4 settembre 2019

Venezia 76 - Barn (Beware of Children)

Cosa succede quando muore un bambino?
Quando quel bambino muore in circostanze particolari, ucciso per incidente (forse) da una sua amica?
Succede che tutto l'universo che attorno a lui ruotava, si ferma. E inizia a interrogarsi. A elaborare il lutto, a confrontarsi, ad analizzare quanto successo e cosa c'è da fare.


Il caso particolare in questione vede protagonisti i due alunni migliori di una rinomata scuola norvegese. Vede lei, figlia di un laburista, aver colpito lui, figlio di un esponente di estrema destra. Le implicazioni politiche hanno il loro peso, ma solo per gli adulti, fra insegnanti che trattavano con diversità, genitori fermi nelle loro posizioni e pure la preside che quell'esponente sta frequentando, restia alla neutralità. Non è solo di morte che si parla quindi, si parla di politica, di educazione, di senso di colpa e di responsabilità. Si parla di famiglia e di scuola soprattutto, del ruolo dei figli e di quello dei genitori.
Il tutto in 157 minuti che, credeteci davvero, non si sentono. Il merito è di una sceneggiatura precisa e calibrata, fatta di dialoghi densi, di lunghe scene in cui a muoversi sono le parole. Che vanno così a segno. Adulti e ragazzini si confrontano, e quasi ci si dimentica di chi non c'è più, quel morto che solo alla fine ci viene mostrato.
È una sorpresa che non ti aspetti dalla Norvegia, una sorpresa che in mezzo a tanta densità lascia spazio per risate improvvise, per uno humour caustico che spezza la tensione. Gli applausi sono garantiti.

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