Benvenuti a Marwen, paese belga perennemente in guerra contro quei bastardi dei nazisti.
Ci prova un gruppo di angeli armato fino ai denti a combatterli, ci prova soprattutto il capitano Hogie a farli fuori, ma questi ritornano, lo torturano, lo umiliano. La sua colpa? Quella di avere una passione per le scarpe femminili, con il tacco. Contro ha anche una strega che aumenta i suoi dubbi, le sue paure.
Benvenuti a Kingston dove Mark vive e dove dà vita a Marwen, paesino nato dalla sua fantasia in cui fa vivere, muovere e agire bambole a immagine e somiglianza sua e delle sue amiche. Lo scopo? Fotografarle, come l'artista che ora Mark è diventato.
Lo scopo più profondo? Cercare di superare un trauma difficile da dimenticare: l'essere stato picchiato fino al coma da un gruppo di balordi filonazisti, proprio per quelle scarpe con il tacco.
Gli angeli che lo hanno salvato -dalle colleghe di lavoro, all'infermiera che se n'è presa cura all'assistente che gli porta le medicine- hanno così trovato un posto d'onore a Marwen.
Ma qualcosa nella ciclicità dei suoi movimenti e delle sue paure, inizia a cambiare quando una nuova vicina si trasferisce davanti alla sua casa, con un passato altrettanto violento a tormentarla. Cambia anche perché il processo che lo riguarda e in cui è parte lesa si avvicina, e il momento per affrontare una volta per tutte quanto gli è successo si fa inevitabile.
Ma come si fa ad uscire da Marwen? Come si fa a farcela senza l'aiuto di angeli, di un coraggio che nella realtà manca?
Robert Zemeckis alle favole buoniste è abbonato.
E forse anche per questo sottovalutato.
Anche in questo caso, in cui racconta una storia vera, mescolando fantasia e finzione in modo tutt'altro che scontato.
Lo fa soprattutto con quel Steve Carell che è quasi più una certezza in versione drammatica che non in quella comica, con cui ultimamente mi tiene compagnia a Scranton.
C'è però da sottolineare che nonostante tutte le carte in regola, Zemeckis non riesce a fare centro completo nemmeno questa volta.
In una trama di per sé lineare, lascia aperte troppe strade, irrisolte troppe sottotrame, non andando più a fondo nel passato di Mark e dei suoi angeli, lasciando in sospeso il futuro di quella vicina dalla storia fragile. Forse più attento alla forma che al contenuto, perdendosi in un'animazione perfetta in cui le bellissime (anche in formato bambola) Leslie Mann, Diane Kruger, Merritt Wever, Janelle Monáe, Eiza Gonzáleze Gwendoline Christie trovano il loro spazio, a risentirne è l'equilibrio del tutto.
Anche se non perfetto, una lancia a favore la si spezza per un finale tutt'altro che scontato, in cui è bello uscire da Marwen, pardon, Marwencol, e ritrovarsi a New York.
Voto: ☕☕½/5
Non mi è dispiaciuto affatto, anzi, l'ho trovato molto sottovalutato. Una storia vera che si fa fiaba, con effetti visivi intelligenti e una regia, checché se ne dica, pur sempre da fuori classe. Ottimo anche Carrell, peccato che il punto più debole sia la sceneggiatura.
RispondiEliminaGià, si fossero approfonditi alcuni punti ed evitati altri forse avrebbe lasciato un segno più forte.
EliminaQuesto film mi incuriosisce tantissimo!Devo recuperarlo!
RispondiEliminaPurtroppo al cinema è passato davvero in sordina, ma un recupero ci sta tutto!
EliminaVedrò comunque, però mi dispiace leggere ciò e sapere che Zemeckis avrebbe qui toppato, toccherà a me giudicare ;)
RispondiEliminaToppato no, diciamo che qualche difetto ce l'ha. Ma vedrai e giudicherai da te, la storia intriga comunque ;)
EliminaHo adorato questo film.
RispondiEliminaEro andato a vederlo con la mia compagna, oltretutto me l'aveva consigliato una mia amica. "Conoscendoti ti piacerà".
L'ultima volta che mi avevano detto una cosa simile riguardo un film era "into the wild" e poi si sa com'è finita. Soprattutto per la zona ricca di verde dove abito.
Non lo nego, mi ero commosso un pochettino a vedere il film e tutte le cose in comune con il protagonista (come accennato nel mio blog, non per i tacchi. Ma anche se fosse non c'e nulla di vergognarsi, Ed Wood ne sa qualcosa a riguardo).
Essere presi di mira, almeno in passato con una certa frequenza, ed essere circondato da amiche fidate che mi hanno proiettato nel film. Spiegando, una volta accese le luci a chi era con me, perché ho più amiche che amici in questo mondo sempre soggetto a critiche e pregiudizi.
Poi c'e quell'autocitazione che, una volta vista, mi ha fatto alzare gli occhi al cielo e con un tono alla Chandler Bing mi ha fatto dire silenziosamente ma con enfasi "Oh, guarda! Robert Zemekis!"(Il tono ovviamente preso da "Era estate, faceva molto caldo. RACHEL era li...sdraiata sul divano. Oh, guarda! disse. E il regno fu suo per sempre. Fine". ) ;-)
Ahah! Un resoconto che vale un post!
EliminaSe c'è della componente personale capisco possa piacere di più, io ero molto incuriosita dalla storia e dal modo particolare di superare un trauma. Purtroppo a livello di sceneggiatura molto è scivolato via, ma resta un film gradevole.
Il punto di forza è proprio la storia in sè, poi non tutto viene sviluppato al meglio. Un film che non si farà ricordare, ma che si lascia guardare senza troppo peso.
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