23 febbraio 2024

Are You There, God? It's Me, Margaret

Andiamo al Cinema a Noleggio

Ci sei Dio? Sono io, Lisa.
Non ti scrivo molto, diciamo pure mai.
Diciamo che non abbiamo proprio un rapporto.
Ma ti scrivo oggi per chiederti un favore.
Com'è che ci siamo dimenticati dei film semplici?
Quelli carini, onesti, che mostrano la vita com'è, magari solo un po' più edulcorata?
Ce ne siamo dimenticati in questi anni di effettacci speciali, tuttazione e biopic vari?
Ma c'è anche la vita, da raccontare.
E un'età che spesso viene ignorata.
Ci sono i teenager con i loro coming of age, ci sono i giovani adulti con le loro crisi, chi adulto lo diventa, e entra in crisi e gli anziani pure, in crisi per l'età avanzata.
Sono i preadolescenti che così ci rimettono.


Cos'è, le loro storie contano meno?
No, anzi, sono quelle che lasciano più il segno.
Perché che brutto periodo è, quello delle medie?
La pubertà, i cambiamenti, quello che Big Mouth esorcizza per noi adulti che possiamo ridere di trasgressioni e esagerazioni… Mettici poi che cambi pure scuola, che abbandoni New York e i tuoi amici per finire in provincia, metti che abbandoni una nonna amorevole e acculturata che ha il faccione di Kathy Bates, metti che entri in un nuovo giro di amiche che sottolinea i tuoi difetti e le tue mancanze...
Capisci perché Margareth ti chiede aiuto?
L'arrivo delle mestruazioni come l'aumento del seno, diventano sfide a cui non si vuole arrivare ultimi.
Con i primi amori, le prime gelosie, i primi tradimenti a fare un male che non si dimentica.
Ci si riderà sopra, magari, ma con amarezza.


Erano 47 anni che Judy Blume negava i diritti per adattare il suo romanzo a film, ma Kelly Fremon Craig l'ha convinta.
Sarà che con The Edge of Seventeen aveva dimostrato di saper trattare le giovani donne per bene.
La vedi, Dio, Margareth che ti chiede aiuto?
Lei che è sveglia, intelligente, ma come non cadere in certe fisse? Come non credere a certe voci in giro per la scuola? Come non rimanere soggiogata dall'amica ricca e viziata, se pure sua madre ci casca e cerca di esser meno artista e più casalinga perfetta?
Lo vedi, Dio, perché certe storie vanno raccontate?
Per levigare cicatrici e aiutare generazioni.
Lo aveva fatto anche Bo Burnham con Eighth Grade, che diventava quasi un horror da come la tensione in feste a bordo piscina facevano sentire chi non era/è sicuro di sé.
E poi, Dio, ci sei anche tu in questa storia.
Vieni chiamato in appello, in una famiglia che ti ha messo da parte, che crede in due fedi diverse rendendo ancora più insicura Margareth.
È ebrea? È cristiana?
Non lo sa, e allora ci prova, alla faccia di nonni e genitori e di Te, che non le rispondi.


Alla fine, come dicono i poeti e i cantori da sempre, la risposta è dentro di lei.
Anche per quella madre che è una bravissima e amorevole Rachel McAdams, essere se stessi e magari mandare a quel paese tutto il resto, è la risposta migliore.
Così, anche in mezzo a questo periodo cinematografico che sta risorgendo dalle ceneri della Marvel, trova spazio una piccola storia, un coming of age che abbassa l'età ma non la sua importanza.
Anche per chi, come Te, non risponde.

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Al post preghiera/lettera a Dio non avevo mai pensato, bella idea!

    Film carino, quasi un prequel meno folle di Big Mouth :)

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    Risposte
    1. Dici che ha un momento per me, Dio?
      Se gli scrive il Liga, posso farlo anch'io :) meglio le lettere di Margaret, però.

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