voce, accento, postura, e di diventare altro.
I veri brividi li dà lui, certo, ma li dà anche una sceneggiatura ben calibrata, chiusa per lo più sottoterra, in cui passato e presente si mescolano.
Anya Taylor-Joy prende così il posto di protagonista, per lei si fa il tifo, con lei si ha paura.
E M. Night Shyamalan ce la fa un'altra volta, si risolleva come già in tanti mi avevano promesso, mette a segno un film magari semplice nella sua struttura, ma capace di far trattenere il fiato.
Gioca con la macchina da presa, con gli spazi e con il vedo/non vedo, gioca con il suo attore in stato di grazia e gioca sopratutto con la sua filmografia, piazzando in quel finale un collegamento impensabile e che probabilmente mai avrei colto senza l'aiuto dell'internet.
Ora non resta che collegare i puntini, sperando di ritrovare lo stesso stile di Unbreakable, la stessa tensione di questo Split, in Glass

Voto: ☕☕/5


13 commenti:

  1. Hai fatto bene ad aspettare la versione in lingua originale, perché McAvoy fa un gran lavoro con la voce e recita andando tantissimo sopra le righe, che è storicamente considerato qualcosa che gli attori non dovrebbero fare, ma se la storia lo richiede funziona, e qui il suo, anzi i suoi personaggi funzionano. Poi dici benissimo, Shyamalan, in amicizia detto Michael Knight, recupera un modo di girare che sembrava quasi aver perso, e sforna un thriller che appena sembra che stia per diventare un horror, con quella scena sui titoli di coda (che mi ha esaltato, lo ammetto) abbraccia il cinema di super eroi, e che quasi da sola ha creato tutta la curiosità attorno a “Glass”. A questo punto sono curioso di sapere il tuo parere anche dell’ultimo capitolo della trilogia ;-) Cheers!

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    1. Domani concludo la mia settimana con Shamalalalalà, questo secondo capitolo, più ansiolitico e con un McAvoy strepitoso che vale da solo la visione, mi ha convinto più di Unbreakable. Gli accenti, le voci, le posture, hanno fatto la differenza.

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  2. Sarà che l'ho visto in italiano, sarà che tutti ne parlavano come del suo canto del cigno, ma a me purtroppo aveva deluso tanto. Non ricordo nemmeno perché. Soltanto una vaga irritazione, oggi, per l'idea sprecata e le sottotrame inutilizzate.

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    1. Strano, a me perfino le sottotrame son piaciute. McAvoy ha di certo fatto la differenza, ogni cambio di voce e di accento mi mandava in brodo di giuggiole :)

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  3. Imperfetto e pieno di difetti, ma per me è stato il ritorno dello Shyamalan che amavo anni prima. "Glass" non sarà la stessa cosa, né di questo né tantomeno di "Unbreakable", ma spero che sappia andare in direzioni opposte e stupire.

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    1. Shyamalan lo avevo abbandonato dopo quegli esordi fenomenali, l'ho ritrovato con The Visit l'anno scorso e mi ha messo un bel po' di paura. Riscoprirlo in forma già da prima è una bella sorpresa.

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  4. A me era piaciuto moltissimo e per questo non vedo l'ora di vedere Glass.

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    1. Questa carrellata pre-Glass mi è servita, e sono felice di aver finalmente assistito a questo McAvoy show.

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  5. Il doppiaggio però non è assolutamente male, anzi, riesce benissimo nel suo intento, e sul film dico che il tuo voto rispecchia il mio, e va bene così ;)

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    1. Quando si tratta di voci e accenti sono piuttosto rigida, tanto che non avendo visto nemmeno il trailer in italiano non so come sia stato reso. Di certo volevo godermi McAvoy in originale, e ne valeva davvero la pena.

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  6. Io invece l'avevo trovato una discreta cacchiata.
    E sì che Shyamalan l'ho quasi sempre difeso, persino ai tempi di E venne il giorno. °___°
    Almeno L'ultimo dominatore dell'aria e After Earth comunque proprio no! :)

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    1. Il mio cuore di fan numero 1 mi ha tenuto distante da tutti e tre quei film, credo di essermi fermata a Lady in the Water di cui però non ho ricordi. Riscoprirlo ora... anche no!

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  7. E' un film straordinario. Carico di tensione e un horror magico.

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