10 marzo 2019

La Domenica Scrivo - Denti e Dolore [di riflessioni sotto anestesia]

Mi ero detta che volevo fare nuove esperienze, che queste Domeniche, come quelle dello scorso anno, dovevano aprirmi al nuovo.
Bene.
Lunedì sono andata dal dentista in urgenza.
Esperienza nuova?
In parte.
Voluta?
No di certo, perché se mi ritengo una delle poche persone ad essere terrorizzata dalle lucertole, faccio parte della larga fetta di popolazione che ha paura di andare dal dentista.
Anzi, da piccola mi sentivo come Phoebe, spaventata all'idea di andarci perché in due-volte-due che c'ero andata erano morti prima Gianni Versace poi Lady Diana (che Lady D sia morta di sabato, giorno in cui il dentista non poteva essere aperto, me lo dice wikipedia, la me bambina era convinta di portare sfortuna).
In ogni caso, ancora non ho trovato qualcuno a cui dal dentista piaccia andarci.
Quindi, mi chiedo, cosa spinge uno studente a voler curare sorrisi? Un desiderio sadico, una vita a sapere di essere temuto e odiato, evitato perlopiù?
Bene, io l'ho evitato il più possibile finché un dolore lancinante non ha caratterizzato per intero un weekend all'apparenza come gli altri.
Ma non è di questo -che, diciamolo, a chi importa- vorrei scrivere.



Vorrei scrivere di quelle domande e riflessioni che tra il dolore del dente, la paura di dover affrontare una devitalizzazione, l'anestesia che faceva effetto e il rumore dei vari strumenti che da soli bastano per terrorizzare, ho iniziato a farmi.
Perché se c'è un modo per fregarli, la paura e il dolore, è pensare ad altro.
Come dice il mio mantra:
Non è niente, non è per sempre.
E allora ho iniziato a chiedermi se fa più male qualcosa che c'è o qualcosa che non c'è, sempre per rimanere in tema Afterhours.
Quel dolore, è meglio improvviso, veloce, come una scossa.
O continuo e inarrestabile?
Fa più male lo strappo o il togliere poco a poco quel cerotto?
Dover convivere con quel dolore, o doverlo solo pensare e ripensare, con ansia?
È peggio un dente cariato o un dente che non c'è più?
Una casa piena di ricordi o una vuota?
Una persona che resta o una che se n'è andata?
E quel dolore, condiviso, fa stare bene o fa stare male?
Vuoto o pieno.
Passato o futuro.
Cosa crea più angoscia, più dolore?
Come se gli anni con, facessero male tanto quanto gli anni senza.
A volte.
Quando i conti diventano tondi.


Le paturnie, le riflessioni, continuano. Anche fuori da quell'anestesia in un periodo che per me non sarà mai tutto rose e mimose.
Alla fine, comunque, quel dente non me l'hanno tolto, nemmeno devitalizzato.
Sotto una vecchia otturazione c'era una carie, e anche qui potrei filosofeggiare su vecchi dolori capaci di pulsare ancora, a distanza di anni, tornare vivi all'improvviso come un'urgenza.
Ora la nuova otturazione è però provvisoria, e se vogliamo filosofeggiare anche qui, mi vien da dire che tutto lo è, più la gioia che il dolore, che come dice un'altra canzone, non si addomestica.
Come un gatto selvatico, anche quando si abitua alle coccole, alla calma, gli artigli li ha sempre pronti a graffiare.

5 commenti:

  1. Più che la paura del dentista leggendoti si percepisce un malessere generale. C'è qualcosa che ti manca e ti ruba la serenità e qualcosa che hai e non desideri. Risolvi i tuoi problemi reali senza aver paura di quello che succederà dopo. Ti lascio. Non mi piace fare lo psicologo della mutua.
    Ciao.

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    1. Grazie Gus, davvero. Per fortuna qui metto solo le riflessioni sotto anestesia per evitare di pensare al dolore fisico in corso, l'essere parecchio cerebrale fa sì che quello che manca e quello che c'è lo risolvo a blog spento :)

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  2. No, dal dentista paura mai, ma le lucertole "oh mamma", aiutooo ;)

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    1. Allora c'è qualcun altro come me, non mi sento più sola con una fobia che risulta sempre ridicola :)

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    2. Quando leggo qualcosa che coinvolge gran parte dell'umanità, è più forte di me, mi lascio andare formulando considerazioni generali. Nel senso che leggendo te trovo gus e tanta altre persone. Generalmente mi rispondono male, invece tu mi ringrazi.
      Questo è bello. Torno a essere tranquillo.

      -Mancanza di qualcosa
      -Qualcosa che ho e non mi rende felice

      Alzi la mano chi non soffre per queste problematiche.

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