2 novembre 2019

Nell'Erba Alta

La Settimana di Halloween

Ci sono Stephen King e Stephen King.
I King grandi, con una storia ampia e ben costruita, e i King che partono dal piccolo, da un dettaglio che può far paura e quella paura la ampliano.
O almeno, così sembra di capire dai tanti (troppi?) film che ormai vengono tratti dai suoi romanzi e racconti.
Nell'Erba Alta fa parte del secondo gruppo.
La storia è breve, il racconto (scritto a quattro mani con il figlio Joe Hill) pure.
L'espediente è semplice: chi non ha mai avuto paura di perdersi in un campo di erba alta, o per meglio dire, in un campo di granoturco?
Chi da bambino non c'ha giocato, correndo, nascondendosi, inventandosi un mondo?


Parte probabilmente da qui l'ispirazione, con l'horror a fare da genere di appartenenza.
E allora in quel campo succede qualcosa di strano: si perde letteralmente la capacità di orientarsi, impossibile andare in linea retta, uscirne, ritrovarsi.
Gli unici punti fermi sono le cose che lì sono morte e non si spostano.
E poi c'è una roccia, al centro di tutto e probabile causa di tutto.
Si parte poi da un'altra piccola cosa: una coppia di fratelli in viaggio, lei incinta e senza idea di cosa fare di quel bambino, lui iperprotettivo. Entrano in quel campo per aiutare un bambino che si è perso. Si perdono anche loro, e finiscono per dover affrontare l'impossibile.


Tutto è breve, tutto è veloce.
Tutto sembra quasi così breve da chiedersi come resistere per un'altra ora e mezza.
E così, si riparte.
Con un altro protagonista, con il disorientamento che si fa generale, che si fa pure un po' confuso, tra fughe, sacrifici, linee temporali.
Troppo?
Probabilmente.
Ma a differenza di altri adattamenti, il tutto sa anche reggere.
Sa farsi strano film su strani paradossi, sa toccare piccole punte di trash date dal solito terrorizzante Patrick Wilson (troppo bello per non far paura) e da giovani attori non proprio esperti (si salva solo Laysla De Oliveira) e per un certo qual romanticismo sullo sfondo.
Non è perfetto, certo, non è il migliore film horror per questa settimana (e a ben guardare non lo erano neanche gli altri), ma d'ora in poi il campo del vicino non sembrerà più così verde.

Voto: ☕☕½/5



6 commenti:

  1. L'idea c'è, la regia di Natali è ottima, però non ho proprio capito il punto della situazione.

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    1. Eh, il punto è sfuggito più volte anche a me ma visto come mi piacciono i paradossi/loop temporali ho trovato pane per i miei denti questa volta ;)

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  2. Natali ha un ottimo occhio, il secondo atto del film rallenta anche troppo, ma queste trame "Wibbly Wobbly" mi comprano sempre. Cheers!

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    1. La seconda parte mi ha salvato perché ad un certo punto ho iniziato a chiedermi cosa mai potesse succedere visto che dopo una ventina di minuti erano già entrati e si erano già persi nell'erba alta. Le Wibbly Wobbly Tomey Stuff vincono facile anche qui ;)

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  3. Ma sinceramente secondo me si poteva fare meglio data l'ambientazione e gli spunti di partenza. Forse, comunque, è vero che gli adattamenti da Stephen King stanno diventando fin troppi...

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    1. Si poteva fare di più ma non è andata poi così male. Strano, confuso, ma ben girato e capace di prendere.

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