29 ottobre 2021

The Vigil

La Settimana di Halloween

Siamo abituati a film sugli esorcismi cattolici fin dai tempi di, beh, L'esorcista.
La dura via del cattolicesimo, quel diavolo tentatore e quelle possessioni da debellare hanno nutrito fior fior di sceneggiature horror.
I tempi sono però cambiati.
La rappresentazione trova spazio anche all'interno della rappresentativa Blumhouse con un film horror e religioso, sì, ma dedicato agli ebrei ortodossi.
Un'altra religione con regole ferree, con una comunità chiusa, che grazie ad Unorthodox si è imparato a conoscere e che ha avuto il suo appeal sexy anche grazie a Disobedience.
Ma qui, sono i brividi a regnare.


E i traumi.
Quelli di Yakov, che dalla comunità è uscito, che al mondo moderno si sta pian piano abituando ma che viene richiamato da un rabbino bisognoso.
C'è una veglia da tenere, e lui in qualità di Shomer di fiducia potrebbe guadagnare quei soldi di cui ora necessita.
L'atmosfera a casa del defunto è però già tesa: uno Shomer già se n'è andato impaurito, la vedova soffre di Alzheimer e Yakov stesso si ritrova a vivere incubi ad occhi aperti.
Meglio, traumi.
Quelli del suo passato e di un'aggressione antisemita e quelli dei Litvak, tormentati da un demone fin dalla fuga dall'Olocausto.


Lentamente, quasi troppo lentamente a tratti, si compone un horror cupo, pesante (in senso buono), denso e claustrofobico.
Un horror fatto sì di jumpscares ben preparati, ma fatto soprattutto di un sottotesto psicologico significativo e non banale.
Che vuole raccontare, più che spaventare.


Forse solo un filino troppo lento per la mia narcolessia autunnale che non si è stranamente lasciata impressionare da presenze e apparizioni, ma The Vigil è quell'horror intelligente, diverso, immerso in una sua cultura sinistramente interessante che andava visto.

Voto: ☕☕/5

8 commenti:

  1. Perfettamente d’accordo, dal 1973 quasi nessuno qui in occidente è riuscito a distaccarsi dall’iconografia fatta di vomiti verdi e ragazzine che dicono parolacce creata da Billy Friedkin, questo è uno di quei film che ci porta per manina in una religione meno battuta dai territori cinematografici, il risultato è notevole perché la tensione non manca fino alla fine. Cheers!

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    1. Teso e interessante, di certo diverso nel mondo in cui porta.
      Pensavo di spaventarmi di più, però, lo ammetto.

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  2. Me ne ero scordato! Torno sui miei passi allora, mi affascinava molto!

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    1. Dagli una chance, con Unorthodox come bussola di orientamento, funziona ancora meglio.

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  3. Visto andava visto, anche se per me era riuscito a metà, di certo si apprezza l'originalità e l'ansietà.

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    1. Sì, forse qualche brivido in più me lo aspettavo, ma la storia sa come rimanere addosso.

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  4. Sarà anche intelligente e diverso, ma tra claustrofobia e lentezza non è che mi attiri più di tanto...

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    1. Un horror di nicchia che non è un cult come altri di questa settimana, ma un tappabuchi notevole nel caso ;)

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