Non è mai facile lasciar andare uno scrittore che sembra rimasto fuori dal tempo.
Gli ultimi romanzi di Stefano Benni, autore che mi accompagna dall'adolescenza avevano quell'effetto boomer fastidioso come la parola boomer.
Le presunzioni di chi a 76 anni giudica i giovani, parla di e ai giovani, inveisce contro un mondo che è corso via veloce.
Ma come fare, a dire di no, a rinunciare a un suo nuovo scritto?
Per fortuna, non l'ho fatto.
Perché ci si può ancora sorprendere, ci si può ancora riprendere.
Benni lo fa con una storia lunga una vita intera, quella di due amanti destinati a essere sempre divisi, inseguiti dalla morte.
Luna e Febo nascono e crescono al limitare di un bosco, in quella libertà che presto non conosceranno più.
Una libertà fatta anche di adulti alcolizzati, di genitori incapaci, di servizi sociali e di una città in cui trovare fortuna.
Il primo strappo avviene lì, in quelle montagne. In cui Luna, che non parla, rischia anche di non camminare più, volata com'è dal fienile su una forca che aspettava Febo.
Lei viene mandata in un istituto gestito da suore poco fedeli, lui si trasferisce in città con un padre che cerca affari senza averne il fiuto.
Si ritrovano, adolescenti focosi, e mentre lei ritrova la parola, lui trova la passione politica e per l'ambiente, molto prima che diventi una moda.
Ma anche qui il destino ha in gioco un arresto, fatto di sangue e suicidi che chiudono quell'istituto e i suoi conti poco trasparenti.
Si incontrano ancora, da giovani adulti che vivono il sesso libero, da anziani ancora capaci di amarsi, salutandosi infine a distanza. È un amore così, il loro, interrotto ma che sa riconoscersi, come chi è cresciuto nella stessa terra che ormai non c'è più.
Un'autostrada al suo posto, frane a cambiare il paesaggio e punire gli uomini che ci hanno speculato.
Inserisce così le sue invettive Benni, attraverso le parole di un divulgatore scientifico che vorrebbe leggi e regolamentazioni più che cortei, attraverso lo sguardo di chi lavorando con chi cerca le parole, non riesce a sopravvivere in Italia.
Scaglia le sue frecce, ancora appuntite, contro una politica cieca e sorda.
E questa volta, fa centro.
La storia di Luna e Febo lunga una vita -la loro- che cambia toni in base alla loro maturazione, che cambia punto di vista di capitolo in capitolo facendo divertire, riflettere e applaudire per l'effetto del confronto.
Giura che non dimenticherai.
Giura che tornerai.
Giura che continuerai la mia battaglia.
Il lieto fine amaro riesce pure a commuovere.
La Resistenza passa anche attraverso un autore che riesce a stare al passo con i tempi, criticandoli, e a chi continua a mettersi in gioco, ad ogni età.
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