1 marzo 2019

L'Uomo che Uccise Don Chisciotte

È già Ieri -2018-

Sogno o son desta?
Terry Gilliam dopo 20 anni e 8 diversi tentativi è davvero riuscito a terminare quel suo infausto progetto del Don Chisciotte?
Quel Don Chisciotte funestato da una natura avversa, da finanziamenti che mancano, da protagonisti che danno forfait?
C'è riuscito e sembra quasi aver messo in scena questa sua fatica, di tenere tutto unito, sogno e realtà, realtà e finzione, mescolando mondi, testi, idee.



Sogna o è desto Toby Grisoni?
Regista agli inizi puro e alto, ora sceso a patti con il commerciale, anzi con la commercializzazione più pura, ritrovandosi a girare nel mezzo del deserto spagnolo una pubblicità?
Lì, in quello stesso deserto dove anni addietro aveva dato vita al suo primo film, pescando attori dalla strada, dal paese, coinvolgendo il paese intero nel dar vita a un Don Chisciotte che contro i mulini a vento combatteva.
Sogna o è desto Javier?
Lui, che da ciabattino è diventato Don Chisciotte, lui che ancora si crede Don Chisciotte, fenomeno da baraccone, scemo del villaggio, che in groppa a Ronzinante ritrova il suo fedele Sancho Panza, partendo per nuove avventure.
Sogna o è desto Toby, ancora?
Che per sfuggire alla noia, alle pressioni, per rivivere quel passato che compare in flashback lontani, diventa Sancho Panza, scortando Don Chisciotte nella sua follia, mescolando realtà e finzione, scambiando mulini per giganti, zingari per cavalieri, attrici mai affermatisi per donzelle da salvare, feste sontuose per veri e propri viaggi nel tempo.


Sogno o son desta io?
Io che questo strano spettacolo, folle, metacinematografico, che non si può staccare dalla realtà del progetto e dalla sua lunga gestazione, l'ho finalmente visto? E amato pur con il fastidio che mi crea la recitazione declamata di quel matto di Jonathan Pryce, amato nonostante il sogno, la finzione, la realtà che si mescolano in continuazione, in una linea di demarcazione via via sempre più confusa.
Adam Driver si muove in una fotografia davvero da favola sempre con quella sua aria da Adam Driver, mentre la storia procede, prende svolte inaspettate, si fa confusa e io mi ritrovo qua e là a non essere così desta.
È la lunghezza che mi frega o quella caratteristica onirica a cui Gilliam difficilmente rinuncia?
Lo spettacolo, in suo onore, in onore del cinema ma soprattutto di una storia che si continua a tramandare e continuerà a vivere, me lo sono goduto lo stesso, senza enfasi però, ma anche senza troppo da incolpargli.

Voto: ☕☕½/5


11 commenti:

  1. Mi fa molto piacere che Terry, alla fine, sia riuscito a vedere in sala questa sua ultima fatica (una fatica in ogni senso, per lui), ma la visione non mi ha mai attirato. Colpa della storia di Don Chischiotte, che conosco più in teoria che in pratica. Di un cinema troppo onirico, troppo strano, che mi piace a piccole dosi e diluito: affronto per i fan veri, probabilmente, da ragazzino ho visto e rivisto I fratelli Grimm.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'avevo in programma prima della fine dell'anno ma non lo si trovava in v.o. ché il doppiaggio non sembrava all'altezza. Ammetto che un po' di fatica l'ho fatta anch'io, strano e confuso com'è, ma ne è valsa la pena aspettarlo.
      Grazie a Netflix vorrei recuperare il primo Gilliam, quello parte dei Monty Python invece!

      Elimina
  2. Ero curioso di sapere il tuo parere su un film di Terry Gilliam, che è da sempre uno dei miei registi del cuore, sono sempre attratto dai pareri degli appassionati di cinema su quel matto. Questo film si porta dentro i segni dei film che avrebbe dovuto essere nelle varie false partenze che ha avuto, il risultato è strambo, sghembo, testardo e malinconico, grazie a quel finale che ho trovato bellissimo. Alla fine nella sua ossessione per il personaggio, “L'Uomo che uccise Don Chisciotte” è Gilliam stesso, e non poteva trovare uno migliore di Adamo Guidatore per impersonarlo sul grande schermo. Per altro Adam Driver con quella sua aria da Adam Driver dovrebbe diventare il titolo dell’autobiografia di Adam Driver ;-) Cheers

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahaha, per quanto mi piaccia, Adam Driver difficilmente esce dal suo ruolo, o forse porta sempre troppo di sé in quel ruolo. Anche qui, dove è un perfetto regista frustato, anche se la vera forza della natura è Pryce.
      Con Gilliam invece ho uno strano rapporto, o meglio, forse è troppo strano lui per riuscire a convincermi almeno una volta al 100%.

      Elimina
  3. E' talmente tanti anni che sento parlare di questo film che mi è quasi passata la voglia di vederlo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sembra ancora strano infatti che la sua corsa sia finita, forse erano aumentate le aspettative, forse le stesse si sono poi mescolate nel condensato finale che ne ha fatto Gilliam, ma anche questo è il suo bello.

      Elimina
  4. Ma soprattutto, Terry Gilliam sarà davvero tornato o no? Ho il sentore di no..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È un film molto alla Terry Gilliam, ma per fortuna nemmeno troppo strano rispetto agli ultimi suoi titoli. Bene così.

      Elimina
  5. Non del tutto fenomenale, tutt'altro che perfetto, però a me è piaciuto decisamente.
    Quasi un film da sogno, e mi ha pure tenuto desto. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ultimamente crollo con tutto, o quasi, inevitabile che un film così onirico mi cullasse ;)

      Elimina