8 dicembre 2023

The Producers - Una Gaia Commedia Neonazista

#LaPromessa2023

Se c'è qualcosa che è mancato a questa Promessa agli sgoccioli, è la buona compagnia nel vedere i film.
Impegnato lui, impegnata io, troppo stanchi entrambi, bisognosi di recuperare in chiacchiere, il fedele migliore amico non è stato un compagno di visioni su cui fare affidamento, e così la maggior parte dei titoli li ho visti da sola o con il giovine.
Neppure il film scelto da lui, quello che è da sempre fra i suoi preferiti, che negli anni mi aveva fatto vedere a pezzi, di cui mi aveva fatto ascoltare la colonna sonora, interpretato spezzoni di musical, ecco, nemmeno The Producers siamo riusciti a vedere insieme!
Poco male, però, perché così io e il giovine possiamo senza ombra di influenza salire sul suo carro dei vincitori.
Quello dei pochi in realtà, visto che il film nel 2005 fu un grosso flop commerciale non previsto.
Non dopo il successo del film di cui è remake, non dopo il successo a Broadway di cui è l'adattamento.
Fermi, fermi, facciamo chiarezza.


Tutto parte da un'idea di Mel Brooks.
Anzi, da un titolo che gli viene in mente: Springtime for Hitler. Inizia a parlarne per gioco, in giro per conferenze stampa, si inventa pure il nome del produttore di questo musical che si prende gioco del Fuhrer: Leopold Bloom.
Già, come quel Leopold Bloom, protagonista dell'Ulisse di Joyce.
Dicevamo, ci scherza, inizia a prendere il suo scherzo sul serio e a immaginare una sceneggiatura.
Per il teatro inizialmente, per il cinema poi.
Ma chi glielo produce una commedia nella commedia che nel 1968 parla di un dittatore?
Nessuno, sembra.
Finché i nomi giusti iniziano ad arrivare, chi legge la sceneggiatura (compreso -) ne resta colpito, i soldi arrivano ed ecco che tutto può essere finanziato, manca il regista. E Mel Brooks dice: faccio da me, ci provo.
Ecco così Per favore, non toccate le vecchiette, titolo italiano molto inventivo per il The Producers originale, che con Gene Wilder e Zero Mostel diventa un successo.
E spiana la carriera a Mel.


Ora facciamo un salto al 2001, anno in cui debutta a Broadway lo spettacolo musical The Producers, adattamento ad opera dello stesso Mel sulla sua stessa sceneggiatura, che fa approdare le avventure dei produttori Max Bialystock e Leo Bloom lì dove erano stati pensati. Con Nathan Lane e Matthew Broderick a calcare il palcoscenico è un successo, con più di 2.500 repliche, 12 Tony vinti e la carica di cult per gli appassionati.
E quindi, vuoi non riportarlo al cinema?
Vuoi non sfruttare le magie che nel corso di quasi 40 anni il cinema ha fatto?
Mel si occupa ancora una volta della sceneggiatura, Lane e Broderick riprendono i panni vestiti a Broadway e l'ingresso nel cast di gente come Uma Thurman, Will Ferrell, Gary Beach e Roger Bart.
La regia spetta invece a Susan Stroman. Un successo annunciato?
Purtroppo, no.
Non al botteghino, almeno, dove il film non riesce a colmare i 45 milioni di budget fermandosi a quota 38. Un flop, che i critici che si dividono.
Ma per molti, è una scoperta.


Lo è per il migliore amico, che diventa ossessionato dal modo in cui Ulla parla, dalle movenze di Uma Thurman, con battute che diventano parte del suo modo di parlare. E la conga, ovvio, che irrompe e conquista tutto.
Lo è per me e il giovine, che finalmente capiamo la sua ossessione e ridiamo come dei matti di fronte a metodi poco ortodossi per finanziare spettacoli, per gag poco politicamente corrette che prevedono saluti nazisti, vecchiette da circuire, coreografi, scenografi, ballerini particolarmente gai.
Mel non è mai stato uno politicamente corretto, e si ride qui che è un piacere, con trovate che non invecchiano e in fondo nemmeno offendono.
Il miglior modo per fermare le dittature e il pensiero delle dittature è con una battuta, ci ricorda il regista, e prendersi gioco di uno come Hitler, renderlo così effeminato e ridicolo sul palco, beh, è la punizione migliore. O almeno, una punizione che lo depotenzia.
Ecco com'è che una commedia scritta e prodotta per fallire, diventa un successo mandando all'aria lo schema creato per fare soldi facili e scappare in Brasile.


Ecco, io l'avrei chiusa così, con una cartolina dal Brasile a mostrare come l'allievo ha superato il maestro, come un triste burocrate ritorna a vivere grazie al suo sogno di diventare produttore e una Ulla sulla sua strada.
Invece no, il film -come Oppeheimer, come Killers of the Flowers Moon, pensa te che esempi recenti riesco a fare!- ha una coda giudiziaria non prevista che appesantisce la durata della commedia, il ritmo del film.
Unico difetto di una gaia commedia neonazista che senza poterla confrontare con l'originale, per me è successo.

6 commenti:

  1. Una bella versione, con una scelta di casting ottima, molto più ispirato alla versione musical quindi con molte più canzoni, se ti va, ti consiglio anche l'originale di Mel Brooks che resta la mia versione preferita, si canta di meno ma si ride ancora di più ;-) Cheers!

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    1. Pure mamma mi ha consigliato di recuperare l'originale, e chi sono io per non ascoltarvi? Abbiamo già un titolo per la prossima Promessa :)

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  2. Visto una volta sola, ai tempi, ma piaciuto un sacco! Devo rivederlo!

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    1. Finalmente visto completo e come regge bene! Per una serata spumeggiante è perfetto.

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  3. L'originale è un capolavoro, ma a me piace moltissimo anche questa versione musical. In entrambi i casi abbiamo il genio di Mel Brooks, un mare di risate e un cast sopraffino. Ulla balla!!!

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    1. Conga!
      A questo punto è deciso, non mi sottraggo al furor di popolo e le vecchiette le vado a toccare il prossimo anno :)

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