La piazzo subito in apertura la frase forte, la frase che potrebbe far discutere ma a cui credo profondamente:
L'ultimo film di Valeria Golino potrebbe averlo scritto e diretto Xavier Dolan.
Non vuole sminuire lei né tanto meno lui, vuole essere un complimento ad entrambi.
Gli elementi sono quelli tipici di Dolan: un protagonista gay e tormentato, la bella vita che nasconde crepe, una famiglia ingombrante da gestire, con cui fare pace, con cui finalmente entrare davvero in contatto attraverso una crescita reciproca, una presa di coscienza.
Si ha tutto questo, con Roma sullo sfondo, con feste luccicanti, installazioni artistiche ad abbellire e prendere spazio, con una sentenza che sembra scritta ma che non viene accettata.
Matteo ha tutto: è bello, ricco, vive in un attico romano da invidia in cui la famiglia che si è fatto, -fatta di giovani e belli che ci tengono ad essere tristi- gravita attorno. Vuole e ricerca la perfezione, senza nei.
Ettore non ha più niente: la moglie l'ha lasciata, il figlio non ha voglia di vederlo, un tumore al cervello potrebbe portarlo via in poco tempo. Ma Ettore non lo sa. Della sua salute, della sua vita, ha deciso di occuparsi Matteo, tenendolo all'oscuro di tutto, camuffando visite mediche e pillole, cercando di renderlo parte della sua bella vita, della sua euforia.
Chi sta messo peggio, allora?
Chi non accetta o chi ha rinunciato?
Chi finge o chi è solo stanco?
L'euforia, per quanto contagiosa, è solo l'ennesimo filtro per nascondere quelle crepe.
Questi due fratelli agli opposti interpretati da due attori agli opposti, poco a poco smussano gli angoli, si scornano, sì, ma finiscono per conoscersi, finalmente.
Valerio Mastandrea stropicciato, smunto, è sempre lui, sempre perfetto.
Riccardo Scamarcio che solo in tarda età (mia e sua) riconosco come davvero bello, è ancor più bello qui ma soprattutto più bravo: curato, pieno di stile e di incongruenze, di una superficialità in cui si insidia una profondità capace di far perdere l'equilibrio.
Poi c'è l'occhio della Golino, un occhio abituato alla bellezza, che la ricerca sempre, con inquadrature diverse, con l'arte che fa capolino fra pareti e stanze, con scene altamente estetiche ma non per questo vuote, anzi, piene.
L'euforia quindi contagia, tra musiche malinconiche e danzerecce, rende divertente pure un viaggio a Medjugorje, rende commovente pure un ballo di Stanlio e Ollio.
Con la complicità di Mastandrea e Scamarcio palpabile davvero, con Roma che si fa complicatamente terza protagonista e con quei personaggi secondari -ma fin là- ad arricchire un racconto fatto di capitoli e di tappe che sono un crescendo.
E tutto finisce per non finire, o meglio, per arrivare ad una chiusura perfetta che fa di Euforia uno dei più bei film dell'anno.
Ecco, la piazzo pure in chiusura una frase forte, una frase che potrebbe far discutere ma a cui credo profondamente.
Voto: ☕☕☕☕½/5
Questa è Valeria Golino:
RispondiEliminaLa semplicità si coniuga con un pensiero originario, che prende le mosse dal punto di partenza. Quindi dal cuore, dal sentimento, dall'origine del sentirsi profondamente in essere. Il sentire non è spiegabile, è un vuoto irrazionale capace di riempirsi di immaterica realtà. Perciò a volte quando anche tutto intorno è nero noi vediamo la fiammella.
E' arduo per molti riuscire ad avere un pensiero semplice. Pensare con semplicità. Sì, una cosa che solo i bambini piccoli (età prescolare) sanno fare, poi, noi li educhiamo al ragionamento, distruggendo il pensare veloce, fatto di leggerezza.
La semplicità si coniuga con una grande pulizia interiore.
Una coscienza che sa riconoscere il bello e accettarlo.
Trovare i difetti è un espediente per non aderire mai.
La semplicità è cogliere il molteplice in ciò che è normale e sopravvalutarlo.
Quando qualcosa piace ha tutti i pregi del mondo, quando non piace non c'è magia che possa fartela apprezzare.
In pochi sanno cogliere la genuinità nelle persone e nelle cose, l'artificio invece lo colgono tutti.
Un film con la Golino è sempre da vedere.
In questo caso il film è solo della Golino, e per me restia e piena di pregiudizi ha fatto la differenza. Di certo, mi ha aiutato a farci pace.
EliminaCorro a vederlo, e già gli avevo dato piena fiducia a scatola chiusa.
RispondiEliminaA questo punto recupera Figlia mia, e vinci l'antipatia verso Valeria: lì dev'essere antipatica, sì, ma è al centro di piani sequenza rabbiosi, lunghi, meravigliosi. Quel piccolo film non ancora me lo scordo, peccato sia stato ignorato da molti.
Credo di aver capito cosa non mi convince della Golino a scatola chiusa: gli occhi fragili, la voce incrinata, che non so perchè ma la voce con un attore è una discriminante importante per me.
EliminaVisto il film che mi ha regalato, cercherò di venirti incontro e vorrei recuperare anche il suo Miele, a naso un pochino più pesante di questo che sì, spero adorerai!
Recuperalo,Miele è molto bello, e non è pesante, nonostante l'argomento.
EliminaCaspita, e nonostante Scamarcio 4 caffè e mezzo! non crederò fin quanto lo vedrò, forse ;)
RispondiEliminaDiciamo pure anche per Scamarcio 4 caffè e mezzo ;) Una prova grandiosa la sua, credici davvero!
EliminaBello questo giudizio tanto euforico!
RispondiEliminaDi contro c'è però da dire che il paragone con Xavier Dolan alza di brutto le aspettative e sarà poi dura mantenerle...
L'ho sparata grossa, lo so, ma continuo a crederci davvero. E vedrai che entusiasmerà anche te ;)
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