2 dicembre 2023

Bottoms

Andiamo al Cinema su PrimeVideo

Non è un'altra stupida commedia americana.
O meglio, un po' lo è.
È una commedia, ma non è stupida.
Non si prende sul serio, si prende gioco delle altre commedie americane virando leggermente il punto di vista.
Siamo in quel genere a sé che sono le commedie adolescenziali, quelle ambientate nei licei americani fatti di classi sociali, di catene di popolarità, di corsi pomeridiani e partite di football.
Le protagoniste sono due amiche, e non è una novità, la novità è che sono due ragazze, non certo popolari, lesbiche e innamorate delle due amiche più popolari -va da sé- già impegnate con i giocatori di football di cui sopra -va da sé.
Cosa cambia?


Cambiano la loro rappresentazione, il loro piano, i toni di questa commedia molto scorretta.
Il loro piano, dicevamo?
Sì, perché per conquistare le loro prede, l'idea è quella di istituire un corso di autodifesa.
Sulla carta per difendersi da uno scontro ancestrale con un'altra squadra di football, in realtà le botte da orbi, occhi neri e nasi rotti senza nessun controllo spingono i corpi vicini, la libido a sperimentare. Almeno, secondo loro.
I toni, dicevamo?
Goliardici, esagerati, folli.
Con i cliché ben sottolineati da una sceneggiatura che per certi personaggi non si sforza appositamente di approfondirli e un finale che è un crescendo di assurdità.


Le botte da orbi diventano un bagno di sangue senza controllo, nemmeno di quel professore "alleato", ma ormai si è dentro questa girandola di emozioni e divertimento che corrisponde al nome di Bottoms che si accetta tutto, anche la spada di Anduril in scena.
Fa strano che a dirigere questa commedia delle commedie sia Emma Seligman, la regista che si era fatta notare con Shiva Baby, facendo di una veglia funebre un incubo degno di un horror in quanto a ansia generata.
Si scioglie e si diverte qui in compagnia delle sue vecchie compagne di università, la fida Rachel Sennott e la sempre più prezzemolina Ayo Edibiri, e la loro unione, fa la differenza.


Non prendendosi sul serio, giocando con il loro fisico e i loro fantasmi adolescenziali, giocando pure con le belle e i belli di turno rappresentate da Havana Rose Liu, Kaia Gerber e Nicholas Galitzine e con le altre componenti di quello che è un Fight Club senza esclusione di colpi danno vita a un'altra stupida commedia americana, che potrebbe essere la Mean Girls della Generazione Z se fossimo alla ricerca di un titolo facile facile come tanto piace alla Generazione Z.

Voto: ☕☕½/5

5 commenti:

  1. Carino, però non ci ho visto il cult di cui molti scrivono. Troppo sopra le righe per essere preso sul serio.

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    1. Gli americani si esaltano con poco, a maggior ragione i giovani che gridano alla rappresentazione! Carino, divertente, è il film che ho finito per vedere in camera d'albergo a Torino con il giovine febbricitante... almeno è riuscito a strapparmi più di una risata vista la situazione :)

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  2. Per essere il nuovo Mean Girls forse gli manca qualcosa, però siamo sulla buona strada :)

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    1. Siamo della generazione sbagliata, ma hanno saputo toccarci i tasti giusti per far felici anche noi ultratrentenni :)

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  3. Grazie per la fiducia, ma sai che da queste parte ci si esalta con cautela e sempre moderatamente. Una commedia quasi classica anche se cerca in tutti i modi di non esserlo, noi spettatori scafati il genere lo conosciamo e apprezziamo le sfumature, ma l'infernet è popolato di esaltatori di professione che fra un paio di settimane si saranno già dimenticati del film...

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