10 febbraio 2024

Il Colore Viola

Andiamo al Cinema

Prima un romanzo, Premio Pulitzer di Alice Walker che mi guardava da anni nella libreria di casa e quando, probabilmente troppo piccola, ho provato a leggerlo, l'ho rimesso lì. 
Troppo duro, troppo triste.
Poi il film di Steven Spielberg, che lo ha adattato, che ha fatto di Oprah Winfrey una star, nominato agli Oscar. Ma anche qui, il dramma raccontato non mi ha avvicinato e resta uno dei film di Spielberg che sento poco da Spielberg.
Poi un musical per Broadway tratto dal libro, tratto dal film, che calca i palchi da anni, mettendo in musica quella storia drammatica fatta di violenze, stupri, razzismo e resistenza.
Infine, un film tratto da quel musical che è tratto da quel film e da quel libro.
E io ancora sono qui a chiedermi com'è che si realizza un musical su una storia così drammatica, che parla di un padre che stupra le figlie e le vende come vende i bambini nati da questo incesto, di un marito violento che picchia e tradisce e umilia, di una donna che finisce in prigione per un no, di due sorelle separate e di una resistenza continua a questi soprusi, a queste violenze, al razzismo dell'America dei primi del '900.


A quanto pare, si può.
Si può cantare del dolore, si possono immaginare colori più vividi e emozioni più forti, ci si può salvare attraverso la musica e la fantasia.
Purtroppo, però, mettendo in musica tutto quello che contiene la vita di Celia, figlia e madre e moglie che deve resistere, sempre, e non sembra avere gioie, il dramma si fa ancora più pesante.
Ma pesante davvero.
Trascinato dalla forza delle donne protagoniste, resta un film che gli amanti puri del musical possono amare più di me, che ho patito i green screen posticci e le coreografie spesso fuori luogo.
E se Fantasia Barrino non ce l'ha fatta a rientrare nella cinquina delle nominate al pari di Margot Robbie senza creare chissà quale polemica, Danielle Brooks sbaraglia Taraji P. Henson, ed essendo il personaggio con cui è più facile empatizzare, capisco perché.


Purtroppo, succede troppo in 141 minuti di film.
Mettici poi le fantasie sognanti di Celia, che immagina un futuro migliore, e che diventano l'occasione per il regista Blitz Bazawule di esagerare nelle scenografie e nei momenti musicali e l'impatto risulta annacquato.
E succede che in questi drammi duri che su carta, con lo spirito di Spielberg, probabilmente hanno un respiro più ampio, qui restano compressi tra un numero e l'altro, con gli anni che passano e la sensazione che si corra in fretta, nonostante il tempo a disposizione.
O forse, solo chi ha letto/visto almeno uno di questi tre modi di raccontare la stessa storia, può apprezzarne questa variante.


Film ovviamente dal tono politico e con gli omaggi che mostrano Whoopi Goldberg fare un piccolo cammeo, non è riuscito a convincermi a recuperare né il romanzo né il primo adattamento né lo spettacolo a Broadway.
Ma tra una ballata e un sogno ad occhi aperti, il mio orecchio si è soffermato su una dichiarazione d'amore che non resta così velata:

Con Miss Celie's Blues
Di Jones - Temperton - Richie
Dirige Blitz Bazawule
Canta Taraji P. Henson
(qui ho trovato solo la versione di Táta Vega)


2 commenti:

  1. I film musical o li adoro o li patisco parecchio...
    Questo devo vederlo al momento giusto e con la predisposizione giusta, altrimenti mi sa che finirà nella seconda categoria :)

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    1. Anche con la migliore predisposizione, fatico a vederlo nella prima categoria per te...

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