15 giugno 2019

Blue My Mind

Andiamo al Cinema

L'adolescenza è una brutta bestia.
Uno stato in cui non ti senti parte di niente, esclusa da tutti. Non capita, non ascoltata, costretta a fare e provare di tutto pur di trovare te stessa. La tua identità.
Mia bene non sta. Si è appena trasferita in una cittadina Svizzera, con i genitori non parla, il suo corpo sta cambiando e a scuola prova ammirazione per il gruppetto di bulli che come sempre bullizza gli altri, fa casino, beve, fuma, fa festa. Si sentono già grandi anche se grandi non sono, e Mia vuole farne parte.



Ricaccia la timidezza dietro una sigaretta, conquista con facilità la capa Gianna, e spinge il suo limite sempre più in là, tra bevute, sesso, feste esagerate.
Lo fa per mettere a tacere le sue paure e i suoi dubbi, lo fa per quel corpo e per quei genitori da cui si sente distante in ogni termine possibile, così diversi da lei come sono.
Sta crescendo Mia, diventa donna, ma i suoi sembrano essere cambiamenti più radicali rispetto a quelli tipici dell'adolescenza: inizia a deformarsi, a cambiare colore, a diventare e sentirsi ancora più diversa e unica.


È tutta una grande metafora.
Forse.
O è semplicemente uno dei modi migliori per raccontare un certo tipo di cinema uscendo dalla schematicità di certi generi, abbracciando uno stile più intimo, più indipendente che lo rende ancora più meraviglioso. Come fatto lo scorso anno dalla sorpresa francese Raw.
Perché si soffre con Mia, si ha paura con lei, si rivivono traumi e speranze, per poi rimanere sconcertati di fronte a una verità che si intuiva ma a cui si faticava a credere.
Il coming of age in questo caso si fa serio e si fa speciale.
Lisa Brühlmann lo racconta da un punto di vista femminile credibile e segnante, lo racconta puntando su una protagonista bella e brava, incorniciandola in immagini e scene dalla fotografia calda. Poi c'è la musica che in quelle feste fa la differenza, ci sono effetti speciali che speciali lo sono davvero e che nel finale sanno commuovere nonostante una certa ritrosia.
Che sia metafora o che sia un genere a sé, Blue my mind -bello fin dal titolo- è di certo uno dei film migliori di quest'anno.

Voto: ☕☕☕☕/5


8 commenti:

  1. Questo film giustifica le tante coppie che rinunciano ad avere figli. Troppo complicato entrare nella vita dell'adolescente. Non è certamente un film didascalico.

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    1. In realtà fanno capire bene come l'adolescente si sente, le sue paranoie, i suoi pensieri. I giovani ci si identificheranno, i genitori capiranno un po' di più.

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  2. Date le premesse, dato il tuo entusiasmo, cercherò di vederlo oggi stesso!

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    1. E non vedo l'ora di leggerti a questo punto, prevedo un entusiasmo simile!

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  3. Lo vedrò, ne parlano tutti benissimo. Certo mi invoglia ben più del bolso "Beautiful Boy", pedante, scontato e con attori svogliati. Qui la protagonista è davvero bellissima: un valore aggiunto.

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    1. Lei e le sue amiche sono veramente belle, ma soprattutto brave. Film strano, metaforico o no, e che ha davvero qualcosa da dire rispetto al sì, pedante e irritante Beautiful Boy.

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  4. Ti è piaciuto un film adolescenziale? Incredibile!
    Stai cercando di perdere il tuo titolo di novella Mrs. Ford? :D

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    1. Quando fatti bene come in questo caso, i film adolescenziali non possono non piacermi, basta poco... oppure no.

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