22 ottobre 2021

The Kindness of Strangers

È già Ieri -2019-

C'è Zoe Kazan, a cui si vuole sempre bene, che sempre è coinvolta in progetti speciali, di nicchia, che qui è una madre in fuga da un marito violento che cerca di ricominciare una vita a New York, trovandosi però senza un posto dove dormire, senza soldi per mangiare, a vivere di espedienti.

C'è Tahar Rahim che nonostante sia in giro da un bel po', quest'anno l'ho conosciuto e incrociato ben due volte (The Serpent e The Mauritanian), che qui è appena uscito di prigione e pronto pure lui a rifarsi una vita gestendo un ristorante russo che di russo ha gran poco.

C'è Andrea Riseborough, che fatico ad inquadrare nonostante riesca a bucare lo schermo come poche (in ZeroZeroZero era tra le poche cose positive di un ritmo soporifero) che è un'infermiera e una terapeuta che si affanna tra un lavoro e l'altro per aiutare come può.


E poi ci sono i fidi Jay Baruchel come avvocato delle cause perse, Bill Nighty che si finge russo a favore di quel ristornate che di russo ha poco, e Caleb Landry Jones che più che sbadato non riesce a mantenere un lavoro e quindi un tetto sopra la testa.

E infine, c'è Lone Scherfig, la regista danese che aveva iniziato all'interno del Dogma 95 con il film più gradevole del gruppo (Italiano per principianti) per poi conquistarmi definitivamente con An Education e One Day, salvo infine non saper più ripetere il miracolo.

Ci riprova qui, in America, mettendo assieme un cast di altissimo livello indie per una storia di cuore che avrebbe le carte facili per conquistare.
Una storia corale, in cui tutti questi sconosciuti incrociano i loro destini tra le fredde strade di New York, e -come da titolo- offrono aiuto, una gentilezza.


E dove sta allora il problema?
Sta nel come la sceneggiatura è stata scritta e poi trattata, con un montaggio che non lascia respirare questi personaggi, con situazioni che si sommano alle altre e con gli incontri in cui non viene sottolineata la magia, l'importanza.
La stessa Zoe Kazan passa repentinamente da un mood, un abito, un'innamoramento non previsto e una tragedia all'altra, diventando il cuore della vicenda sacrificando così gli altri comprimari, che non vengono approfonditi a dovere diventando -nel caso di Nighy e Landry Jones- delle macchiette buone solo a stemperare la tensione.


Dispiace, quindi, che un tema attuale, che una fuga dalla violenza con le conseguenze che ricadono anche su quei figli, non abbia la forza che si meritava.
Il calore, l'umanità che questi personaggi finiscono per avere solo in potenza.
Visti i nomi coinvolti, lo spreco e la delusione sono ancora più forti.

Voto: ☕☕/5

4 commenti:

  1. Zoe a parte, me lo posso evitare. Poi in questo periodo ci sono cose bellissime in giro!

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    1. Fai bene, io tra film veneziani già visti e uscite che nei miei cinema non arrivano, mi ritrovo a smaltire la lista degli arretrati. Ma le serie TV mi danno più soddisfazioni.

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  2. Mi secca perdermi qualcosa con l'adorata Zoe Kazan, però questa sembra una cosa perdibile...

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    1. Purtroppo lo è, Zoe ogni tanto toppa il progetto ma visti i nomi coinvolti capisco com'è che c'ha creduto.

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