2 settembre 2019

Venezia 76 - Panama Papers

Diciamo la verità: quando il caso Panama Papers è esploso, non ci si è capito poi molto.
Diciamo la verità: come funzionano i tanti paradisi fiscali, in pochi lo sanno.
Ci pensa l'instancabile Soderbergh a fare chiarezza, a cercare di spiegare con leggerezza il tutto.
Il pensiero non può che andare ad Adam McKay, che già ha impartito ottime lezioni sulla crisi immobiliare in America e sul grande Vice Dick Cheney.
Lo stile infatti è quello: rendere pop e accessibile un mondo freddo e chiuso come quello della finanza.



Il leitmotiv è così una tragedia che colpisce Meryl Streep, classica pensionata in viaggio con marito, che rimane coinvolta in un incidente navale. L'assicurazione che tutti dovrebbe risarcire, si rivela uno dei tanti gusci vuoti che portano al nulla.
O per meglio dire, a Panama.
Mentre Meryl si reinventa detective, due gigioneggianti Antonio Banderas e Gary Oldman ci fanno da Cicerone illustrandoci segreti e dietro le quinte del loro mondo fatto di firme false, prestanome, occhi chiusi.  In cui anche un biliardario che non è un criminale, si rivela essere un padre e un marito tutt'altro che innocente. Si avanza così, abbattendo la quarta parete, strizzando l'occhio allo spettatore, creando storie e storielle parallele (dalla Cina a Las Vegas) capaci di abbassare il livello di difficoltà e rendere folto il cast (Sharon Stone, Matthias Schoenaerts, David Schwimmer, Jeffrey Wright, Will Forte...).
Ma diciamo la verità: Soderbergh non è McKay e qua e là le sue soluzioni, i suoi spiegoni, si fanno pesanti.
E se dobbiamo dirla tutta, questa verità, diciamo pure che l'innegabilmente brava Streep, è ancora una volta incasellata nel ruolo dell'arzilla vecchietta dalla doppia faccia. Con tic e movenze viste ormai troppo spesso da apparire più costruite che naturali.
Piccoli nei, comunque, in quella che si rivela essere una commedia intelligente e fortemente schierata, che arriva in un balzo ad un finale esaltante che è un chiaro e giustissimo messaggio politico. E questo, oltre ad aver assistito a un'ottima lezione di economia mondiale, basta.

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