9 febbraio 2022

La fiera delle illusioni - Nightmare Alley

Andiamo al Cinema

Venghino, signori! Venghino!
Venite a vedere l'ultima creazione del Maestro del Toro!
Regista da Oscar, l'uomo delle bestie, che questa volta -o meglio, ancora una volta- affronta la peggiore di tutte: l'uomo.
L'uomo senza rimorsi e senza sensi di colpa, l'uomo che arraffa e che ruba, che mantiene il controllo di sé tranne poi perderlo per diventare la bestia che è sempre stato.
A questo giro, del Toro adatta.
Parte dall'omonimo romanzo del 1946 di William Lindsay Gresham, già portato sul grande schermo nel 1947, affida il ruolo del protagonista non a Leonardo DiCaprio (impegnato e dispendioso) ma a Bradley Cooper, prendendosi due anni e mezzo di tempo per realizzarlo, con in mezzo lo stop della pandemia ad aiutare a ricalibrare personaggi e parti.


Venghino, signori! Venghino!
Venite ad ammirare la strana creatura a due teste. 
Un prodigio della natura, o un mostro della natura?
Una parte circense, di quel circo sporco e brutto, di quel circo pieno però di magia da scoprire, rubare, riprodurre, di quel circo in cui riscattare una vita, e trovare i trucchi per farsene una nuova.
Una parte d'alta classe, dove i trucchi si chiamano mentalismi, dove ci si aggira per ristoranti e piano bar in stile art déco, dove i clienti non sono popolani boccaloni, ma ricchi e aristocratici con un vuoto dentro, che basta poco, un trucco appunto, per colmare. 
Leggi pure: sfruttare.
Ma due teste sono una meraviglia o sono un mostro?


Venghino, signori! Venghino!
Venghino a vedere un nudo frontale di Bradley Cooper.
Come?
È pubblicità ingannevole?
Sì, lo è.
Ma tanto Bradley a me non piace e nemmeno qui, troppo patinato, troppo bello a modo suo per il ruolo, riesce a farmi cambiare idea.
Come non mi piace il suo personaggio, o meglio, del suo destino poco mi importa.
Ed è qui che l'illusione che del Toro ha costruito, con me viene meno.
Se le scenografie lasciano a bocca aperta, la fotografia è così palpabile da meritare scrosci di applausi, se i costumi sono così curati e la presenza di Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara, Ron Perlman in piccoli ma grandi ruoli riempie di meraviglia, quando Cate Blanchett entra in scena, quando capisco dove si sta andando a parare, mi ritrovo a chiedermi: ma che m'importa, a me, del destino di Stan? 
Del suo piano che farà acqua, del suo passato spaventoso, del suo futuro di certo non roseo?
Ritrovandomi a rispondere: niente, la magia di questa Fiera svanisce, sentendo su di me i tutti i 150 minuti di durata, il cambio di scena tra una testa e l'altra, con la seconda che non vale la lunga premessa portata avanti.


Si sta sul personale, ovvio, che Nightmare Alley trasuda tutto l'amore per il cinema che del Toro ha, per il genere noir anche se contaminato, per la macchina da presa che corre e sorvola.
Tanto che anche se il finale si fa prevedibile, la battuta che tutto chiude fa sorridere compiaciuti ripensando ai finali moraleggianti della vecchia Hollywood.
Ma, nomen omen, questa fiera dalla doppia testa, non può che deludermi.

Voto: ☕☕/5

13 commenti:

  1. A me, invece, è piaciuto perfino più del previsto. Il Del Toro più nero, spietato e amaro mai visto probabilmente.

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    1. Visivamente e tecnicamente, sì. Ma della storia, del protagonista, davvero non mi è importato, e mi dispiace.

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  2. Siamo decisamente sulla stessa pagina, questo spettacolo lo è per davvero, come dirige Guillermone non lo fa nessuno, ma per dire di essermi esaltato, dovrei mentire più del protagonista del film. Cheers!

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    1. Mi sento meno sola, non che partissi con grande entusiasmo, il giusto, ma la durata mi ha affossato, il cambio di scena e la prevedibilità del piano per arricchirsi pure. Mah, almeno, mi sono goduta un signor spettacolo in sala.

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  3. A me, che Cooper piace dai tempi di Alias, quel nudo mancato un po' ha indispettito.
    Scherzi a parte, non il miglior Del Toro, ma la durata non l'ho sentita per nulla e mi sono fatta nuovamente avvincere dalla magia oscura del regista.

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    1. Ahaha, pensa che ho dovuto guardare su Google che in Alias (per quel che lo avevo visto) non lo ricordavo.
      Forse è anche colpa della mia antipatia nei suoi confronti, o forse è una storia non adatta a me, ma quanto avrei voluto essere avvinta pure io!

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  4. Per me Bradley può fare di tutto di più. ;)

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    1. Prima o poi ci farò pace, in A star is born mi era piaciuto di più, anche se il film prende una bruttissima piega man mano che va avanti.

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  5. Concordo in pieno. Film esageratamente prolisso, di una lunghezza ingiustificata, che pregiudica anche il ritmo della pellicola (difetto non di poco conto per un noir). Stilisticamente impeccabile, niente da dire, ma pedissequo e con poca anima. Non resta impresso, nemmeno per gli attori (che comunque se la cavano)

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    1. Il giorno dopo, già non ci pensavo più.
      Ed è un peccato visto quanto bene è stato curato e realizzato, ma l'anima o la magia che di solito in del Toro trovo, qui non l'ho sentita.
      Fortuna che queste, sono questioni soggettive, sul lato tecnico non si discute.

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  6. Che dire, completamente d'accordo con te. E anche secondo me Cooper è troppo bello, pure nel finale in cui è teoricamente un uomo distrutto...

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  8. Impressione simile, ma sei stata ancora troppo buona.
    La prima parte è pure piuttosto affascinante, ma nella seconda il film si trasforma inspiegabilmente in un thrillerino insipido e a tratti ridicolo.
    Certo, con Leonardo DiCaprio al posto dell'inutile Bradley Cooper e del suo inutile pseudo nudo frontale probabilmente sarebbe stata tutta un'altra storia... :)
    Nomination all'Oscar per il miglior film per me senza senso.

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